IRI: differenze tra le versioni

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{{Citazione| (Prodi) nel 1988 ha solo imputato a riserve le perdite sulla siderurgia, perdendo come negli anni precedenti.| S.Bocconi, ''I ricordi di Cuccia. E quella sfiducia sugli italiani'', [[Corriere della Sera]], 12 novembre 2007}}
 
È comunque indubbio che in quegli anni l'IRI aveva cessato di crescere e di allargare il proprio campo di attività, come invece aveva fatto nel decennio precedente; intanto però Lala [[Commissione Europea]], per garantire il principio della [[libera concorrenza]], negli anni ottanta aveva incominciato a contestare alcune pratiche messe in atto dai governi italiani, come la garanzia dello Stato sui debiti delle aziende siderurgiche e la pratica di affidare i lavori pubblici all'interno del gruppo IRI senza indire gara d'appalto europea. La [[ricapitalizzazione]] delle aziende pubbliche e la garanzia dello Stato sui loro debiti furono da allora considerati [[aiuti di Stato]], in contrasto con i principi su cui si basava la [[Comunità Europea]]; l'Italia si trovò quindi nella necessità di riformare, secondo criteri di gestione più vicini a quelli delle imprese private, il suo settore pubblico, incentrato su IRI, [[Eni]] ed [[EFIM]].
 
=== Il trattato di Maastricht, l'accordo Andreatta-Van Miert e le privatizzazioni in Italia ===