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==== Villa Ranza ====
Costruita nel [[XVII secolo]] dai conti Bondani, la villa fu acquistata agli inizi del [[XIX secolo]] dal conte Francesco Caimi; rivenduta nel 1809 al sacerdote Antonio Malpeli, che nel 1846 la fece decorare internamente a due studenti dell'[[Accademia di belle arti di Parma]], fu ereditata nel 1872 dal fratello Giuseppe, il quale la trasmise prima al figlio Alfredo, indi al congiunto Giuseppe e infine al nipote Alfredo Ranza e a sua sorella. Sviluppata su una pianta rettangolare, la struttura, elevata su due livelli principali fuori terra oltre al sottotetto, presenta una simmetrica facciata intonacata, caratterizzata dalla presenza di un'alta base a [[scarpa (architettura)|scarpa]] e di un balcone centrale al primo piano. All'interno l'androne passante è ornato con affreschi settecenteschi raffiguranti dodici [[telamoni]] in [[chiaroscuro]], intervallati da scene campestri caricaturali eseguite nel 1846 da Luigi Castiglioni e F. Cornazzani; sui lati estremi, i due portali d'ingresso sono affiancati dalle finte statue del [[XVIII secolo]] rappresentanti la ''Giovinezza'', la ''Vecchiaia'', ''Diogene'' e la ''Fortuna''; la [[volta a botte]] è dipinta sul contorno con una fascia ad [[archetti pensili]] a [[sesto acuto]], mentre sulla sommità sono presenti le raffigurazioni settecentesche delle divinità dell{{'}}''Aurora'' e della ''Notte''. Sui fianchi si aprono altri due ambienti ornati con affreschi ottocenteschi: l'ex cappella, dipinta in sommità con una serie di nicchie contenenti le statue di santi e personaggi biblici, e una sala, decorata con due grandi pannelli raffiguranti la ''Battaglia di Wagram'' e la ''Battaglia di Austerlitz''.<ref>{{cita|Gambara|pp. 297-299}}.</ref><ref name="Cirillo, Godi 326"/>
==== Villa Maria Luigia ====
Costruita sul Poggio tra il 1821 e il 1825 per volere del marchese Ercole Bergonzi, gran ciambellano di corte, la villa [[architettura neoclassica|neoclassica]] ospitò in più occasioni la [[duchi di Parma|duchessa]] [[Maria Luigia]] e i suoi figli [[Albertina di Montenuovo|Albertina]] e [[Guglielmo Alberto di Montenuovo|Guglielmo di Montenuovo]]; acquistata nel 1845 da Enrico Parasacchi, nel 1867 fu alienata dalla figlia a Giuseppe, Luigi e Domenico Baduini, dai quali passò nel 1895 ai due figli di quest'ultimo; ereditata nel 1946 da Luigi Alessandri, alcuni anni dopo fu trasformata in ristorante da Eugenio Ceci, mentre parte dal parco fu lottizzata per l'edificazione di una serie di abitazioni. La struttura, estesa su una pianta a T sul margine del rilievo collinare, presenta una simmetrica facciata a sud elevata su due livelli principali fuori terra scanditi da una fascia marcapiano, oltre agli scantinati; uno scalone a due rampe contrapposte conduce al portale centrale d'ingresso, delimitato da una cornice; all'interno, quattro sale presentano decorazioni ottocentesche sulle [[volta (architettura)|volte]]. Il parco, sviluppato in gran parte sul pendio, è accessibile attraverso due viali d'ingresso; il cancello a est, affacciato su via Circonvallazione Chiesa, è delimitato da due bassi edifici neoclassici, uno dei quali è affiancato da una torretta [[architettura neogotica|neogotica]]; il giardino, riccamente piantumato con alberi d'alto fusto, accoglie nella porzione pianeggiante a meridione della villa una fontana a pianta ellittica, con un delfino marmoreo al centro.<ref>{{cita|Gambara|pp. 310-313}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.touringclub.it/destinazioni/collecchio/mangiare/109353-villa-maria-luigia|titolo=Villa Maria Luigia|accesso=28 maggio 2025}}</ref>
==== Villa Carra ====
Costruita nel [[XVII secolo]] probabilmente per volere dei marchesi Bergonzi, la villa fu ereditata nel 1877 da Virginia Bettoli, governante dell'ultimo marchese Enrico; passata al figlio Cornelio nel 1933, fu alienata nel 1945 a Edvige Carra, che rivendette a [[Calisto Tanzi]] gran parte dei terreni circostanti, ove fu edificato uno stabilimento della [[Parmalat]]. La struttura, sviluppata su una pianta rettangolare, presenta una semplice e simmetrica facciata intonacata, elevata su due livelli fuori terra; nel mezzo, preceduto da una breve scalinata centrale, è collocato il portale d'ingresso, sul luogo dell'originario porticato d'accesso a tre arcate a [[tutto sesto]]; all'interno l'androne, coperto da una [[volta (architettura)|volta]], conduce all'alto salone, chiuso superiormente da un soffitto a [[cassettoni]] lignei.<ref>{{cita|Gambara|pp. 309-310}}.</ref>
==== Villa del Ferlaro ====
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