Piazza Armerina: differenze tra le versioni
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Dai ritrovamenti numismatici presenti sul Monte Naone non lontano dall'abitato si può presumere che qui esistesse un abitato di età greca, forse una sub-colonia di [[Gela (città antica)|Gela]] e più precisamente la ''Hybla Geleatis'' di cui fa menzione [[Tucidide]] in seguito chiamata ''Stiela''<ref>Dallo studio delle monete rinvenute in scavi clandestini su cui compare la legenda STI o STIA; cfr. E. Cammarata, ''Numismatica e Topografia antica'', in «Demetra», 7, Palermo 1994, pp. 22 passim.</ref>. Sulla storia poi di Piazza dove è attualmente ubicata si sa con certezza solo dalla dominazione [[Normanni|normanna]] in poi, in riferimento alla ricostruzione della città nel [[1163]] ad opera di [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]]. Per il periodo precedente alla fondazione diverse sono le ipotesi. Alcuni autori del [[XVII secolo|Seicento]] favoleggiarono di un villaggio chiamato ''Plutia'' di origine romana, ma nessuna fonte classica ha mai riportato tale località. Tuttavia secondo fonti musulmane riportate da [[Michele Amari]] nella sua ''Storia dei Musulmani di Sicilia'', esisteva una città che gli arabofoni pronunciavano Iblâtasa o Iblâtana,<ref>Col che sarebbe dimostrato che il toponimo originario doveva essere "Ibl..." o "Pl...". Ciò in accordo con la regola per la quale la [[lingua araba|arabo]] non ammette che una parola possa cominciare con due consonanti consecutive, di cui la prima "in quiete" (cioè senza vocale). Per ovviare a questo inconveniente, riscontrabile quando i [[musulmani]] s'imbattevano in un toponimo non di origine araba, l'arabofono deve inserire una vocale eufonica tra le due consonanti o premettere alla prima consonante una ''[[Alif]]'' prostetica. Dunque non ''Bla'' (o ''Pla'', ricordando che la "P" è del tutto inesistente in arabo e che essa viene sostituita dall'altra [[labiale]] "B") ma ''Bala'' o ''Ibla''.</ref> abitata da comunità [[islam]]iche, che dovette sorgere su un villaggio preesistente che le cronache medievali (come il Fazello) indicavano più tardi come ''Casalis Saracenorum''.
Tale villaggio potrebbe essere la ''Ibla Elatson'' o ''Ibla Elatton'' ([[Ibla]] minore) riportata da [[Idrisi]]<ref>Edrisi, in Michele Amari (a cura di), ''Biblioteca arabo-sicula'', Torino, Loescher, 1880, p. 102, ristampa Catania, 1982.</ref> che corrisponderebbe alla ''Ibla Geleate'' (ibla Gelese) descritta da [[Tucidide]] (per [[Pausania il Periegeta|Pausania]] ''Ibla Gereate'', per [[Stefano Bizantino]] ''Ibla Era o Minore'')<ref>Litterio Villari, ''Hybla Deinceps Platia'', Roma, 2000, p. 11</ref>. La città
[[File:Drappella.jpg|miniatura|upright|Drappella o pennone della casata Suriano donato da Pietro III d'Aragona con le insegne del Re Pietro e nel Capo destro quelle della Casata dei Sorianos o Suriano]]
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