Go Seigen: differenze tra le versioni

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La partita termina con la vittoria di Hon'inbō Shūsai per due punti. Questa vittoria rimane molto controversa; già ai tempi dell'incontro, la tradizione voleva che Bianco potesse scegliere quando aggiornare la partita, senza che esistesse la regola di sigillare la prossima mossa in busta chiusa. Shūsai fa uso di questo privilegio più di una dozzina di volte durante il suo turno di gioco, per poter deliberare la sua prossima mossa fuori dal gioco e prima della ripresa del match; all'ottavo giorno, ad esempio, Go Seigen piazza la propria pietra dopo due minuti dall'inizio e Shūsai pensa per tre ore e mezzo solamente per poi aggiornare lo scontro al giorno successivo. Di più, non era un segreto che Shūsai discutesse con i suoi allievi le strategie di gioco per poter giocare le mosse migliori.<ref name="AUK" />
 
Shūsai arranca dietro Go Seigen per tutto l'incontro, fino a quando non fa una mossa brillante (W160) che lo riporta in partita il tredicesimo giorno di gioco, garantendogli la vittoria. È stato ampiamente dibattuto che fosse stato [[Nobuaki Maeda]]Nobuaki Maeda, uno studente di Shūsai, ad aver ideato questa mossa, tant'è che anche Maeda non ha mai negato questa teoria. La partita è diventata famosa come la "partita del secolo".<ref name="AUK" />
 
Cinque anni dopo, nel 1938, [[Minoru Kitani]] (grande amico di Go Seigen) ha la possibilità di sfidare Hon'inbō Shūsai. In parte a causa del trattamento sfavorevole riservato a Go Seigen nella "partita del secolo", Kitani impone che le mosse vengano sigillate in busta chiusa prima di aggiornare la partita. L'incontro, raccontato da [[Yasunari Kawabata]] ne ''[[Il maestro di go]],'' termina con la vittoria di Kitani per cinque punti e segna la fine di un'era nella storia giapponese.<ref name="AUK" />