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=== La costituzione durante il fascismo come ente provvisorio e la presidenza di Albero Beneduce ===
{{Vedi anche|Alberto Beneduce}}
La costituzione dell'IRI, avvenuta nel gennaio [[1933]], fu patrocinata a [[Benito Mussolini]] dal ministro delle finanze [[Guido Jung]]<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/guido-jung_(Dizionario-Biografico) Dizionario biografico Treccani]</ref>. L'Iri nacque come ente temporaneo durante il periodo fascista con lo scopo prettamente di salvataggio delle banche e delle [[Azienda|aziende]] a loro connesse. Primo presidente, oltre che uno dei principali artefici della creazione dell'ente, fu [[Alberto Beneduce]], economista di formazione socialista, che godeva della fiducia del
[[File:Alberto Beneduce1.gif|thumb|right|[[
Il nuovo ente era formato da una "Sezione finanziamenti" e una "Sezione smobilizzi".
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In questo modo l'IRI, e quindi lo [[Stato]], smobilizzò le banche miste, diventando contemporaneamente proprietario di oltre il 20% dell'intero capitale azionario nazionale e di fatto il maggiore [[imprenditore]] italiano con aziende come [[Ansaldo]], [[Acciaierie di Terni|Terni]], [[Ilva]], [[SIP - Società Idroelettrica Piemontese|SIP]], [[SME (azienda)|SME]], [[Alfa Romeo]], [[Navigazione Generale Italiana]], [[Lloyd Triestino|Lloyd Triestino di Navigazione]], [[Cantieri Riuniti dell'Adriatico]]. Si trattava in effetti di grandi aziende che già da molti anni erano vicine al settore pubblico, sostenute da politiche tariffarie favorevoli e da commesse pubbliche. Inoltre, l'IRI possedeva le tre maggiori banche italiane.
▲[[File:Alberto Beneduce1.gif|thumb|[[Aly679berto Beneduce]], il primo presidente dell'IRI.]]
Nel [[1934]], il valore nominale del patrimonio industriale italiano era di 16,7 miliardi di lire, pari al 14,3% del [[Pil]]. Tra i principali trasferimenti all'ente figuravano<ref>Mimmo Franzinelli, Marco Magnani, ''Beneduce, il finanziere di Mussolini'', Mondadori 2009, pagg. 229-230</ref>:
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