Arte di strada: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m L'arte di strada in Italia: aggiunto link a voce su "Microbo".
Nessun oggetto della modifica
Riga 16:
Intorno all'anno 2000, tra [[Francia]], [[Inghilterra]], [[Spagna]], [[Germania]] e [[Italia]], si assiste a qualcosa di differente per le strade: numerosi graffitari abbandonano l'etnocentricità del movimento del graffitismo e, proponendo lavori su poster o vernice su muro, manifestano la loro esigenza d'espressione in una tensione costante verso la comunicazione di massa, cercando di ingaggiare un nuovo, più vasto pubblico. I graffitari finiscono così per unirsi e fondersi con diversi creativi di street (artisti, fotografi, poeti), già in polemica sottile o aperta con l'establishment dell'arte.
 
[[Banksy|Vanksy]], attivo già a [[Londra]] nei primi anni del [[2000]], attraverso l'allora poco conosciuta pratica della [[guerrilla art]], ha estrapolato e diffuso più di chiunque il concetto di arte in luogo urbano: [[stencil]] a spray immediatamente traducibili e trasversali rispetto alla società che comunicano tematiche sociali quali la necessità di [[libertà d'espressione]], il [[pacifismo]], la brutalità della repressione poliziesca, la conformità della morale a regole di sola facciata, l'[[antiproibizionismo]] e il rispetto della [[Sessualità|libertà sessuale]] e di [[coscienza]]. Gli interventi di Banksy diventarono subito dei fenomeni virali e mediatici anche grazie alla diffusione dei cellulari con videocamere e il sempre più facile accesso a internet. Il suo tipo di arte ha evidenti legami con la [[pop art]], il [[graffitismo]], la controcultura della contestazione artistica (attivismo) e la subcultura [[Punk (cultura)|punk]], ponendosi però in un nuovo livello a cavallo tra comunità sociale e mondo dell'arte, rivolto in modo equo verso gli artisti, verso i fruitori dell'arte e verso i non addetti ai lavori.
 
Eppure vi è stata una generazione di artisti che ben prima della svolta di numerosi writers verso la street art, operava quasi esclusivamente in strada o utilizzava ampiamente il luogo pubblico per le proprie performance. Outsiders ed eclettici scrivevano sui muri o utilizzavano colla e carta già negli anni '50 e '60. La contestazione studentesca tra gli anni '60 e '70 ha conosciuto diversi casi artistici degni di nota. Verso gli anni '80 emerge un nuovo approccio, non necessariamente politico o attivista, ma sempre di più indirizzato verso "[[Ars gratia artis|art pour l'art]]". La tecnica dello stencil, per esempio, passa di mano: non più soluzione ideale valida per slogan e loghi a sfondo politico o sociale (musica, sport o femminismo) ma tecnica rapida per eseguire i propri disegni; la città adesso viene intesa come una galleria o un palcoscenico gratuito da poter sfruttare e questo avviene in diverse parti del mondo, dove emergono artisti consapevoli e con una grande carica espressiva. Parigi è luogo ideale di sperimentazione: prima con [[Daniel Buren]], [[Christo e Jeanne-Claude|Christo]], [[Ernest Pignon-Ernest]], [[Gérard Zlotykamien]], poi con artisti come [[Jef Aérosol|Jeff Aerosol]] o [[Blek le rat|Blek le Rat]]. Nelle città della costa orientale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] operavano artisti come [[John Fekner]], [[Richard Hambleton]], [[Keith Haring]], [[Jean-Michel Basquiat]], proprio negli stessi anni in cui emergeva il fenomeno dei graffiti writing.