Lingue d'Italia: differenze tra le versioni

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Da allora l'italiano, codificato per scrivere opere letterarie, è rimasto a lungo una lingua propria di un ristrettissimo numero di alfabeti, appresa solo leggendo e non impiegata nella comunicazione quotidiana<ref>{{Cita web|autore=Miriam Voghera|url=http://www.parlaritaliano.it/attachments/article/558/Voghera_Plurilinguismo_2003.pdf|titolo=Plurilinguismo in Italia|sito =Parlaritaliano.it|formato=pdf|accesso=10 maggio 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211025160706/www.parlaritaliano.it/attachments/article/558/Voghera_Plurilinguismo_2003.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Al momento dell'unificazione politica di gran parte dell'Italia nel [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno di Sardegna]] nel [[1860]], secondo De Mauro, gli italofoni ammontavano al 2,5%<ref>{{Cita libro|titolo=Storia linguistica dell’Italia unita|autore=Tullio De Mauro|editore=Editori Laterza|città=Bari|anno=1976|annooriginale=1960|volume=I|edizione=4|capitolo=Una lingua d’elezione|p=43}}</ref>, mentre [[Arrigo Castellani]] ne stimava un 10%<ref>{{Cita web|url= https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_dialetti/Trifone.html|titolo=Italiano e dialetto dal 1861 ad oggi|autore=Pietro Trifone|sito=Treccani.it|editore=Istituto della Enciclopedia Italiana|accesso=}}</ref>. Essa poté in seguito diffondersi tra le masse popolari, su larga scala, mediante l'istruzione obbligatoria, l’urbanesimo, le migrazioni interne, la burocrazia, il [[servizio militare]] e i [[Mezzo di comunicazione di massa|mezzi di comunicazione di massa]] (a [[stampa]] e [[Audiovisivo|audiovisivi]]) dagli anni 50 del [[XX secolo]]<ref>{{Cita libro|titolo=Introduzione alla dialettologia italiana|autore=Corrado Grassi, Alberto A. Sobrero, Tullio Telmon|editore=Editori Laterza|città=Bari|anno=2003|volume=I|edizione=5|capitolo=Latino, italiano, dialetti|pp=26-30}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Linguistica romanza. Corso introduttivo|autore=Alberto Varvaro|editore=Liguori Editore|città=Napoli|anno=2001|edizione=2|capitolo=Politiche linguistiche|p=72}}</ref>
 
DalRilevamenti puntoperiodici dicondotti vistadal degli1974 idiomida locali[[Istituto preesistenti esclusivamente nel parlato, ne consegue un processonazionale di [[Attrito linguisticostatistica|erosione linguisticaIstat]] e di minorizzazione, processo accelerato sensibilmente dall'ampia disponibilità di [[MezzoDoxa di comunicazione di massa(azienda)|mezzi di comunicazione di massaDoxa]] inhanno linguaaccertato italianaun econtinuo dallacalo mobilitàdi dellaparlanti popolazione,dei oltre“dialetti”; addal una1991 scarsasi volontàè politicaregistrata diun’attenuazione riconosceredella unacontrazione minimagenerale valenzadel culturale ai "dialetti". Questo tiponumero di cambiamentilocutori, ein volontàaccompagnamento politicaalla hacrescita ridottonon sensibilmentetanto l'usodell’italofonia degli idiomi localipura, moltima deidi qualiun sonouso ormaialternato consideratie [[linguadi inun pericolo|inparlato pericolomistilingue di estinzione]],italiano principalmentee avarietà causalocali, dell'avanzarecon dellaassestamenti [[linguaminimi italiana]]nel anchedecennio nell'ambito strettamente sociale e relazionalesuccessivo<ref>{{Cita web|autore=Francesco Avolio|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/dialetti_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=Dialetti|sito=Treccani.it|linguaeditore=itIstituto della Enciclopedia Italiana|data=2010|accesso=20 marzo 2024}}</ref>.
<br />Secondo l'Istat<ref>{{cita web|url= https://www.istat.it/it/archivio/207961|titolo=L'uso della lingua italiana, dei dialetti e di altre lingue in Italia|sito=istat}}</ref><ref>{{Cita testo|titolo=L'uso della lingua italiana, dei dialetti e delle lingue straniere|pubblicazione=Istat.it|editore=Istat|data=27 dicembre 2017|url=https://www.istat.it/it/files/2017/12/Report_Uso-italiano_dialetti_altrelingue_2015.pdf|formato=pdf|accesso=10 aprile 2025}}</ref>, nel 2015 il 45,9% degli italiani parlava in modo esclusivo o prevalente l'italiano, il 32,2% lo alternava con una varietà locale, il 14% si esprimeva esclusivamente nell'idioma locale, mentre il resto ricorreva a un'altra lingua. Tullio De Mauro, intervistato dal quotidiano [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] nel 2014, affermava che l'uso alternante di italiano e dialetto (con riferimento ai dialetti dell'Italia, non ai dialetti dell'italiano) arrivava allora al 44,1% e coloro che adopervaano solo l'italiano eravanoerano il 45,5%.<ref>{{cita web|titolo=Intervista di Francesco Erbani del 29 settembre 2014|url=http://www.repubblica.it/cultura/2014/09/29/news/tullio_de_mauro_gli_italiani_parlano_anche_in_dialetto-96922903/|sito=La Repubblica}}</ref>
 
== Lingue territoriali ==