Collecchio: differenze tra le versioni
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Tornato nelle mani dei parmigiani, il feudo nel 1513 fu occupato dalla contessa [[Sanvitale]] di [[Sala Baganza]],<ref>{{cita|GuidaPiù|p. 7}}.</ref> ma nel 1522 il conte Girolamo lo rivendette al Comune di Parma.<ref name="Marcheselli 11"/>
Nei decenni seguenti i marchesi Prati, poi [[Dalla Rosa Prati]], iniziarono ad acquistare terre ed edifici a Collecchio, ove nel 1574 fecero costruire, sui resti del palazzo comitale, la loro villa estiva; si occuparono anche, in nome dei [[Farnese]], di incarichi amministrativi sia in città che nel borgo.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 107}}.</ref> Nel 1777 furono insigniti da parte del [[duchi di Parma|duca]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]] dei diritti feudali su Collecchio, [[Collecchiello]] e Madregolo, che mantennero fino alla loro abolizione sancita da [[Napoleone]] nel 1805.<ref name="Marcheselli 11"/>
L'anno seguente Collecchio divenne sede di Comune (o ''mairie''), comprendente anche le frazioni di Collecchiello, Madregolo e [[Corte di Giarola|Giarola]]; Gaiano, appartenente a Sala Baganza, e Ozzano Taro, appartenente a Fornovo di Taro, furono aggregate dopo l'[[Unità d'Italia]];<ref>{{cita|Marcheselli|p. 108}}.</ref> [[San Martino Sinzano]], comune autonomo istituito per decreto napoleonico, fu annesso nel 1866, perdendo parte del territorio a vantaggio dei comuni limitrofi di Parma e [[San Pancrazio Parmense]].<ref>{{Cita web|url=http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=034808|titolo=Storia dei Comuni|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
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{{Vedi anche|Villa Bertozzi}}
[[File:Villa Bertozzi (Collecchiello, Collecchio) - facciata 2 2025-03-31.jpg|thumb|Villa Bertozzi]]
Edificata a [[Collecchiello]] tra il 1818 e il 1822 per volere del marchese Ludovico Bergonzi sul luogo di un antico fabbricato eretto forse dai conti Carissimi in epoca remota, la villa [[architettura neoclassica|neoclassica]] fu progettata secondo la tradizione dall'architetto [[Paolo Gazola]] o più probabilmente dall'architetto Gaetano Canevari; acquistata nel 1862 dall'imprenditore Agostino Campolonghi, alcuni anni dopo la sua morte il figlio Guido la rivendette all'industriale Arturo Magni, che la dotò di un impianto idrico ed elettrico all'avanguardia; alienata nel 1902 al conte Giovanni Anguissola Scotti, nel 1965 fu comprata dall'industriale [[Amilcare Bertozzi]], che la fece ristrutturare dall'architetto [[Lorenzo Mongiardino]]. La struttura, nota anche come villa Madonna degli Angeli, si sviluppa simmetricamente su tre corpi collegati da due ali ed è caratterizzata dalla monumentale facciata, al cui centro si apre un portico retto da colonne, su cui si imposta un loggiato a sostegno del [[frontone]] triangolare di coronamento; all'interno il salone a doppia altezza dà accesso alla sala da pranzo, circondata da un colonnato [[ordine corinzio|corinzio]] a pianta ellittica e coronata da una [[cupola]]; intorno si estende il grande [[parco all'inglese]], contenente, tra la boscaglia a ovest, un laghetto con grotta e imbarcadero.<ref>{{cita|Gambara|pp. 313-316}}.</ref><ref>{{cita|Cirillo, Godi|p. 327}}.</ref><ref>{{cita|GuidaPiù|p. 9}}.</ref><ref>{{cita|Marcheselli|p. 113}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.informacibo.it/formaggio/bertozzi.htm|titolo=Da leader nella commercializzazione del Parmigiano a leader nel controllo dell'intera filiera produttiva|accesso=21 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202000518/https://www.informacibo.it/formaggio/bertozzi.htm|dataarchivio=2 febbraio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://almater.it/nuova-sede-operativa-di-parma-si-comincia/|sito=almater.it|titolo=Nuova sede operativa di Parma…si comincia!|accesso=21 gennaio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.tourer.it/scheda?villa-bertozzi-loc-collecchiello-collecchio|titolo=Villa Bertozzi|accesso=24 aprile 2025}}</ref>
==== Corte di Giarola ====
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