Enrico II d'Inghilterra: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nella cultura di massa: wikificazione mancante
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android App section source
m clean up
 
Riga 48:
}}
 
Fu il primo re della [[dinastia plantageneta]] (o angioina) ed ebbe diversi soprannomi.<ref>Tra i suoi soprannomi vi erano: ''FitzEmpress'' (si veda [[Norman Davies]], ''Isole. Storia dell'Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell'Irlanda'', [[Bruno Mondadori]], 2007, p. 266) e "Cortomantello" (in francese "Courtmanteau", per gli abiti e mantelli corti che usualmente indossava: si veda Norman Davies, ''Isole. Storia dell'Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell'Irlanda'', 2007, p. 273) {{citazioneSenza necessariafonte|"Leone di giustizia"}}, che era anche il soprannome del nonno [[Enrico I d'Inghilterra|Enrico I]]</ref> Era figlio di [[Goffredo V d'Angiò|Goffredo il Bello o Plantageneto]], [[Angiò|conte di Angiò]] e del [[Maine (provincia)|Maine]] e futuro [[duca di Normandia]], e dell'erede al trono d'Inghilterra e al ducato di Normandia, [[Matilde d'Inghilterra (1102-1167)|Matilde d'Inghilterra]].<ref>[[Matilde d'Inghilterra (1102-1167)|Matilde d'Inghilterra]], detta "l'imperatrice Matilde" era figlia primogenita del [[sovrani britannici|re d'Inghilterra]] e [[Ducato di Normandia#Il Ducato di Normandia|duca di Normandia]] [[Enrico I d'Inghilterra|Enrico I]] e di sua moglie [[Matilde di Scozia]], figlia del [[re di Scozia]] [[Malcolm III di Scozia|Malcolm III]] e di [[Santa Margherita di Scozia|Margherita]], discendente del [[Wessex (famiglia)|casato dei Wessex]].</ref> In seguito al discusso regno di [[Stefano I d'Inghilterra|Stefano]] il regno di Enrico vide un efficiente rafforzamento e su di lui si è consolidato il positivo giudizio degli storici. "Uomo fiero, energico, instancabile, Enrico fu un [[intellettuale]] che seppe utilizzare la cultura europea del suo tempo e le dottrine giuridiche nate nelle [[Università nel Medioevo|Università italiane]] per dare al suo regno un sistema giudiziario e amministrativo molto avanzato ai suoi giorni e che costituì la base per le riforme costituzionali d'avanguardia che seguirono dopo la sua morte nel 1189"<ref name="G. Musca, 37" />. Proprio lui, "di nascita e di [[lingua francese]]"<ref name="G. Musca, 37" />, è "da considerare uno dei più grandi [[Re d'Inghilterra|re inglesi]]"<ref name="G. Musca, 37">[[Giosuè Musca]], ''La nascita del parlamento dell'Inghilterra medievale'', [[Edizioni Dedalo]], 1994, p. 37</ref>.
 
== Biografia ==
Riga 103:
=== Il conflitto con Thomas Becket ===
[[File:BecketHenryII.jpg|thumb|Rappresentazione di una disputa fra Enrico II e [[Tommaso Becket]]]]
Come conseguenza dei miglioramenti nel sistema legale, sfociato nell'[[assise di Clarendon]], il potere delle corti ecclesiastiche svanì. La chiesa si oppose a ciò, e trovò il suo portavoce più veemente in Tommaso Becket, l'[[Arcivescovo di Canterbury]], precedentemente stretto amico di Enrico e suo Cancelliere, sino al 1162, avendo più potere<ref>[[Tommaso Becket]], divenuto cancelliere di Enrico II, subito dopo l'incoronazione, era la persona più vicina al re e, custode del sigillo reale, era la persona di maggior fiducia {{citazioneSenza necessariafonte|(Pietro, abate di Troyes, in una lettera gli scrisse: «Chi non sa che voi siete secondo al re in quattro regni?»)}} che fu anche accusato di trascurare i suoi doveri di arcidiacono di Canterbury.</ref> di [[Richard de Luci]], detto ''il Leale'', [[Gran Giustiziere]] d'Inghilterra dal 1154 al 1179. Enrico aveva nominato Becket, pare riluttante, nel 1162 (il predecessore Teobaldo era morto, nell'aprile del 1161), proprio perché voleva evitare conflitti.
 
Il conflitto iniziò per una disputa sul caso in cui una corte secolare avrebbe potuto processare un ecclesiastico che avesse commesso un reato. Enrico tentò di assoggettare Becket e gli altri prelati facendogli giurare di obbedire ai "costumi del reame", ma la controversia si sviluppò attorno a cosa costituisse tali costumi, e la chiesa, nel concilio di Westminster (ottobre 1163) si mostrò riluttante a sottomettersi. Prima della fine di quell'anno Enrico ottenne che diversi vescovi rivedessero le loro posizioni e, alla fine, intervenne<ref>Il [[papa Alessandro III]] era riconoscente a Enrico II per averlo appoggiato apertamente nello scisma del 1159; infatti, dopo il mancato incontro di [[Saint-Jean-de-Losne]] su un ponte del fiume [[Saona]], al confine tra Francia e Borgogna, tra lo stesso Alessandro e l'imperatore [[Federico Barbarossa]], nel 1162, sia il [[re di Francia]] [[Luigi VII di Francia|Luigi VII]] sia Enrico II, a ''Coucy-sur-Loire'', avevano tributato ad Alessandro III il loro rispetto e lo dichiararono unico papa vero e legittimo.</ref> anche il [[papa Alessandro III]], a convincere lo stesso Becket, che promise il suo assenso alle consuetudini (le approvò con la riserva ''salvo ordine nostro et jure Ecclesiae''). Al concilio di Clarendon, vicino a [[Salisbury]], (gennaio 1164), Becket approvò le consuetudini, ma quando dovette porre la firma sullo scritto che le codificava si rifiutò di firmarle, non condividendo alcuni dei sedici articoli delle ''Costituzioni di Clarendon''.