Discesa di Carlo VIII in Italia: differenze tra le versioni

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Nel maggio Ludovico inviò la moglie Beatrice quale sua ambasciatrice a Venezia e comunicò alla Signoria, per tramite di lei, certe sue pratiche segrete con l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] per l'ottenimento dell'investitura al ducato di Milano, nonché la notizia segretissima appena comunicatagli che [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]], firmata la pace con l'imperatore, era risoluto a compiere la sua impresa contro il regno di Napoli e a nominare Ludovico capo e conduttore di detta impresa.<ref>Die Beziehungen der Mediceer zu Frankreich, während der Jahre 1434-1490, in ihrem Zusammenhang mit den allgemeinen Verhältnissen Italiens, di B. Buser, 1879, pp. 540-543.</ref> Si trattava dell'annuncio ufficiale e definitivo.<ref>{{Cita|Biancardi|pp. 254-256}}.</ref> I coniugi desideravano dunque conoscere il parere della Signoria a questo riguardo, e ne chiedevano indirettamente l'appoggio, forse sperando così di evitare una discesa dei francesi in Italia.<ref>Giovanni Soranzo, ''Una missione segreta a Venezia di Beatrice d'Este'', in ''Rendiconti dell'Istituto lombardo'', classe di lettere e scienze morali e storiche, 94, 2 [1960], pp. 467-478.</ref> I veneziani risposero che quanto riferito era assai grave e si limitarono a vaghe rassicurazioni, tenendosi fuori da queste manovre.<ref name=":42">{{Cita libro|autore=Samuele Romanin|titolo=Strenna Italiana|url=https://books.google.it/books?id=K9VUAAAAcAAJ&pg=PA131&dq|pp=137-139|volume=19}} {{Cita|Biancardi|p. 256}}.</ref> A dispetto della richiesta segretezza, il Senato s'affrettò a comunicare le rivelazioni della duchessa al re di Napoli, sollecitandolo alla pace col Papa.<ref>{{Cita libro|autore=[[Samuele Romanin]]|titolo=Storia documentata di Venezia|url=https://www.google.it/books/edition/Storia_documentata_di_Venezia_di_S_Roman/0l4JE_LSM5AC?hl=it&gbpv=0|anno=1856|editore=tipografia di Pietro Naratovich|pp=23-25|cid=Romanin}} Histoire de Charles VIII, roi de France, d'apre̲s des documents diplomatiques, Volume 1, Claude Joseph de Cherrier, Didier, 1870, pp. 356-357.</ref>
 
Tornato a Milano da Ferrara (dove si era abboccato col suocero), Ludovico scoprì che durante la loro assenza Isabella aveva congiurato con [[Boccolino di Guzzone|Boccalino Guzzoni da Osmo]], condottiero napoletano assai vicino al duca di Calabria, per togliergli lo Stato e uccidere lui, la moglie e i figli. Boccalino fu arrestato, torturato e impiccato,<ref>Vita e fatti di Boccolino Guzzoni da Osimo capitano di ventura del secolo XV: narrati con documenti inediti ed editi rarissimi, Giosuè Cecconi, Rossi, 1889, pp. 156-160.</ref> mentre Isabella ricevette un rimprovero da parte dell'ambasciatore napoletano.<ref>Guido Lopez, ''Moro! Moro! Storie del Ducato Sforzesco'', Camunia, 1992, pp. 205-207.</ref> Il [[Guicciardini]] parlò a questo punto di un certo viaggio progettato da re Ferrante verso Genova e poi Milano, dove avrebbe dovuto incontrare Ludovico e Beatrice per persuaderli alla pace e ricondurre a Napoli Isabella, ma infermatosi proprio in quei giorni, morì il 25 gennaio 1494, secondo alcuni più di dispiacere che di malattia.<ref>{{Cita|Dina|p. 344}}.</ref> Asceso al trono, Alfonso III accolse le preghiere della figlia Isabella e occupò, come primo atto di ostilità, la città di [[Bari]]. Da ciò derivò la reazione di Ludovico che, per rispondere alle sue minacce, lasciò mano libera al monarca francese di scendere in Italia.<ref name="Corio, p. 1057">{{Cita|Corio|p. 1057}}.</ref>
 
La riconquista del regno più grande della Penisola, già governato dalla Casata degli [[Angioini]] (dal 1282 al 1442), non comprendeva, nei progetti di Carlo, anche la Sicilia. Quest'ultimo fatto depone a favore della tesi secondo la quale Carlo VIII non intendesse accrescere semplicemente i domini della sua Casata, ambizione comune a molte case regnanti di area [[mitteleuropea]] o [[anglosassoni|anglosassone]], ma farne piuttosto la base di partenza per quelle [[Crociate]] la cui eco era stata rinvigorita dalla cacciata degli [[arabi]] dall'ultimo possedimento spagnolo, il [[Regno di Granada]] ([[1492]]). Il progetto politico della ''Res Publica Christiana Pro Recuperanda Terra Sancta'' aveva ancora presa nelle aristocrazie europee, nonostante le otto Crociate che miravano a realizzarlo si fossero alla fine risolte in un disastro.