Cine Club: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 16:
=== Francia: gli anni '20 e la nascita dei Cine Club ===
[[File:Louis Delluc Paul Nadar vers 1920.jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Louis Delluc]] in una fot di [[Nadar]] del 1920]]
Il fenomeno dei ''ciné-club'' nacque in [[Francia]] nel 1921 ad opera di [[Louis Delluc]], che, già dal 1920 aveva creato la rivista ''[[Journal du ciné-club]]'' con l'intento di sviluppare un movimento che fornisse nuove possibilità alla cinematografia. Il primo film proiettato da Delluc il 14 novembre 1921 fu ''[[Il gabinetto del dottor Caligari]]'' di [[Robert Wiene]], con il patrocinio della rivista ''[[Cinéa]]''. Sempre negli stessi anni a [[Parigi]], [[Ricciotto Canudo]] ed il suo ''Club des Amis du Septième Art'' diffondeva il cinema come arte con incontri mensili<ref name=Treccani/>. Negli anni successivi, sorsero quindi nuovi Cine Club in tutta la Francia, favorendo così lo sviluppo e la diffusione di un nuovo linguaggio cinematografico legato alle avanguardie storiche. Nasceva però la necessità di superare la censura, rivolta in particolare modo al [[cinema russo d'avanguardia]], allora considerato un veicolo di idee sovversive. Nel 1927 quando sul territorio nazionale si iniziavano a contare una ventina di Cine Club, nacque l'esigenza di trovare una formula che permettesse ai Cine Club di avere una legislazione che li salvaguardasse, ed a tale scopo nacque nel '29 la [[Fédération française des ciné-clubs]] (FFCC)<ref name=Treccani/>.
=== La diffusione dei Cine Club in Europa ===
[[File:LuisBuñuel1929.jpg|thumb|upright=0.5|[[Luis Buñuel]] nel 1929]]
La prima ''Film Society'' [[Gran Bretagna|britannica]] nacque nel 1925 ad opera di [[Ivor Montagu]] e Hugh Miller, che anche qui, attraverso proiezioni private riservate ai soli soci, poteva permettersi di superare la censura imposta sui film russi dal ''British Board of Film Censors'', mentre il primo "cineclub" della [[Spagna]] fu fondato da [[Ernesto Giménez Caballero]] nel 1928, allora direttore del ''La gaceta literaria'', e fu diretto da [[Luis Buñuel]] fino al suo trasferimento a Parigi. Analogamente si mosse il [[Benelux]], il cui Cine Club più noto fu il Filmliga di Amsterdam nato nel settembre del 1927<ref name=Treccani/>.
Negli anni '30, la diffusione capillare di sale cinematografiche sia pubbliche che private, favorì fortemente la nascita di nuovi Cine Club, che alcune volte possedevano una sala propria, altre potevano usufruire delle sale cinematografiche sempre più numerose.
[[File:Enxoferrieri.jpg|thumb|upright=0.5|left|Enzo Ferrieri negli anni '50]]
Se il fenomeno dei Cine Club era in forte sviluppo nell'[[Europa]] liberale, analoghe iniziative venivano prese anche negli stati a regime totalitario, dove però in molti casi vennero ridimensionati o censurati in parte o totalmente. Con l'avvento del [[Germania nazista|nazismo in Germania]] (1930) i ''Filmfreunden'' non ebbero più margine d'azione. Anche in Spagna, l'avvento di [[Francisco Franco]] anche impedì l'evolversi del movimento dei ''Cineclub'' distrutti dalla [[Guerra civile spagnola|guerra civile]], mentre nel [[Portogallo]] di [[António de Oliveira Salazar]] molti ''Cineclube'' furono chiusi ed i gestori, sospettati di eversione ed arrestati. Nell'[[URSS]] dove il cinema d'avanguardia russo era acclamato ovunque dal mondo intellettuale, solo con l'arrivo di [[Stalin]] (1940) ed il riconoscimento del [[realismo socialista]] come unico linguaggio artistico permesso, furono messi al bando quegli autori che tanto avevano dato allo sviluppo del linguaggio cinematografico e che avevano trovato terreno fertile nei Cine Club di tutta Europa<ref name=Treccani/>. In [[Italia]] invece il primo Cine Club fu fondato a [[Milano]] nel 1926 dal circolo letterario [[Il Convegno]] diretto da [[Enzo Ferrieri]], per poi diffondersi negli anni seguenti anche attraverso i [[Gruppi universitari fascisti|GUF]] e le loro cellule cinematografiche denominate [[CineGUF]]<ref name=Brusi>Giulio Brusi, ''La questione sperimentale (dalle origini agli anni '60'', in AA.VV, ''Fuori norma. La via sperimentale del cinema italiano'', [[Marsilio Editori]], 2013.</ref>.
|