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==== I-II ====
Nel regno postromano di [[Britannia]], re [[Uther Pendragon]] entra in conflitto con il [[Gorlois|duca di Cornovaglia]]. Invitato a corte con la moglie [[Igraine]], nota per la sua saggezza, il duca fugge con lei per proteggerla dalle avances del re. Uther assedia il castello di [[Terrabil]], ma si ammala d'amore per Igraine. Il fedele [[Ulfius]] chiama [[Merlino]], il quale propone un patto: Uther potrà giacere con Igraine grazie a un incantesimo che lo renderà identico al duca, in cambio della promessa che il figlio concepito gli venga affidato. Nella stessa notte in cui Uther giace con Igraine, il duca muore in battaglia. Poco dopo, Uther sposa Igraine, rafforzando il proprio potere. Le sorelle di Igraine vanno in sposa a vari re: [[Morgause]] a [[Lot di Lothian|re Lot]], [[Elaine]] a [[Nentres|re Nentres]], mentre [[Morgana la Fata]] viene mandata a studiare arti magiche in convento.
 
==== III-IV ====
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==== V-VII ====
Dopo la morte di Uther, il regno cade nel caos. Merlino suggerisce all'[[arcivescovo di Canterbury]] di convocare tutti i nobili per la notte di Natale. In quella notte miracolosa compare una [[Spada nella roccia|spada infissa in un'incudine su una roccia]], con l'iscrizione:

"'''Colui che estrarrà questa spada è il legittimo re di Britannia'''".

Nessuno riesce nell'impresa, tranne il giovane Artù, che lo fa per caso mentre cerca un'arma per [[sir Kay]]. Dopo varie prove nelle feste successive, Artù si conferma il solo capace di estrarre la spada. Viene riconosciuto re e incoronato, assegnando i primi incarichi tra i suoi alleati più fedeli.
 
==== VIII-XI ====
Per la Pentecoste, Artù convoca una festa a [[Caerleon|Carleon]]. Diversi re si presentano ma, invece di omaggiarlo, lo attaccano. Merlino interviene, rivelando la vera origine regale di Artù, ma i re rimangono ostili. Dopo scontri violenti, Artù ottiene la vittoria grazie a unaalla spada miracolosa. I nemici fuggono e Merlino consiglia di cercare l'alleanza con i re d'oltremare [[Ban di Benoic|Ban di Benwick]] e [[Bors (ciclo arturiano)|Bors di Gallia]]. I due rispondono positivamente, giungendo in Britannia con truppe fresche. Un grande torneo celebra l'evento, e successivamente Merlino parte per Benwick per organizzare un secondo esercito. I due eserciti si riuniscono presso Bedegraine, pronti alla guerra.
 
==== XII-XVI ====
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==== XVII-XIX ====
Re [[Rience]] del Galles invade i domini dell'alleato [[Leodegrance]] di Camelerd. Artù, Ban e Bors intervengono, sconfiggendo Rience. Artù incontra per la prima volta [[Ginevra]], figlia di Leodegrance. Dopo la battaglia, Ban e Bors tornano in patria per affrontare i [[Franchi]] di [[Claudas|re Claudas]]. I re sconfitti a Bedegraine si rifugiano a Sorhaute e si preparano alla vendetta. Nel frattempo, Artù si unisce inconsapevolmente con la sorella [[Morgause]], concependo [[Mordred]]. Un sogno funesto e la visione della [[Glatisant la Bestia|Bestia Latrante]] preannunciano sventure. Merlino appare in varie forme e rivela al re la verità sulle sue origini e la profezia della propria futura morte.
 
==== XX-XXIII ====
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==== XXIV ====
Ferito, Artù viene curato da un eremita. Merlino lo conduce a un lago magico dove una mano emerge con una spada nel fodero: è [[Excalibur]]. La [[Dama del Lago]] gliela concede in cambio di un favore futuro. Merlino sottolinea l'importanza del fodero più della spada, poiché protegge da ogni ferita. Artù vorrebbe affrontare di nuovo Pellinore, ma Merlino lo dissuade: l'uomo diventerà presto suo alleato e sposo della sua sorella minore.
 
==== XXV-XXVI ====
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=== 2° Libro ===
=== I-II ===
Mentre re Artù si trovava a Londra, un cavaliere gli riferì che re Rience del Galles del Nord aveva invaso le sue terre con un grande esercito, devastando e massacrando i sudditi. Artù, deciso a reagire, convocò tutti i suoi cavalieri e baroni a [[Camelot]], allora nota come Winchester, dove si sarebbero tenuti un consiglio generale e delle giostre.
 
Durante il soggiorno a corte, giunse una damigella, inviata dalla Dama del Lago, la quale portava alla cintura una bellissima spada. Spiegò che quella lama poteva essere estratta solo da un cavaliere perfettamente leale, virtuoso e privo di ogni slealtà o tradimento. Re Artù provò senza successo, così come tutti i cavalieri della Tavola Rotonda. La damigella, delusa, dichiarò che nemmeno a Camelot si trovavano uomini degni di quella prova.
 
Tra i presenti vi era anche [[Sir Balin|Balin]], un cavaliere del Northumberland recentemente liberato dalla prigione, dove era stato rinchiuso per aver ucciso un parente del re. Sebbene fosse vestito modestamente, chiese alla damigella di poter tentare. Dopo una breve esitazione, la fanciulla acconsentì, e Balin riuscì con facilità a estrarre la spada. L’impresa destò meraviglia tra i presenti, anche se alcuni cavalieri ne furono invidiosi.
 
La damigella allora lo ammonì: quell’arma gli avrebbe causato grande sventura, portandolo persino a uccidere il suo migliore amico. Tuttavia, Balin rifiutò di restituirla, affermando che avrebbe affrontato il destino che Dio gli avrebbe riservato. La damigella, triste, si allontanò.
 
Balin chiese poi cavallo e armatura per lasciare la corte. Re Artù, pentito per averlo mal giudicato, gli offrì di restare e promettendogli onori e favori. Ma Balin, pur grato, decise di partire, augurando la benevolenza del re. Tuttavia, molti cavalieri sospettarono che la riuscita dell’impresa fosse dovuta a magia piuttosto che a virtù cavalleresche.
 
==== III-IV ====
Mentre Balin si accingeva a lasciare la corte, giunse la [[Dama del Lago]], splendidamente vestita, chiedendo al re [[Artù]] il dono che questi le aveva promesso in cambio della spada [[Excalibur]]. Dopo aver ricordato al re il suo impegno, la dama avanzò una richiesta cruenta: voleva la testa di Balin o la vita della damigella che gli aveva portato la spada, accusandoli entrambi della morte dei suoi familiari. Artù rifiutò sdegnato, dichiarando che non poteva esaudire una simile richiesta senza disonorarsi.
 
Ma Balin, che cercava la dama da tre anni perché lei, con arti magiche, aveva causato la morte della madre, la vide e, venuto a sapere che era venuta per chiedere la sua testa, la decapitò sul posto. Artù, furioso per l’onta ricevuta e per il fatto che la donna era venuta sotto la sua protezione, lo scacciò dalla corte. Balin raccolse la testa della Dama del Lago e la affidò al suo scudiero con l’ordine di portarla ai suoi amici nel [[Northumberland]], raccontando l’intera vicenda. Balin annunciò inoltre la sua intenzione di uccidere Re Rience come gesto di fedeltà ad Artù, sperando così di riacquistare il suo favore. Dopo essersi separato dallo scudiero, proseguì il proprio cammino.
 
Nel frattempo, Artù, rattristato, fece seppellire la Dama del Lago con grandi onori. Alla corte si trovava anche un cavaliere di nome Lanceor, figlio del re d’[[Irlanda]], che, invidioso della fama conquistata da Balin e offeso dal confronto sfavorevole, ottenne il permesso di inseguirlo per affrontarlo e vendicare l’onore proprio e della corte.
 
Proprio in quei momenti, [[Merlino]] giunse alla corte e venne informato degli eventi. Rivolgendosi ai presenti, spiegò che la Dama del Lago era una donna ingannatrice e rivelò la vera storia della spada: essa era stata donata dalla potente [[dama Lile di Avalon]] a una damigella desiderosa di vendetta per l’uccisione del suo amato. Solo un cavaliere valoroso avrebbe potuto estrarla dal fodero, e con essa avrebbe dovuto vendicare la morte, uccidendo il fratello della damigella. Tuttavia, Merlino concluse con una profezia oscura: il cavaliere che aveva ottenuto la spada era destinato a una tragica fine, e la sua morte sarebbe stata una grande perdita per Artù, poiché il suo valore e cortesia gli avrebbero portato gloria.
 
==== V - VII ====
Il cavaliere irlandese Lanceor, armato e lanciatosi al galoppo, raggiunse Balin per vendicare l'affronto subito dalla corte di Artù. Dopo essersi sfidati verbalmente, i due si scontrarono in duello: la lancia di Lanceor si spezzò contro lo scudo dell’avversario, mentre quella di Balin lo trafisse mortalmente. Accortosi della morte del nemico, Balin si fermò costernato.
 
Poco dopo giunse a cavallo la damigella amata da Lanceor, Colomba. Vedendo il cadavere del suo compagno, si disperò: lo accusò di aver spezzato due cuori uniti e, dopo essere svenuta dal dolore, si tolse la vita trafiggendosi con la spada del cavaliere. Balin, profondamente turbato dalla scena, si allontanò e nel bosco incontrò il fratello [[Sir Balan|Balan]]. I due, riconosciutisi con gioia, si abbracciarono in lacrime. Balan raccontò di aver appreso della liberazione di Balin da un uomo visto al castello delle Quattro Pietre, e di essere accorso nella speranza di ritrovarlo.
 
Balin narrò al fratello l’intera vicenda: il dono della spada, l’uccisione della Dama del Lago, l'ira di Artù e il duello con Lanceor. Addolorato per quanto accaduto, Balin dichiarò l’intenzione di riconquistare il favore del re partecipando all’assedio del castello di Terrabil, dove si trovava re Rience. Balan acconsentì a unirsi a lui, promettendosi reciproco aiuto fraterno.
 
Mentre i due parlavano, sopraggiunse un nano da Camelot, che si disperò vedendo i due amanti morti. Alla domanda su chi fosse l’autore di quelle morti, Balin spiegò di aver ucciso Lanceor per difesa e che la damigella si era tolta la vita per amore. Dichiarò anche di voler onorare da quel giorno in poi tutte le donne, in memoria della defunta.
 
Il nano li avvertì che la famiglia del cavaliere ucciso li avrebbe inseguiti ovunque per vendicarsi. Balin rispose di non temere la vendetta, ma di temere di essere caduto in disgrazia presso re Artù.
 
In quel momento giunse re Marco di Cornovaglia. Vedendo la scena, fu commosso dal tragico amore dei due giovani e ordinò che fosse eretto un sepolcro sul luogo della loro morte. Trovata una bella lastra tombale in una chiesa, fece seppellire insieme i due amanti, facendo incidere:
 
:: '''QUI GIACCIONO LANCEOR FIGLIO DEL RE D’IRLANDA,'''
 
CHE SFIDÒ BALIN A DUELLO E FU UCCISO, E LA SUA DAMA,
 
COLOMBA, CHE PER IL DOLORE E IL CORDOGLIO SI DETTE
 
LA MORTE CON LA SPADA DELL’AMATO.