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==== I-II ====
[[File:Story of Merlin - Arthur's conception.png|miniatura|Storia di Merlino - Il concepimento di Artù]]
Nel regno [[Britannia postromana|postromano di [[Britannia]], re [[Uther Pendragon]] entra in conflitto con il [[Gorlois|duca di Cornovaglia]]. Invitato a corte con la moglie [[Igraine]], nota per la sua saggezza, il duca fugge con lei per proteggerla dalle avances del re. Uther assedia il castello di [[Terrabil]], ma si ammala d'amore per Igraine. Il fedele [[Ulfius]] chiama [[Merlino]], il quale propone un patto: Uther potrà giacere con Igraine grazie a un incantesimo che lo renderà identico al duca, in cambio della promessa che il figlio concepito gli venga affidato. Nella stessa notte in cui Uther giace con Igraine, il duca muore in battaglia. Poco dopo, Uther sposa Igraine, rafforzando il proprio potere. Le sorelle di Igraine vanno in sposa a vari re: [[Morgause]] a [[Lot di Lothian|re Lot]], [[Elaine]] a [[Nentres|re Nentres]], mentre [[Morgana la Fata]] viene mandata a studiare arti magiche in convento.
 
==== III-IV ====
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Alla nascita del bambino, Merlino prende il neonato e lo affida a [[sir Ector]]
[[File:331 The Romance of King Arthur.jpg|miniatura|"Così il bambino fu consegnato a Merlino". Da "The Romance of King Arthur" (1917). Tratto da "Morte d'Arthur" di Malory, di Alfred W. Pollard. Illustrato da Arthur Rackham. Questa edizione fu pubblicata nel 1920 da Macmillan a New York.]]
affinché sia allevato in segreto. Il bambino, chiamato [[Artù]], cresce ignaro delle proprie origini. Intanto, la salute di Uther peggiora. Durante un attacco nemico, il re guida il proprio esercito dalla [[lettiga]], vincendo la battaglia. Tornato a Londra, è ormai in fin di vita e, davanti ai baroni, indica Artù come suo erede prima di morire.
 
==== V-VII ====
Dopo la morte di Uther, il regno cade nel caos. Merlino suggerisce all'[[arcivescovo di Canterbury]] di convocare tutti i nobili per la notte di Natale. In quella notte miracolosa compare una [[Spada nella roccia|spada infissa in un'incudine su una roccia]], con l'iscrizione:
 
::'''Colui che estrarrà questa spada è il legittimo re di Britannia'''".[[File:Sword in the Stone, Cahir.jpg|sinistra|miniaturasenza_cornice]]
 
Nessuno riesce nell'impresa, tranne il giovane Artù, che lo fa per caso mentre cerca un'arma per [[sir Kay]]. Dopo varie prove nelle feste successive, Artù si conferma il solo capace di estrarre la spada. Viene riconosciuto re e incoronato, assegnando i primi incarichi tra i suoi alleati più fedeli.
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==== XXV-XXVI ====
Artù riceve un messaggio provocatorio da re Rience, che pretende la sua barba per completare un mantello fatto con quelle di altri undici re sconfitti. Artù, offeso, rifiuta e si prepara alla guerra. Su consiglio di Merlino, emana un editto per eliminare i neonati nati il primo maggio, uno dei quali (Mordred) è destinato a causare la sua morte. I bambini vengono messi su una nave e affogano, tranne Mordred. La strage provoca sdegno ma nessuna rivolta. Rience raduna un nuovo esercito, preparando lo scenario per futuri conflitti, lasciati in sospeso per il "Libro di [[Balin il Selvaggio]]".
 
=== 2° Libro: Versione da pubblicare ===
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==== III-IV ====
[[File:The round table, Great Hall, Winchester Castle - geograph.org.uk - 1540331.jpg|sinistra|miniatura|La tavola rotonda, Sala Grande, [[Castello di Winchester]]|senza_cornice]]
Durante le celebrazioni giunse a corte Aries il Vaccaro con il figlio diciottenne [[Tor]], bello d’aspetto e in sella a una cavalla magra. Chiese che il figlio fosse fatto cavaliere. Artù notò l’aspetto nobile del giovane e accettò. Merlino rivelò che Tor era in realtà figlio di Re Pellinor, nato da un’unione forzata. La madre confermò, e Pellinor, giunto in seguito a corte, riconobbe il figlio con gioia. Tor fu così fatto cavaliere prima di Galvano, e uno dei seggi vuoti della Tavola fu riservato a Pellinor. L’altro rimase il pericoloso [[Seggio Periglioso]], mortale per chi non fosse degno. Galvano, segretamente rancoroso verso Pellinor, colpevole della morte di suo padre Re Lot, giurò vendetta, ma il fratello [[Gaheris]] lo convinse ad attendere.
 
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I cavalieri giurarono solennemente di osservare queste regole, rinnovando il giuramento ogni [[Pentecoste]].
 
=== 4° Libro ===
 
==== I-V ====
[[File:The Beguiling of Merlin by Edward Burne-Jones.jpg|miniatura|Raffigurazione di Merlino e Nimue di [[Edward Burne-Jones]]]]
Dopo il ritorno delle tre imprese di [[Galvano]], [[Tor]] e [[Pellinore|Pellinor]], [[Merlino]] si innamorò perdutamente di [[Nimue]], damigella della [[Dama del Lago]] condotta a corte da Pellinor. Egli la seguiva ovunque, insegnandole arti magiche, ma Nimue, dopo aver appreso ciò che desiderava, lo allontanò con gentilezza e poi lo ingannò. Durante un viaggio con lei nella terra di [[Benwick]], Merlino incontra per la prima volta [[Lancillotto]], figlio di Re Ban e Regina Elaine, predicendone il glorioso destino. Disse che il vero nome del ragazzo era [[Galahad]] e che sarebbe diventato l’uomo più onorato al mondo. Tornati verso la [[Cornovaglia]], Merlino continuò ad insegnare alla damigella, ma ella, ormai stanca delle sue attenzioni, temendo i suoi poteri (poiché figlio di un diavolo), escogitò un inganno: lo indusse ad entrare in una caverna incantata e lì lo intrappolò per sempre sotto una pietra, chiudendo così il ciclo del mago.
 
Nel frattempo, [[Artù]] era tornato a [[Camelot]] da una festa a Cardoel, quando ricevette notizia di un’invasione: cinque re stranieri (di [[Danimarca]], [[Irlanda]], [[Soleyse]], [[Longtains]] e la Vale) devastavano i confini del regno. Artù, deciso a reagire, convocò i suoi vassalli, tra cui Pellinor, e partì immediatamente, portando con sé anche la regina [[Ginevra]]. L’esercito si accampò nei pressi del fiume [[Humber]]. I cinque re, informati della presenza di Artù, decisero di sorprenderlo con un attacco notturno. L’assalto coglie il re disarmato nei suoi padiglioni, ma con prontezza egli si arma assieme a Ser Kay, Ser Galvano e Ser Griflet.
 
Durante lo scontro notturno, i cinque re si presentarono da soli contro Artù e i suoi tre cavalieri. Ser Kay uccise il primo re con un colpo poderoso, seguito da Galvano, Artù e Griflet che uccisero a loro volta i restanti quattro sovrani. Ginevra fu portata in salvo su una chiatta mentre lodava il valore di Ser Kay. Dopo aver informato i superstiti e ritrovato l’esercito disperso, Artù decise di attendere l’alba. Allo scoprire i corpi dei loro re, le truppe nemiche caddero nello sconforto. Allora Artù li attaccò con un manipolo ristretto e uccise trentamila nemici. Terminata la battaglia, il re si inginocchiò per ringraziare Dio, poi mandò a chiamare Ginevra, che giunse lieta.
 
Un messaggero annunciò che Re Pellinor era giunto con un grande esercito. Dopo aver appreso della vittoria, Pellinor e il re si abbracciarono con gioia. I morti di Artù furono poco più di duecento, compresi otto cavalieri della [[Tavola Rotonda]] uccisi nei padiglioni. In memoria della vittoria, Artù fece edificare sul campo di battaglia l’Abbazia della Bella Avventura.
[[File:Arms of Rhys ap Thomas (variant with Cornish choughs).svg|sinistra|senza_cornice|scudo di Uriens]]
Tornato a Camelot, Artù chiese a Pellinor di aiutarlo a nominare otto nuovi cavalieri della Tavola Rotonda. Pellinor suggerì quattro veterani: [[Urien|Re Uriens]] (sposo di [[Morgana la Fata]]), [[Re del Lago]], [[Ser Hervis di Revel]] e [[Ser Galagars]]. Per i giovani propose [[Galvano]], [[Griflet]], Kay il Siniscalco e offrì infine una scelta tra [[Bagdemagus]] e suo figlio Tor. Artù scelse Tor, lodandone il valore silenzioso.
 
Bagdemagus, offeso, lasciò la corte e vagando nella foresta giunse alla caverna in cui Merlino era prigioniero. Sentendolo lamentarsi, tentò invano di sollevare la pietra. Merlino lo esortò a rinunciare: solo Nimue poteva liberarlo. Bagdemagus si allontanò e visse molte avventure, guadagnando infine l’onore di entrare nella Tavola Rotonda. Ma già il giorno dopo, nuovi eventi si profilavano all’orizzonte.
 
==== VI-XIII ====
Durante una caccia nella foresta, [[Artù]], re Uriens e [[Accolon|ser Accolon di Gallia]] si allontanarono inseguendo un cervo, fino a restare appiedati. Trovarono il cervo morente presso un lago, dove apparve una misteriosa imbarcazione di seta. Vi salirono e furono accolti da venti damigelle che li servirono con ogni onore. Cenarono e dormirono in lussuose stanze. Al risveglio, Uriens si ritrovò a [[Camelot]] accanto alla moglie [[Morgana la Fata]], mentre Artù si svegliò prigioniero in una buia segreta di un castello e Accolon in pericolo legato vicino al margine di un pozzo.
[[File:She raised her oblong lute and smote some chords.png|sinistra|miniatura|Morgana e Accolon. Illustrazione di Eric Pape per Lyrics and Old World Idylls di Madison J. Cawein (1907).]]
Artù apprese da altri prigionieri che il castello apparteneva al codardo [[ser Damas]], in lotta con il fratello valoroso [[Ontzlake]]. Damas aveva catturato cavalieri per costringerli a combattere al suo posto. Una damigella – in realtà alleata di Morgana – convinse Artù a battersi in cambio della libertà dei prigionieri. Intanto, Morgana libera e consegnava ad Accolon la vera [[Excalibur]] e il fodero incantato, ordinandogli di uccidere Artù nel duello, promettendogli la corona.
[[File:And grasped of both wild hands, swung trenchant.png|miniatura|Re Artù riceve i colpi di Accolon. Illustrazione di Eric Pape per Lyrics and Old World Idylls di Madison J. Cawein (1907).]]
Artù ricevette da Morgana una spada e un fodero contraffatti. In un [[Anfiteatro|arena]], affrontò Accolon ignaro della sua identità. Il duello fu accanito: Artù, indebolito dal sangue perso e dalla spada falsa, rischiò la vita. Accolon, favorito da Excalibur, lo feriva gravemente. Intervenne Nimue, che con un incantesimo fece cadere Excalibur dalla mano di Accolon. Artù la recuperò e, riconoscendola, reagì con forza, sottraendo anche il fodero. Disarmò Accolon e lo ferì gravemente.
 
Solo allora Artù scoprì l’identità dell’avversario. Accolon confessò il complotto ordito da Morgana per uccidere Artù e fare di lui il re. Artù, colpito dalla lealtà residua del cavaliere, gli concesse misericordia, pur accusandolo di tradimento.
 
Artù dichiarò pubblicamente la propria identità e il duello fu sospeso. I cavalieri si inginocchiarono chiedendo clemenza. Il re ordinò a ser Damas di cedere il maniero a Ontzlake, restando formalmente proprietario in cambio di un palafreno annuale. Inoltre, dovette liberare i prigionieri e cessare ogni sopruso verso cavalieri erranti, pena la morte. Invitò Ontzlake alla sua corte per divenire suo cavaliere.
 
Artù, ferito, chiese di essere condotto in un convento vicino. Accolon, pur curato, morì dopo quattro giorni. Il re, guarito, ordinò che il corpo fosse riportato a Camelot su una lettiga con il messaggio per Morgana: "Artù ti rimanda il tuo amato, e ha ripreso la sua spada e il suo fodero."
 
==== XIV - XVI ====
Convinta della morte di [[Artù]], [[Morgana la Fata]] tentò di assassinare il marito, Re Uriens, mentre dormiva. Ordinò a una damigella di portarle la sua spada, ma la fanciulla avvisò [[Owain mab Urien|Ser Ivano]], figlio della coppia, che intervenne appena in tempo e fermò la madre. Ivano la minacciò, dichiarandosi figlio di un "demone della terra", ma la perdonò in cambio della promessa di non ripetere l’infamia.
[[File:Queen Morgan le Fay took the scabbard.png|miniatura|Morgana ruba ad artù il fodero di Excalibur. Illustrazione di W. H. Margetson]]
Appresa la morte di [[Accolon]] e il recupero di [[Excalibur]] da parte di Artù, Morgana fu sconvolta ma nascose il suo dolore. Chiese a [[Ginevra]] il permesso di lasciare la corte, e la regina acconsentì. Morgana si recò allora all’abbazia dove sapeva che Artù stava riposando e, trovandolo addormentato con Excalibur in mano, non osò rubarla, ma prese il fodero incantato e fuggì.
[[File:HJ Ford - Morgan Casts Away Excalibur's Scabbard.png|sinistra|miniatura|Morgana getta nel lago il fodero di Excalibur. illustrazione di Henry Justice Ford]]
Artù, svegliandosi e accortosi del furto, partì all’inseguimento con [[Ser Ontzlake]]. Interrogarono un vaccaro che indicò la direzione presa da Morgana, che fuggiva con quaranta cavalieri. Braccata, la donna gettò il fodero nel lago, dove affondò. Quindi lanciò un incantesimo che trasformò se stessa e il suo seguito in blocchi di marmo [[Megalito|megalitici]]. Quando Artù giunse sul posto, li riconobbe e si rammaricò della sorte della sorella. Non trovando il fodero, Artù tornò all’abbazia. Morgana, riprese le sembianze, liberò i suoi uomini e ripartì.
 
Durante il viaggio, Morgana incontrò un cavaliere che trasportava un altro legato, deciso ad annegarlo per adulterio. Morgana lo interrogò: si trattava di [[Manassen]], cugino di Accolon, che negò le accuse. Per affetto verso Accolon, Morgana ordinò di liberarlo e fece imprigionare l’altro, che fu poi annegato da Manassen. Morgana affidò a Manassen un messaggio per Artù: non lo temeva finché fosse in grado di trasformarsi in pietra, e un giorno gli avrebbe dimostrato di essere capace di molto di più. Infine, si ritirò nella contrada di Gore, dove fu onorata e fortificò castelli e città per prepararsi a futuri scontri.