Metafisica: differenze tra le versioni

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In seguito alcuni filosofi tra cui principalmente [[Karl Popper]], sconfesseranno la stessa teoria verificazionista (fondata sull'assunto che ogni enunciato filosofico dovrebbe essere passibile di verifica empirica), come pura metafisica. La verifica di tutti i casi positivi non può in nessun caso provare alcunché, né può essere praticamente applicata; molto più utile alla metodologia scientifica è la [[Principio di falsificabilità|ricerca di casi falsificanti]], ovvero sconfessanti la teoria originaria. Popper assumerà nei riguardi della metafisica un atteggiamento più moderato rispetto ai neopositivisti logici, sostenendo che essa può trovare cittadinanza presso la pratica filosofica, a patto che dalla speculazione filosofica sia poi possibile desumere teorie scientifiche falsificabili. Le proposizioni metafisiche per Popper hanno tra l'altro perfettamente un senso, nella misura in cui seguono il metodo rigoroso della [[logica formale]], cioè mostrano di essere interiormente coerenti. Non hanno dunque soltanto un mero valore suggestivo o soggettivo. Il loro problema consiste nell'inconfutabilià, cioè l’impossibilità di essere sottoposte a prove empiriche oggettive.
 
Da un altro punto di vista muove la critica di [[Heidegger]] alla metafisica, che tuttavia va piuttosto considerata come una prospettiva di interpretazione storico-filosofica, piuttosto che una critica volta a negarne le ragioni e la necessità. È metafisica, secondo Heidegger, "ogni determinazione dell’essenza dell’uomo che già presuppone, sapendolo o non sapendolo, l’interpretazione dell’ente, senza porre il problema della verità dell’Essere”<ref>https://www.ilfoglio.it/cultura/2019/11/03/news/contro-heidegger-283989/</ref>. In pratica, la metafisica è la "entificazione" dell'essere, avviata da Platone, consolidata da Aristotele e proseguita sino a Nietzsche. In particolare, Heidegger concepisce la storia della metafisica come una manifestazione nel pensiero della storia dell'essere stesso: l'essere si dà, si rivela nel pensiero attraverso le definizioni che di esso hanno via via dato i vari pensatori, le varie forme culturali, concependolo, per esempio come: "[[Physis|φύσις]], [[Logos|λόγος]]…[[Idea|ἰδέα]], [[Atto e potenza|ενέργεια]], [[Sostanza (filosofia)|sostanzialità]]…volontà, [[volontà di potenza]], volontà di volontà",<ref>"φύσις, λόγος…ἰδέα, ενέργεια, Substantialität…Wille, Wille zur Macht, Wille zum Willen“. {{Cita libro|titolo=Identität und Differenz|autore=Martin Heidegger|editore=Günther Neske Pfullingen|anno=1957|p=58|lingua=de}}</ref> fino a ridurlo a "Niente". La critica di Heidegger alla metafisica è quindi in realtà un tentativo di ripensare l'Essere nella sua originarietà, riportandosi al di qua di tutta la tradizione filosofica che, da [[Platone]] in poi, elaborando la metafisica ha condotto l'Essere al suo annientamento inteso come oblio. La metafisica diviene così uno dei modi entro cui si è manifestato storicamente l'Essere stesso, paradossalmente mediante il suo proprio nascondimento concettuale, poiché l'Essere è un "Ni-ente", cioè "non-ente", non è un semplice ente. L'Essere, però, si può manifestare solo tramite gli enti, i quali, di conseguenza, allo stesso tempo lo rivelano e lo occultano. Si noti che Heidegger accumunò la metafisica alla tecnica proprio per l'analoga visione della realtà "meccanicamente" popolata da enti.
 
Nel proporre, in qualche modo, un ritorno a Parmenide, poi ripreso da [[Emanuele Severino]], egli finì col concepire non più l'essere statico e immobile dei Greci, ma un qualcosa di dinamico e storicizzato, immanente e [[panteismo|panteistico]], ben lontano dall'essere al di là della natura apparente proprio della metafisica tradizionale. Per questi aspetti, l'ontologia di Heidegger si tradusse in un rifiuto della metafisica.<ref>Battista Mondin, ''Ontologia e metafisica'', ESD, Bologna 2022, p. 29. Citazione: "Pertanto, l'ontologia va tenuta distinta dalla metafisica. Questo è quanto ha fatto Heidegger, il quale, 'pur rifiutando la metafisica', ha compiuto un'analisi approfondita dell'ente e dell'essere".</ref>