Matteo Ricci: differenze tra le versioni

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|Immagine = Riccistanding.jpg
|Didascalia = Miniatura raffigurante Matteo Ricci con indosso [[Hanfu|tradizionali vesti cinesi]]
}} È stato proclamato [[Servo di Dio]] il 19 aprile [[1984]] da [[papa Giovanni Paolo II]], mentre il 17 dicembre [[2022]] gli viene attribuito il titolo di [[Venerabile]] da [[papa Francesco]].<ref> https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/12/17/0941/01984.html</ref>
 
Vissuto al tempo della [[dinastia Ming]], Padre Matteo Ricci ha impresso un forte impulso all'azione evangelizzatrice ed è riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Cina. Il suo nome in [[lingua mandarina]] era ''Lì Mǎdòu'' (cinese tradizionale: {{lang|zh-tw|利瑪竇}}, cinese semplificato: 利玛窦), dalla traslitterazione delle proprie iniziali nei suoni cinesi{{CitazioneSenza necessariafonte|, mentre nella cerchia dei mandarini ricevette il titolo onorifico}} di ''Studioso confuciano del grande Occidente'' ({{cinese|t=泰西儒士|p=''Tàixī Rúshì''}}).
 
== La vita ==
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Così, mentre, nel [[1594]], Valignano fondava a [[Macao]] il "Collegio", centro per tutti i missionari di stanza in Cina ed in Giappone, la prima Università dell'Asia orientale, Ricci ed i suoi confratelli dismisero definitivamente gli abiti da bonzi buddisti, presero nomi cinesi (Li Ma Tou dove Li sta per l'iniziale del cognome Ri e Ma Tou come suono più vicino a "Matteo") e scelsero di apparire come letterati confuciani, lasciandosi crescere barba e capelli e facendosi portare in [[portantina]] da tre servi. In questo contesto Ricci ebbe la grande intuizione di identificare il cristianesimo come il naturale sviluppo del confucianesimo iniziale, da un lato facendo intendere che il cristianesimo era una pianta già seminata in oriente e non trapiantata da stranieri, dall'altro spazzando via in tal modo le sovrastrutture "filosofico-teologiche" confuciane più recenti che sarebbero andate in contrasto col catechismo. Queste innovazioni, pur tra le vivaci proteste di domenicani e francescani che stigmatizzavano, tra l'altro, l'eccessivo lusso ostentato, ricevettero il consenso del padre generale della Compagnia di Gesù, [[Claudio Acquaviva]], e di [[papa Clemente VIII]].
 
Nel [[1595]] Ricci progettò di recarsi a [[Nanchino]] e Pechino, partì il 18 aprile al seguito di un gran Mandarino che si recava in queste due città, ma fu fermato poco dopo l'inizio del viaggio. Il 28 giugno si stabilì a [[Nanchang]] (circa 1.460 &nbsp;km da Pechino), capoluogo del [[Jiangxi]], fondandovi la terza residenza. A Nanchang, su richiesta del Principe di Kienan, raccolse e tradusse in cinese i ''Detti dei nostri filosofi e dei nostri santi sull'amicizia'': fu la prima opera scritta in cinese da Ricci, primo [[sinologia|sinologo]] europeo [<sup>richiede citazione, intanto ci sono anche Martín de Rada e Juan Cobo un po' prima</sup>]. Compose inoltre il ''Palazzo della memoria'', un trattato di [[mnemotecnica]] che riscosse un grande successo.
 
Nel [[1597]] Ricci fu nominato Superiore della Missione di Cina.
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|contenuto = Matteo Ricci ebbe così a descrivere, in una missiva del [[1606]] al Superiore Generale, la dipartita di padre Valignano: «Quest'anno, oltre agli altri travagli che mai ce ne mancano, avessimo questo molto grande della morte del padre Valignano padre di questa missione, con la perdita del quale restassimo come orfani, e non so con che Vostra Paternità ce la possa ristorare (...) fu notato da tutti aver Iddio permesso che questo regno non potesse godere dell'aiuto di due grandi servi di Iddio, il Beato padre Francesco Saverio et il padre Alessandro Valignano, che desiderarono tanto entrare in questo regno per il bene di tante anime, et ambedue morirono alla porta di esso senza potere porre in opera il loro desiderio».
 
Il suo debito verso il defunto risaliva al [[1582]], quando padre [[Alessandro Valignano]] aveva scritto il saggio "Il cerimoniale per i missionari del Giappone", sostituito dieci anni dopo dal "Libro delle Regole" dello stesso Valignano, che furono le basi teoriche del metodo dell{{'}}''[[inculturazione]]'' e dell{{'}}''adattamento'' utilizzato e sviluppato da tutti i missionari dell'epoca in Asia, a partire da Matteo Ricci.
Gli studi condussero Matteo Ricci ad approfondire i concetti di ''inculturazione'' e ''adattamento'', già teorizzati, ed applicati in India e Giappone, ed in maniera ben diversa tra i due posti, dal Valignano. Analogamente, alle prese con il problema di creare un ponte tra due culture lontane, Ricci ritenne che la [[filosofia greca]] fosse quella più vicina al confucianesimo e perciò in grado di aprire le porte del continente asiatico al cristianesimo<ref>Michela Catto, ''L’ateismo dei cinesi in Matteo Ricci e Niccolò Longobardo. La strategia missionaria della Compagnia di Gesù in Cina'', Giornale di storia, 18 (2015).</ref>. Valignano si rese conto che l'approccio "ponte" del buddismo, adottato da padre Ruggieri nel presentarsi e nel redigere il catechismo in cinese, non avrebbe avuto buoni risultati sia per la scarsa autorevolezza dei bonzi in quel periodo storico, sia perché ricordava l'analogo fallimento di padre Francesco Saverio in Giappone, scambiato per l'esponente di una nuova setta buddista indiana.
Valignano esonerò di fatto Ruggieri ed ordinò a Matteo Ricci di rifarsi al Confucianesimo cinese: da ciò Ricci trasse il mandato a redigere un nuovo catechismo.<br>
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Il 24 gennaio [[1601]] Ricci fece il suo ingresso a [[Pechino]]. Tre giorni dopo, ammesso a corte, Ricci offrì alcuni quadri raffiguranti il Salvatore, la Madonna e San Giovanni, assieme ad altri doni di vario genere. Ricci fu così ricevuto a Corte (anche se non fu presentato all'imperatore) ed ottenne il permesso di trasferirsi nella capitale. Nel [[1602]] fu inaugurata la prima missione cattolica a Pechino. In poco tempo Ricci divenne amico delle élite del Paese ed ebbe licenza di celebrare la messa in pubblico. Altri 40 padri gesuiti si unirono a lui.
 
Padre Matteo Ricci introdusse nella cultura cinese i primi elementi di [[geometria euclidea]], di [[geografia]] e di [[astronomia]] con l'uso del [[sestante]], traducendo, assieme a [[Xu Guangqi]] (mandarino convertito al cattolicesimo) i primi sei libri degli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]]<ref>Michela Fontana, ''Matteo Ricci: A Jesuit in the Ming Court'', Rowman & Littlefield, 2011, 1442205865, 978-1-4422-0586-4, 978-1-4422-0588-8, 1442205881.</ref>. Nel [[1603]] avviò la polemica antibuddhista pubblicando il ''Tiānzhǔ shíyì'' (天主實義, «Il vero significato del Signore del cielo») dove accusava di "arroganza" il [[Buddha Shakyamuni]] fondatore del [[Buddhismo]]<ref>Beverley Foulks (Harvard University, Ph.D. Candidate). "Duplicitous Thieves: Ouyi Zhixu's Criticism of Jesuit Missionaries in Late Imperial China", ''Chung-Hwa Buddhist Journal'', 2008, 21, pp. 55-75)</ref>. Questa pubblicazione provocò la reazione di intellettuali e monaci buddhisti, come Yúnqī [[Zhū Hóng]] (雲棲祩宏, 1535-1615) e Ŏuyì [[Zhìxù]] (蕅益智旭, 1599–1655), che a loro volta pubblicarono studi critici e polemici nei confronti del Cristianesimo.<br>
 
Nel [[1604]] padre Alessandro Valignano distaccò la provincia della Cina da quella di Macao nominando Matteo Ricci Superiore Provinciale della Cina.