Impero sasanide: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''Impero sasanide''', o '''sassanide''', fu un'entità politica istituita da [[Ardashir I]] in seguito alla caduta dell'[[Impero partico]] e alla sconfitta dell'ultimo re della [[Arsacidi di Partia|dinastia arsacide]], [[Vologase VI]].
 
Governato dalla [[sovrani della Persia|dinastia sasanide]], esso esistette dal 224 al 651 d.C. ed era noto ai suoi abitanti con il nome '''Ērānshahr''' (letteralmente "Impero ariano") e '''Ērān''' in persianoMedio mediopersiano, mentre come ''Iranshahr'' e ''Iran'' in persianoNuovo nuovopersiano.<ref>{{cita|Mirwaisi (2020)|p. 42}}.</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=D.N. MacKenzie|lingua=en|titolo=A Concise Pahlavi Dictionary|anno=2005|p=120|editore=Routledge Curzon|città=Londra e New York|isbn=0-19-713559-5}}</ref> Ultimo impero persiano attivo in epoca preislamica, nel corso della sua esistenza riuscì a elevarsi al rango di una delle potenze maggiori in [[Asia occidentale]], meridionale e centrale, insieme con l'[[Impero romano]] prima e l'[[Impero romano d'Oriente]] poi.<ref>{{cita|Wiesehofer (1996)}}.</ref><ref>{{cita web|titolo=A Brief History|lingua=en|url=http://www.cultureofiran.com/b_history.php|sito=Culture of Iran|accesso=24 aprile 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071011165840/http://cultureofiran.com/b_history.php|urlmorto=sì}}</ref><ref name="sha2005">{{cita|Shapur Shahbazi (2005)}}.</ref>
 
Nel corso del tempo, l'impero giunse a conquistare interamente il territorio degli odierni [[Iran]], [[Iraq]], [[Afghanistan]], [[Siria]] orientale, il [[Caucaso]] ([[Armenia]], [[Georgia]], [[Azerbaigian]] e [[Daghestan]]), [[Asia centrale]] sudoccidentale, parte della [[Turchia]], alcune regioni costiere della [[penisolaPenisola arabica]], la regione del [[Golfo Persico]] e alcune regioni del [[Pakistan]] occidentale. Secondo la leggenda, la bandiera dell'Impero sasanide era la [[Derafsh Kaviani]].<ref>{{cita web|lingua=en|autore=Khaleghi-Motlagh|url=https://www.iranicaonline.org/articles/derafs-e-kavian|accesso=24 aprile 2022|titolo=Derafš-e Kāvīān}}</ref>
 
La parentesi sasanide è considerata una delle più importanti e floride della [[storia della Persia]], in quanto corrispose a un momento di grande splendore per diverse aree di quella regione.<ref>{{cita|Hourani (2013)|p. 87}}.</ref> Più nel dettaglio, il periodo sasanide coincise con il picco dell'antica [[civiltà persiana]], la cui cultura influenzò considerevolmente anche la civiltà romana nella tarda antichità.<ref name="Bury_1923">{{cita|Bury (1923)|p. 109}}.</ref> Nel [[basso Medioevo]], l'influenza culturale dei Sasanidi si estese anche oltre i confini territoriali dell'impero, raggiungendo persino l'Europa occidentale,<ref name="dur158"/> l'[[Africa]],<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.transoxiana.com.ar/0104/sasanians.html|autore=Matteo Compareti|numero=4|anno=luglio 2002|rivista=Transoxiana|titolo=Sasanians in Africa}}</ref> la [[Cina]] e l'[[India]].<ref>{{cita|Sarfaraz e Firuzmandi (1996)|pp. 329-330}}.</ref> È noto che [[Ctesifonte]], capitale dell'entità politica in esame, intrattenne rapporti pacifici con la [[dinastia Tang]] in Cina e con l'impero indiano; inoltre, giocò un ruolo fondamentale nella formazione dell'arte medievale sia europea sia asiatica.<ref name="saga">{{cita web|lingua=en|accesso=24 aprile 2022|url=http://www.artarena.force9.co.uk/sass2.htm|titolo=Iransaga: The art of Sassanians}}</ref> La cultura persiana gettò infine le basi per molti elementi della [[cultura islamica]], influenzando campi quali l'arte, l'architettura, la musica, la letteratura e la filosofia.<ref>{{cita|Zarinkoob (1999)|p. 305}}.</ref>
 
== Origine ed evoluzione del nome ==
Ufficialmente, l'entità politica in esame era conosciuta come imperoImpero degli iraniciIranici (in [[Lingua pahlavi|medio persiano]]: ''ērānšahr''; in [[lingua partica|partico]]: ''aryānšahr''); il termine è attestato per la prima volta nella [[Res gestae divi Saporis|Grande iscrizione di Sapore I]], dove il re che ne ordinò la costruzione afferma: «Io sono il sovrano dell'Impero degli Iranici» (in medio persiano: ''ērānšahr xwadāy hēm'', in partico: ''aryānšahr xwadāy ahēm'').<ref>{{cita web|url=https://www.iranicaonline.org/articles/eran-eransah|titolo=Ērān, Ērānšahr|sito=Encyclopaedia Iranica|accesso=27 aprile 2022}}</ref>
 
In ambito storico e accademico, resta comunque più comune la denominazione "Impero sasanide", che si deve al nome del fondatore della dinastia, ovvero di Sāsān, sacerdote del [[tempio di Anahita]], signore di Ṣṭakhr, governatore del Fārs e padre di Pāpak (o [[Babak Khorramdin|Bābak]]), al governo su una piccola città della Persia. Alcuni storici si sono riferiti all'Impero sasanide anche come impero neo-persiano, rimarcando il fatto che fu il secondo impero iranico, dopo [[Impero achemenide|quello achemenide]], sviluppatosi partendo dalla regione di [[Provincia di Fars|Pars]] (''Persis''),<ref name="cor61">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=83bnlWGrPdQC&pg=PA61|autore=Georges Corm|titolo=Storia del Medio Oriente: dall'antichità ai nostri giorni|editore=Editoriale Jaca Book|anno=2009|isbn=978-88-16-40876-0|p=61}}</ref> mentre altri storici si sono riferiti come terzo impero, in considerazione del fatto che dopo l'Impero achemenide, nella regione vi fu anche il dominio dei Parti, talvolta definito come regno ma altre considerati come fondatori dell'[[Impero partico]].<ref>{{Cita pubblicazione |url=https://www.fordham.edu/download/downloads/id/9673/fall_2017_lecture.pdf |autore=Patrick J. Ryan, S.J |titolo=Reformation: Jewish, Christian and Muslim experiences |capitolo=Introduction: when worlds collide |citazione=The third empire was that of the Sasanian Persians, predominantly Zoroastrian and monotheistic in their religious orientation... |p=4 |anno=2018}}</ref>
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[[File:Ghal'eh Dokhtar2.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.6|[[Dezh Dokhtar|Qalʿe Dokhtar]] nell'odierna [[provincia di Fars]] in [[Iran]], costruito da [[Ardashir I]] nel 209, prima di sconfiggere l'[[Impero dei Parti]].]]
 
I resoconti che narrano la caduta dei Parti e l'ascesa dei Sasanidi sono discordanti, ede i dettagli su questi avvenimenti sono un mistero.<ref>{{cita|Frye (2005)|p. 461}}.</ref> L'Impero sasanide fu fondato a [[Istakhr|Iṣṭakhr]] da [[Ardashir I]], un discendente dei sacerdoti della dea [[Anahita]].
 
Bābak era in origine il sovrano della regione di Kheir, tuttavia, a partire dall'anno 200, riuscì a rovesciare Gocihr e ad autoproclamarsi nuovo re dei Bazrangidi. Sua madre, Rodhagh, era la figlia del governatore provinciale di Persia. Bābak e suo figlio maggiore Sapore riuscirono a espandere la propria potenza su tutta la Persia.<ref name="far180"/><ref name="zar194198"/> Gli avvenimenti successivi non sono chiari, a causa dell'insufficienza delle fonti. È certo tuttavia che, deceduto Babak, il governatore di [[Darab|Darabgerd]], ArdashirArdashīr, fu coinvolto in una lotta per il potere con suo fratello maggiore Sapore. Le fonti narrano che Sapore, andandosene da un incontro con il fratello, fu ucciso da un tetto di un edificio che crollò su di lui. A partire dal 208, dopo avere giustiziato gli altri fratelli, ArdashirArdashīr si proclamò re di Persia.<ref name="far180">{{cita|Farrokh e Frye (2009)|p. 180}}.</ref><ref name="zar194198">{{cita|Zarinkoob (1999)|pp. 194-198}}.</ref>
 
Una volta diventato ''[[shahanshah|shāhanshāh]]'' (re), ArdashirArdashīr trasferì la sua capitale al sud della Persia, fondando ArdashirArdashīr-Khwarrah (in precedenza ''Gur'', l'odierna [[Firuzabad]]). La città, ben protetta dalle alte montagne e facilmente difendibile a causa dei passi stretti, divenne il centro dei tentativi di ArdashirArdashīr di ottenere piùmaggior potere.<ref name="far182"/> La città era circondata da alte mura circolari e al lato settentrionale si trovava un immenso palazzo, i cui resti sopravvivono ancora oggi. Dopo avere consolidato il dominio in Persia ArdashirArdashīr I estese rapidamente il suo territorio, pretendendo fedeltà dai principi locali di Fars e ottenendo il controllo delle province confinanti di Kermān, Iṣfahān, [[Susa (città antica)|Susiana]] e [[Mesene]].<ref name="far182"/> Questa espansione preoccupò [[Artabano IV]], il re dei Parti, che in un primo momento ordinò al governatore del Khuzestān di condurre guerra contro ArdashirArdashīr nel 224, ma i primi scontri furono vittoriosi per quest'ultimo. In un secondo tentativo di annientarlo, lo stesso Artabano si scontrò con lo ''[[Scià|shāhanshāh]]'' in [[Battaglia di Hormozdgan|battaglia presso Hormozgan]], venendone ucciso. Dopodiché ArdashirArdashīr I invase le province occidentali dell'Impero dei Parti, sottomettendole e ponendo fine a esso.<ref name="far182">{{cita|Farrokh e Frye (2009)|p. 182}}.</ref>
 
[[File:AhuraMazda Ardeshir.jpg|miniatura|upright=1.4|sinistra|Fregio sasanide a [[Naqsh-e Rostam]] ([[Iran]]), raffigurante [[Ardashir I|Ardashīr I]] incoronato da [[Ahura Mazdā]] (a destra); la figura in piedi alle sue spalle è probabilmente il successore, suo figlio [[Sapore I]].]]
 
I fattori che contribuirono all'ascesa dei Sasanidi furono la lotta dinastica tra Artabano e [[Vologase VI]] per il trono dei Parti, che probabilmente permise ad ArdashirArdashīr di consolidare la sua autorità nel sud con poca o nessuna interferenza da parte dei Parti; oltre ovviamente alla geografia della [[provincia di Fars]], che la separava dal resto dell'Iran.<ref>{{cita|Frye (2005)|pp. 465-466}}.</ref> Incoronato nel 224 a [[Ctesifonte]] unico re di Persia, ArdashirArdashīr assunse il titolo di ''shāhanshāh'' o "Re dei Re" (le iscrizioni menzionano [[Adur-Anahid]] come sua "Regina delle Regine", ma la sua relazione con ArdashirArdashīr non è certa), portando alla dissoluzione dell'impero dei Parti dopo 400 anni e all'inizio di quattro secoli di dominio sasanide.<ref>{{cita|Frye (2005)|pp. 466-467}}.</ref>
 
Negli anni successivi, nonostante delle rivolte che sconvolsero l'impero, ArdashirArdashīr I riuscì a espandere ulteriormente l'imperoImpero a est e a nordovest, conquistando le province didel [[Sistan]], [[Gorgan]], [[Khorasan]], [[Margiana]] (nel moderno [[Turkmenistan]]), [[Balkh]] e [[Corasmia]]. Aggiunse inoltre il [[Bahrein]] e [[Mosul]] ai domini sasanidi. Successive iscrizioni sasanidesasanidi rivendicano inoltre la sottomissione dei Re di [[Kushan]], [[Tūrān]] e [[Makran]] ad ArdashirArdashīr, anche se basata su evidenza numismatica, è più probabile che questi siano stati sottomessi dal figlio di ArdashirArdashīr, il futuro [[Sapore I]]. In Occidente, assalti contro [[Hatra]], [[regno d'Armenia]] e [[Adiabene]] ebbero meno successo. Nel 230 penetrò in territorio romano e una [[Campagna sasanide di Alessandro Severo|controffensiva]] romana avvenuta due anni dopo non ottenne grandi successi, anche se l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Alessandro Severo]] celebrò comunque un trionfo nell'Urbe.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=dtl7DQAAQBAJ&pg=PT7|titolo=L'esercito romano da Romolo a re Artù|volume=3|autore=Marco Lucchetti|editore=Soldiershop Publishing|anno=2016|isbn=978-88-93-27146-2}}</ref><ref name="dar2000">{{cita|Daryaee (2000)}}.</ref><ref>{{cita|Frye (1993)|p. 124}}.</ref>
 
==== Sapore I ====
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam al.jpg|miniatura|[[Bassorilievo]] sasanide a [[Naqsh-e Rostam]] raffigurante [[Sapore I]] (a cavallo) mentre fa prigioniero l'imperatore romano [[Valeriano]] (in piedi) e [[Filippo l'Arabo]] (genuflesso).]]
 
Il figlio di ArdashirArdashīr I, [[Sapore I]], continuò l'espansione dell'impero, conquistando la [[Battria]] e la porzione occidentale dell'[[Impero Kusana]], mentre conduceva alcune campagne contro [[Impero romano|Roma]]. Invadendo la Mesopotamia romana, Sapore I espugnò [[Carre (città antica)|Carre]] e [[Nisibis]], ma nel 243 il generale romano [[Timesiteo]] sconfisse i Persiani a [[Battaglia di Resena|Resena]] e recuperò i territori perduti.<ref name="fry125">{{cita|Frye (1993)|p. 125}}.</ref> L'imperatore [[Gordiano III]] (238-244) avanzò successivamente verso l'Eufrate ma fu sconfitto a [[Battaglia di Mesiche|Mesiche]] (244), portando all'assassinio di Gordiano, ucciso dalle sue stesse truppe, e alla conclusione di un trattato con Roma vantaggioso per la Persia stretto con ilcol nuovo imperatore [[Filippo l'Arabo]], con cui si assicurò dai Romani l'immediato pagamento di 500.000 ''denarii'' e ulteriori pagamenti annuali.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Wv0hEAAAQBAJ&pg=PA149|p=149|lingua=en|titolo=Gordian III and Philip the Arab: The Roman Empire at a Crossroads|autore=Ilkka Syvänne|editore=Pen and Sword Military|anno=2021|isbn=978-15-26-78678-4}}</ref>
 
[[File:HumiliationValerianusHolbein.jpg|miniatura|sinistra|L'umiliazione di Valeriano per opera di Sapore ([[Hans Holbein il Giovane]], 1521, [[Kunstmuseum Basel]]).]]
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==== Da Bahram I a Ormisda II ====
I successori di Sapore abbandonarono la precedente politica di tolleranza religiosa. Sotto la pressione dei [[Magi (zoroastrismo)|magiMagi]] zoroastriani, e influenzato dal grande sacerdote [[Kartir]], [[Bahram I]] uccise Mani e perseguitò i suoi seguaci. [[Bahram II]] seguì, come suo padre, una politica favorevole ai sacerdoti zoroastriani.<ref>{{cita|Zarinkoob (1999)|p. 197}}.</ref><ref>{{cita|Frye (1967)|p. 128}}.</ref> Durante il suo regno la capitale sasanide Ctesifonte fu saccheggiata dai Romani sotto l'imperatore [[Marco Aurelio Caro|Caro]] e la maggior parte dell'Armenia, dopo mezzo secolo di dominio persiano, fu ceduta a [[Diocleziano]].<ref>{{cita|Zarinkoob (1999)|p. 199}}.</ref>
 
Succedendo a [[Bahram III]] (che regnò brevemente nel 293) [[Narseh]] si imbarcò in un'altra guerra con i Romani. Dopo avere ottenuto un primo successo sul Cesare [[Galerio]] presso [[Callinicum]] nel 296, Narseh fu sconfitto decisamente. Infatti Galerio aveva ricevuto dei rinforzi provenienti dai Balcani, probabilmente nella primavera del 298.<ref name="bar18"/> Narseh non avanzò dall'Armenia e Mesopotamia, lasciando che fosse Galerio a condurre l'offensiva nel 298 con un attacco alla Mesopotamia orientale tramite l'Armenia. Narseh si ritirò in Armenia per scontrarsi con l'esercito di Galerio in condizioni per lui sfavorevoli: il terreno scosceso armeno era favorevole alla fanteria romana e sfavorevole alla cavalleria sasanide. Galerio vinse due battaglie consecutive contro Narseh.<ref name="bar18">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=LGDjJK-JeSwC&pg=PA18|autore=Timothy David Barnes|titolo=Constantine and Eusebius|editore=Harvard University Press|anno=1981|isbn=978-06-74-16531-1|lingua=en|p=18}}</ref><ref name="pot293">{{cita libro|lingua=en|titolo=The Roman Empire at Bay, AD 180-395|autore=David S. Potter|edizione=2|editore=Routledge|anno=2014|isbn=978-11-34-69484-6|url=https://books.google.it/books?id=hGuGAgAAQBAJ&printsec=frontcover&vq=By+tire+is+perhaps&hl=it|p=293}}</ref>
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[[File:Caucasus 300 map alt de.png|miniatura|upright=1.5|Roma e l'Armenia suo vassallo intorno al 300, dopo la sconfitta di [[Narseh]].]]
 
Durante il secondo scontro le truppe romane catturarono l'accampamento di Narseh, il suo tesoro, il suo [[harem]] e sua moglie.<ref name="bar18"/><ref name="pot293"/> Galerio avanzò in [[Media (regione storica)|Media]] ede in [[Adiabene]], vincendo altre battaglie, come quella di Erzurum, e assicurandosi Nisibis ([[Nusaybin]], nell'attuale [[Turchia]]) prima del 1º ottobre 298. Discese il Tigri, espugnando [[Ctesifonte]].
 
Narseh aveva in precedenza inviato un ambasciatore a Galerio pregandolo che gli fosse restituita la moglie e i figli. I negoziati di pace cominciarono nella primavera del 299 e le condizioni di pace furono pesanti: la Persia avrebbe ceduto territori a Roma, rendendo il Tigri il confine tra i due imperi. Le altre condizioni furono che l'Armenia tornasse sotto dominazione romana, con il forte di Ziatha come suo confine; l'[[Regno di Iberia|Iberia caucasica]] ([[Arran (Azerbaigian)|Arran]]) sarebbe caduta sotto l'orbita di Roma; Nisibis, ora sotto dominio romano, sarebbe diventato l'unico centro di commercio tra la Persia e Roma; e Roma avrebbe esercitato il controllo sulle cinque satrapie tra il Tigri e l'Armenia: Ingilene, Sophanene ([[Regno di Sofene|Sofene]]), Arzanene ([[Aghdznik]]), [[Corduene]] e Zabdicene (vicino alla moderna [[Hakkâri]], Turchia).<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=e-GEDwAAQBAJ&pg=PT68|lingua=en|p=68|titolo=The Syriac World|autore=Daniel King|editore=Routledge|anno=2018|isbn=978-13-17-48211-6}}</ref>
 
Nel trattato che concluse la guerra, i Sasanidi cedettero cinque province a occidente del Tigri e accettarono di non interferire negli affari dell'Armenia e della Georgia.<ref>{{cita|Zarinkoob (1999)|p. 200}}.</ref> In seguito a questa sconfitta, Narseh abdicò e perì l'anno successivo, lasciando il trono sasanide a suo figlio, [[Ormisda II]]. Scoppiarono numerose rivolte e, se Ormisda II riuscì a sedare le ribellioni in Sistan e Kushan, non riuscì a porre sotto controllo i nobili e fu di conseguenza ucciso dai [[beduini]] nel 309.<ref>{{cita web|url=https://www.iranicaonline.org/articles/hormozd-ii|sito=Encyclopaedia Iranica|titolo=Hormozd II|accesso=26 aprile 2022}}</ref>
 
=== Espansione sotto Sapore II (309-379) ===
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Sapore II, insieme al re nomade Grumbate, attaccò i Romani nel 359 ed espugnò in poco tempo gli insediamenti di confine di Singara e Amida. L'imperatore latino [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] (361-363) rispose penetrando in territorio sasanide e sconfiggendo l'esercito di Sapore a [[Battaglia di Ctesifonte|Ctesifonte]], ma si ritirò di fronte all'impossibilità di porre sotto assedio la capitale sasanide. La morte dell'imperatore in uno scontro di poca importanza determinò la fine del conflitto con un sostanziale nulla di fatto e il suo successore [[Gioviano]] (363-364) dovette cedere tutte le province che Roma aveva ottenuto nel 298, assieme a Nisibis e Singara.<ref name="Frye137-138">{{cita|Frye (1967)|pp. 137-138}}.</ref>
 
In politica religiosa Sapore II perseguitò i cristiani, una risposta questa alla cristianizzazione dell'impero romano che aveva invece inaugurato [[Costantino I]], ma anche gli eretici e gli apostati. Durante il suo dominio, fu inoltre completata la redazione dell'[[Avestā]], i testi sacri deldello [[zoroastrismoZoroastrismo]]. Nei confronti degli Ebrei, invece, Sapore II, come del resto il suo predecessore Sapore I, dimostrò tolleranza, permettendo loro di vivere in relativa libertà e di godere di diversi privilegi. Alla fine del regno di Sapore, l'impero persiano era più forte che mai, con i nemici in oriente pacificati e l'Armenia saldamente controllata.<ref name="Frye137-138"/>
 
=== Periodo intermedio (379-498) ===
[[File:Folio from a Khamsa-c.jpg|miniatura|[[Bahram V]] favorì la fioritura della poesia e nella [[letteratura persiana]]. "Bahram e la principessa indiana nel padiglione nero", dipinto di una ''Khamsé'' (Quintetto) del grande poeta di lingua persiana [[Nizami Ganjavi|Niẓāmī]], metà [[XVI secolo]], epoca [[Safavidi|safavide]].]]
 
Dalla morte di Sapore II fino alla prima incoronazione di [[Kavad I]] (488-531) la Persia conobbe un periodo di stabilità con un periodo di pace quasi ininterrotta con l'Impero romano d'oriente (meglio conosciuto come [[imperoImpero bizantino]]), interrotta solo da due brevi guerre, la prima nel 421-422 e la seconda nel 440.<ref name="neu68">{{cita|Neusner (2008)|p. 68}}.</ref><ref>{{cita|Bury (1923)|cap. XIV.1}}.</ref><ref>{{cita|Frye (1993)|p. 145}}.</ref><ref>{{cita|Greatrex e Lieu (2002)|pp. 37-51}}.</ref> In questo periodo la politica religiosa dei Sasanidi variava da re a re. Nonostante una serie di re deboli, il sistema amministrativo fondato da Sapore II rimase forte, e l'impero continuò a funzionare efficacemente.<ref name="neu68"/>
 
Alla sua morte, nel 379, Sapore II lasciò un potente impero al fratellastro [[ArdaširArdashir II|Ardashīr II]] (379-383; figlio di Bahram di Kushan) e al figlio [[Sapore III]] (383-388), nessuno dei quali si dimostrò però alla sua altezza. In questo periodo l'Armenia, in seguito a un trattato di pace, era stata spartita in due parti: una faceva parte dell'Impero romano d'oriente e l'altra apparteneva ai Sasanidi.
 
Il figlio di Bahram IV, [[Yazdgard I]] (399-421), andò spesso paragonato a [[Costantino I]]. Come lui era forte sia nel fisico sia nella diplomazia. Come la sua controparte romana Yazdgard I era opportunista. Come Costantino il Grande, Yazdgard I fu tollerante verso tutte le religioni, anche quelle in passato perseguitate dai suoi predecessori. Fermò le persecuzioni contro i cristiani e punì i nobili e i sacerdoti che li perseguitavano. Il suo regno fu un periodo di pace relativa ed ebbe buoni rapporti con Roma, avendo sposato inoltre una principessa ebrea che gli diede un figlio, Narsi.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Yazdegerd-I|lingua=en|titolo=Yazdegerd I|sito=[[Encyclopedia Britannica]]|accesso=27 aprile 2022}}</ref>