Seconda Repubblica (Spagna): differenze tra le versioni

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=== Le violenze contro le chiese ===
La vittoria repubblicana e la partenza del Re, accesero gli animi dei partiti e delle formazioni politiche radicali, socialiste, comuniste e anarchiche che fomentarono la popolazione contro la religione e la [[Chiesa cattolica in Spagna|Chiesa cattolica spagnola]], a seguito di esplicite manifestazioni di ostilità. Fin dalla nascita della repubblica, infatti, ampi settori della Chiesa spagnola si erano espressi contro il nuovo ordinamento istituzionale; tra questi l'[[arcivescovo di Toledo]] e [[Primate (ecclesiastico)|primate]] di Spagna [[Pedro Segura]], con un'infuocata pastorale del 7 maggio 1931<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 29</ref> in cui ribadì il sostegno al re [[Alfonso XIII di Spagna|Alfonso XIII]]<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 55</ref>. Il 10 maggio un circolo monarchico, formato soprattutto da ufficiali dell'esercito in calle Alcalà, fu assaltato e bruciato dalla folla<ref name="Hugh Thomas 1963">Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 38</ref>. Nella notte tra l'11 e il 12 maggio 1931, nel corso di nuovi violenti tumulti guidati dagli anarchici quasi tutti inquadrati nella ''[[Confederación Nacional del Trabajo]]''<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 40</ref> furono assalite e incendiate numerose chiese, monasteri ed edifici religiosi ina [[Madrid]]<ref>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte'', Milano, Le scie Mondadori, 2006, p. 11</ref>. Andò completamente distrutta la chiesa dei gesuiti di Calle de la flor<ref name="Hugh Thomas 1963"/> I tumulti e gli assalti alle chiese si svilupparono anche in altre zone della Spagna come a [[Malaga]], [[Siviglia]] e [[Cadice]]<ref name="Paul Preston 2011">Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 53</ref>. Il governo, oltre a decretare l'espulsione del vescovo Segura<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 54</ref>, si rifiutò di far intervenire la [[Guardia Civil]] per porre fine agli assalti<ref name="Paul Preston 2011"/>:
{{Citazione|Tutti i conventi di Madrid non valgono la vita di un solo repubblicano.|[[Manuel Azaña Díaz]], all'epoca ministro della Guerra<ref name="Paul Preston 2011"/>}}
 
=== Gli scioperi e i primi provvedimenti ===
In base a ciò che era stato concordato nel [[Patto di [[San Sebastián]], il governo provvisorio indisse le elezioni delle [[Corti Generali|Corti costituenti]] (''Cortes'') per il 28 giugno 1931.
 
La Repubblica dovette far fronte immediatamente ai conflitti sociali ([[sciopero|scioperi]] proclamati dai sindacati anarchici della ''[[Confederación Nacional del Trabajo]]'' a [[Siviglia]], a [[Barcellona]], e nelle [[Asturie]]), contro cui il governo ricorse con l'utilizzo della [[Guardia Civil]]. Si ebbero in questa fase i primi morti.
Si ebbero in questa fase i primi morti.
 
Contemporaneamente si decise di adottare una politica riformatrice con carattere di urgenza che precedesse le elezioni. Fu avviata una serie di decreti ministeriali relativi alla riforma agraria in cui si faceva divieto ai proprietari terrieri di poter licenziare i propri coloni e di assumerne da altre municipalità<ref name="Antony Beevor 2006">Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 34</ref>. Si stabilirono inoltre le otto ore lavorative<ref name="Antony Beevor 2006"/>. Inoltre il nuovo ministro della Guerra [[Manuel Azaña]] procedette alla riforma dell'esercito riducendo a un anno la ferma, abolendo il grado di tenente generale e chiudendo il 30 giugno 1931 la "''Academia Militar de Zaragoza''" di cui era comandante [[Francisco Franco]],<ref name="Antony Beevor 2006"/> ritenuta una roccaforte reazionaria<ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 54</ref>. Gli ufficiali che si rifiutarono di giurare fedeltà alla Repubblica furono congedati<ref name="ReferenceA">Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 55</ref>. Inoltre fu creata una formazione [[paramilitare]] denominata "[[Guardia de Asalto|''Guardia de Asalto'']]" da impiegare nelle grandi città<ref name="Antony Beevor 2006"/>, mentre la [[Guardia Civil]] fu destinata alle campagne e ai piccoli centri. La norma che più provocò disagio fra i militari fu quella che intendeva rivedere completamente le promozioni avvenute "per merito" durante la [[Guerra del Rif|guerra marocchina]] di circa mille graduati<ref name="ReferenceA"/>.
 
Nel frattempo furono avviati colloqui con i rappresentanti della "''[[Generalitat de Catalunya]]''", che il 14 aprile si era proclamata [[Repubblica Catalana]] nell'ambito di uno Stato federale spagnolo. Proclamando l'autonomia la "''Generalitat de Catalunya''" aveva violato gli [[Patto di San Sebastian|accordi di San Sebastian]].<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 35</ref> L'[[Esquerra Republicana de Catalunya]] di [[Francesc Macià]], pur essendo legata alla sinistra, non raccoglieva la fiducia dei politici di Madrid che in essa vedevano forte l'apporto degli anarchici della ''[[Confederación Nacional del Trabajo]]''.<ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 66</ref>
 
== Il biennio socialista ==
[[File:C1931.PNG|thumb|Composizione delle Cortes nel 1931]]
Il 28 giugno 1931 si tennero le elezioni generali che videro la vittoria alle [[Corti Generali|Corti]] della sinistra. Il governo fu composto esclusivamente dalle forze di sinistra che focalizzarono il loro obiettivo contro la Chiesa cattolica, nonostante la popolazione spagnola fosse ancora profondamente religiosa{{Senza fonte}}. La "profondità religiosa" della Spagna viene comunque messa in discussione dall'affermazione di Antony Beevor nel saggio "La guerra civile spagnola", lì dove si afferma che nel periodo storico della Seconda Repubblica "la presenza di fedeli nelle chiese spagnole fosse la più bassa di qualsiasi altra nazione cristiana, meno del 20% del totale della popolazione andava a messa e nella maggior parte della zona a sud della [[Sierra de Guadarrama]] la presenza era inferiore al 5%. Nonostante queste statistiche, le gerarchie ecclesiastiche, in Spagna e a Roma, erano convinte che la Repubblica aveva deciso una persecuzione". Il 6 luglio 1931 l'anarchica ''[[Confederación Nacional del Trabajo]]'' indisse lo [[sciopero]] del personale telefonico, ciò portò a scontri tra anarchici e forze dell'ordine a [[Siviglia]] in cui si registrarono sette morti. Allo sciopero seguì quindi lo [[sciopero generale]] e nei giorni seguenti ci furono altri trenta morti tra operai e forze di polizia, finché il 22 luglio il Governo proclamò lo "''stato di guerra''"<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 36</ref>.
 
Le riforme militari promosse da Azaña già nell'ottobre 1931 gli alienarono le simpatie iniziali di parte dei vertici militari.
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I settori cattolici si opposero alla ''aconfesionalidad'' (neutralità confessionale) dello Stato, mentre la destra più centralista non accettò la riforma della struttura statale che garantiva il diritto all'autogoverno di alcune regioni. Particolarmente invise alla Chiesa erano le norme che disponevano lo scioglimento di tutti gli ordini religiosi, la fine dei sussidi ai religiosi entro due anni (i sussidi erano stati concessi come indennizzo a seguito della confisca delle terre della Chiesa nel 1837<ref name="ReferenceC"/>). Inoltre fu di fatto abolito l'insegnamento religioso<ref name="ReferenceC"/> e fu sancita la [[separazione tra Stato e Chiesa]], dopo secoli in cui era stata affermata indissolubilità tra la Chiesa e lo Stato di Spagna<ref name="ReferenceB"/>. Fu il ministro [[Manuel Azaña Díaz]]<ref name="ReferenceB"/> a rendere meno dure le norme contro la Chiesa, limitando lo scioglimento degli [[ordini religiosi]] alla sola [[Compagnia di Gesù]]<ref name="ReferenceC"/>.
 
L'approvazione degli articoli [[anticlericalismo|anticlericali]] della Costituzione determinò le dimissioni degli esponenti cattolici presenti nel governo [[Miguel Maura]] e [[Niceto Alcalá-Zamora y Torres]]. A seguito delle dimissioni di quest'ultimo dalla Presidenza del Consiglio si scelse [[Manuel Azaña]]. [[Alejandro Lerroux]], alla guida del ''"[[Partido Republicano Radical]]" ('' PRR) passò all'opposizione. Infine [[Niceto Alcalá-Zamora y Torres|Alcalá-Zamora]] accettò di diventare presidente della Repubblica il 10 dicembre 1931.
 
Nel gennaio 1932 i cimiteri delle chiese furono dati ai comuni e in alcuni casi fu imposta una tassa sui [[Rito funebre|funerali]] di rito cattolico. Dalle scuole furono rimossi i [[crocefisso|crocefissi]], così come dagli ospedali. Furono inoltre vietati i rintocchi delle [[campana|campane]]<ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 67</ref>.
 
Il 17 maggio 1933, il governo varò definitivamente la controversa legge sulle confessioni e congregazioni religiose (''Ley de Confesiones y Congregaciones Religiosas''), ratificata dalle "[[Corti Generali|Cortes Generales]]" il 2 giugno 1933, e regolamentata con decreto del 27 luglio successivo<ref>{{es}} [http://www.segundarepublica.com/index.php?id=75&opcion=6 Diario ''El Sol'', 18 de mayo de 1933, texto legislativo de la ley de Congregaciones Religiosas]</ref>. La legge attuava il divieto costituzionale dell'insegnamento per gli ordini religiosi, mentre si espropriavano tutti i beni e le proprietà ecclesiastiche. La legge fu un duro colpo al sistema scolastico del paese (le scuole gestite dagli ordini religiosi contavano 350.000 alunni) in un paese dove un terzo della popolazione era analfabeta. [[Papa Pio XI]] reagì contro questa legge con l'[[enciclica]] ''[[Dilectissima Nobis]]'' del 3 giugno 1933, a difesa dei diritti civili dei cattolici.
 
=== Il sollevamento del generale Sanjurjo ===
Il 31 dicembre 1931 a [[Castilblanco]] la [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]] organizzò un comizio, ma l'autorità negò il permesso; i manifestanti decisero ugualmente di scendere in piazza. La [[Guardia Civil]] intervenne per impedirne lo svolgimento, ma a quel punto le quattro guardie furono circondate dalla folla e linciate<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 58</ref><ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, pp. 48-49</ref>. Il generale [[José Sanjurjo|Sanjurjo]], comandante della [[Guardia Civil]], fu destituito e trasferito ai [[Carabineros]], si recò in seguito a [[Castilblanco]], rimanendo sconvolto dai racconti delle altre guardie sopravvissute.<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 63</ref>
 
Il 10 agosto 1932 il generale [[José Sanjurjo|Sanjurjo]], con l'appoggio di circoli monarchici e numerosi militari mise in atto un [[colpo di Stato]] che ebbe sul momento successo a [[Siviglia]], ma che però fu facilmente contrastato dal governo a Madrid che procedette a retate e a Siviglia da uno [[sciopero generale]] proclamato dalla [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]] unitamente ai militanti comunisti. Sanjurjo fu catturato mentre tentava di raggiungere il [[Portogallo]] e condannato a morte. La pena fu in seguito sospesa e fu mandato in esilio in Portogallo, al tempo retto da una dittatura.
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=== Le elezioni ===
[[File:01 eibar.jpg|thumb|Le elezioni del 1933 furono le prime in Spagna cui furono ammesse anche le donne]]
Le elezioni del 19 novembre 1933 alle "[[Cortes Generales|Corti Generali]]" furono vinte dai conservatori della [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome]] (CEDA), guidata da [[José María Gil-Robles y Quiñones|José María Gil-Robles]], una coalizione di partiti della destra monarchica e [[Nazionalismo spagnolo|nazionalista]]. Oltre ad una perdita di consensi fra gli elettori dalla sinistra, la Ceda ottenne alti consensi soprattutto tra le donne<ref name="ref_E" /><ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 68</ref> che si trovarono per la prima volta a votare. Inoltre tutte le formazioni di destra erano confluite in un unico cartello elettorale, cosa che non era stata fatta a sinistra, che peraltro si era progressivamente "bolscevizzata"<ref name="ref_E" /><ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 72</ref><ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, pp. 68-69</ref>. In parte la frammentazione era dovuta alla volontà di [[Francisco Largo Caballero]] del [[PSOE]] di contendere l'elettorato dei lavoratori ai sindacati anarchici, rompendo con la sinistra moderata,<ref name="ref_Y">Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 69</ref> proponendo la [[nazionalizzazione]] delle terre e lo scioglimento di tutti gli [[ordini religiosi]], della [[Guardia Civil]] e dell'[[esercito]] in favore di una milizia "democratica"<ref name="ref_F">Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 41</ref>. A seguito della sconfitta il PSOE, sotto la guida di Largo Caballero che aveva messo in minoranza il moderato [[Indalecio Prieto]], incominciò ad armarsi in vista di una prossima insurrezione che avrebbe dovuto portare alla [[dittatura del proletariato]],<ref name="ref_F" /> ignorando gli avvertimenti del vecchio leader del sindacato socialista [[Unione Generale dei Lavoratori|Unión General de Trabajadores]] [[Julián Besteiro]], che considerava il tentativo di imporre la "dittatura del proletariato" "''una vana illusione di bambini''"<ref name="ref_F" />. Come la sinistra anche i gruppi di destra incominciarono ad armarsi, i [[carlismo|Carlisti]] in [[Navarra]] e in parte il piccolo [[Falange Española y de las J.O.N.S.|movimento falangista]] a [[Madrid]]<ref name="ref_Z">Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 77</ref>.
 
La ''[[Falange Española de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista|Falange Española]]'' si presentò per la prima volta alle elezioni e fece eleggere il proprio leader [[José Antonio Primo de Rivera]]. Il 13 febbraio 1934 si fuse con le ''[[Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista]]'' (JONS) di [[Ramiro Ledesma Ramos]] e [[Onésimo Redondo Ortega]]. A sinistra un'inedita alleanza fatta a [[Malaga]] tra il [[Partito Comunista di Spagna]], il [[Partito Socialista Operaio Spagnolo]] e la [[Sinistra Repubblicana (Spagna)|Sinistra Repubblicana]], elesse [[Cayetano Bolívar]] il primo comunista ad entrare alle Cortes<ref name="ref_Y" />.
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=== Lo scandalo "straperlo" ===
Nell'autunno Lerroux fu sostituito alla guida del governo dal [[finanziereUomo (finanza)d'affari|finanziere]] [[Joaquín Chapaprieta|Joaquín Chapaprieta Torregrosa]]. Nello stesso periodo il partito radicale fu travolto dallo scandalo "''estraperlo''". Due imprenditori olandesi, [[Daniel Strauss]] e Perl avevano pagato tangenti<ref name="ref_H">Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 501</ref> ad alcuni ministri del partito di Lerroux al fine di ottenere la licenza ad introdurre le macchinette "Straperlo" per il gioco d'azzardo in [[Spagna]]. Il gioco d'azzardo era stato vietato durante la dittatura di [[Miguel Primo de Rivera]]<ref name="ref_H" />. Quando scoppiò lo scandalo furono coinvolti numerosi politici del partito radicale e lo stesso figlio adottivo<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Edizioni Einaudi, 1963, p. 91</ref> di Lerroux che fu costretto a dimettersi tra i fischi dei deputati delle [[Corti Generali|Cortes Generales]].
 
Poche settimane dopo [[Joaquín Chapaprieta]] venne in urto con la CEDA e i ministri cedisti si dimisero causando l'ennesima crisi di governo. Alcalá Zamora, dopo aver verificato l'impossibilità di costituire una nuova maggioranza sciolse le Cortes, e il 7 gennaio furono fissate le nuove elezioni per il 16 febbraio 1936. Allo storico [[Manuel Portela Valladares]] fu assegnato l'incarico di portare il paese alle urne.