Scarperia: differenze tra le versioni

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L'impoverimento di Scarperia conobbe il suo massimo quando nel 1908 fu emanata la legge giolittiana che impediva il commercio e il porto di coltelli a serramanico di lunghezza superiore al palmo della mano. L'artigianato d'eccellenza dei ferri taglienti è sopravvissuto fino ai giorni nostri ed è il fiore all'occhiello del paese grazie al pregio di materiali e lavorazioni ed all'impulso del collezionismo.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], Scarperia fu uno dei comuni della Toscana designati a luogo di internamento libero per [[ebrei internati in Italia|ebrei stranieri]] e dissidenti politici.<ref>[https://www.annapizzuti.it/regioni/toscana.php Ebrei stranieri internati in Toscana].</ref> Vi soggiornarono a domicilio coatto per periodi vari almeno 4 persone: due componenti di un nucleo familiare slavo i cui congiunti erano accusati di attività anti-italiane, un dissidente politico "fervente comunista" (Umano Pozzoni) e un ebreo apolide, Leone Smulevich, che dopo l'8 settembre 1943 troverà rifugio dalle deportazioni a [[Firenzuola]].<ref>Umberto Pozzoni fu rilasciato nel settembre 1943. Leone Smulevich si riunì al resto delledella sua famiglia a [[Firenzuola]] dove sopravvissero grazie all'aiuto delle famiglie Angeli e Righini. I civili slavi, rimasti a Scarperia, furono rimpatriati nell'agosto 1945. [https://archiviodistatofirenze.cultura.gov.it/asfi/internati-civili-nella-toscana-fascista-1940-1944/internamento-libero/scarperia L’internamento libero a Scarperia].</ref>
 
Oggi Scarperia è uno dei [[I borghi più belli d'Italia|Borghi più belli d'Italia]], e riesce a coniugare la produttività in campo metalmeccanico (Zona Industriale di Pianvallico) alla ricercatezza e alla qualità enogastronomica.