Impero tedesco: differenze tra le versioni
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Il nome ufficiale dello [[Reich Tedesco|Stato]] rimase anche durante il periodo della [[Repubblica di Weimar]] e sino alla fine della [[seconda guerra mondiale]]. La capitale era [[Berlino]], la valuta il [[Goldmark]], l'inno imperiale ''[[Heil dir im Siegerkranz]]'' e l'inno nazionale non ufficiale ''[[Die Wacht am Rhein]]''. La bandiera era un tricolore composto di tre bande orizzontali di eguali dimensioni, di colore nero, bianco e rosso. La famiglia imperiale regnante fu quella [[Regno di Prussia|prussiana]] degli [[Casato di Hohenzollern|Hohenzollern]].
Dopo il 1850, i vari Stati che componevano l'Impero tedesco si svilupparono rapidamente e accrebbero notevolmente la propria produzione industriale, soprattutto per quanto riguarda [[carbone]], [[ferro]] (e successivamente [[acciaio]]) e prodotti chimici, sviluppando, altresì, una vasta [[rete ferroviaria]]. Nel 1871 la Germania aveva una popolazione di 41 milioni di abitanti, saliti a 68 nel 1913, concentrati principalmente nei centri urbani.<ref>J. H. Clapham, ''The Economic Development of France and Germany 1815–1914'' (1936)</ref> Durante i suoi quarantasette anni di esistenza, l'Impero tedesco fu senza ombra di dubbio un gigante economico, industriale, tecnologico e scientifico, tanto che nel 1913 era la più grande economia d'Europa (avendo superato per [[prodotto interno lordo]] anche il [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]]) e la terza a livello mondiale (dopo Stati Uniti e Cina)<ref name="Gat2008"/>, producendo ben l'8,8% della ricchezza del pianeta<ref name="Gat2008">{{cita libro|autore=Azar Gat|titolo= War in Human Civilization |url= https://books.google.com/books?id=S6gSDAAAQBAJ&pg=PA517 |anno= 2008|editore= [[Oxford University Press]]|isbn= 978-0-19-923663-3|p=517}}</ref><ref>Le otto più grandi economie del mondo nel 1913 erano, in ordine decrescenteː Stati Uniti (19,1% del PIL mondiale), Cina (8,9%), Germania (8,8%), Russia (8,6%), Regno Unito (8,3%), Francia (5,3%), Italia (3,5%), Giappone (2,3%). Vediː Azar Gat, op. cit.
== Storia ==
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Il [[Partito di Centro Tedesco]] (''Deutsche Zentrumspartei'', noto anche semplicemente come ''Zentrum'', Centro), aveva una forte impronta cattolica e un carattere interclassista, e si oppose con decisione al [[Kulturkampf]] bismarckiano.
Una particolare importanza ebbe il costante rafforzamento del socialismo tedesco, il nemico che Bismarck non fu capace di spezzare. Il [[Partito Socialdemocratico di Germania]] era nato nel [[1875]], al [[programma di Gotha|congresso di Gotha]], grazie all'unificazione tra l'Associazione Generale dei Lavoratori Tedeschi (''Allgemeiner Deutscher Arbeiter-Verein''), creata nel [[1863]] da [[Ferdinand Lassalle]], e il Partito Operaio Socialdemocratico di Germania (''Sozialdemokratische Arbeiterpartei Deutschlands''), di orientamento marxista, fondato nel [[1869]] da [[Wilhelm Liebknecht]] e [[August Bebel]]. Il nuovo partito sopravvisse all'ondata repressiva durata dal [[1878]] al [[1890]], rafforzandosi costantemente insieme al [[Sindacato|movimento sindacale]], fino a diventare alla fine del secolo la forza guida della [[Seconda Internazionale]].
=== Il sistema giuridico ===
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D'altro canto l'Impero garantì la [[libertà di stampa]], la [[Proprietà (diritto)|proprietà]] privata e riuscì a costruire un avanzato sistema di [[sicurezza sociale]] basato sulle assicurazioni obbligatorie, il cui nucleo è sopravvissuto agli sconvolgimenti di due guerre mondiali e al nazismo e ancora sopravvive. L'Impero aveva un moderno sistema elettorale per il parlamento federale, il ''Reichstag'', in cui ogni maschio adulto aveva diritto di voto. Questo consentì ai socialisti e ai cattolici centristi di giocare un ruolo importante nella politica nazionale, sebbene entrambi i gruppi politici fossero ufficialmente visti, più o meno, come "nemici dell'Impero".}}
Quello dell'Impero è stato anche un periodo di enorme sviluppo per la vita culturale tedesca. Questo è vero sia per la ricerca e le [[università]], quanto per le arti e la [[letteratura]]. [[Thomas Mann]] pubblicò ''I Buddenbrook'' nel [[1901]]. [[Theodor Mommsen]] vinse il [[Premio Nobel per la letteratura]] un anno prima, grazie alla sua monumentale Storia di Roma. Pittori come quelli raccolti nei gruppi ''[[Der Blaue Reiter]]'' e ''[[Die Brücke]]'' diedero un contributo significativo all'arte moderna. L'[[Fabbrica di turbine AEG|edificio turbine]] dell'[[AEG (azienda)|AEG]]<ref>Cfr. la [https://www.courses.psu.edu/nuc_e/nuc_e405_g9c/berlin/bauten/turbinenhalle.jpg foto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151109190620/https://www.courses.psu.edu/nuc_e/nuc_e405_g9c/berlin/bauten/turbinenhalle.jpg |
La questione del ''[[Sonderweg]]'' ossia se la natura della società e della politica dell'Impero abbia reso inevitabile il [[Nazionalsocialismo|Nazismo]] è tuttora dibattuta. Alcuni storici, come [[Fritz Fischer (storico)|Fritz Fischer]], [[Hans-Ulrich Wehler]] e [[Wolfgang Mommsen]] hanno sostenuto che, durante il Secondo Reich, un{{'}}''élite'' aristocratica, reazionaria e "pre-moderna" penetrò in profondità nella società tedesca e, quindi, la [[Repubblica di Weimar]] era condannata al fallimento fin dall'inizio. Per altri studiosi, come [[Gerhard Ritter]], solo la Prima Guerra Mondiale e il periodo ad essa successivo aprirono le porte al Nazismo.
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* {{Cita libro|autore=Bernhard von Bülow|titolo=La Germania imperiale|url=https://www.google.it/books/edition/La_Germania_imperiale/pQbrh8thrhkC?hl=it&gbpv=0|anno=1994|editore=Studio Tesi|cid=Bülow|ISBN=9788876924248}}
* Massimo L. Salvadori, ''Storia dell'età contemporanea''. Torino, Loescher, 1990. ISBN 88-201-2434-3.
* {{Cita libro|autore=Nicola Taccone Gallucci|titolo=L'impero germanico e l'avvenire d'Europa|url=https://www.google.it/books/edition/L_impero_germanico_e_l_avvenire_d_Europa/cVweG_kWN1IC?hl=it&gbpv=0|anno=1872|editore=Tip. editrice degli Accattoncelli|cid=Gallucci}}
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