Europhon: differenze tra le versioni

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=== La fusione italo-tedesca ===
Europhon, i cui quadri erano allora abituati ai contatti con l'estero, fu tra le prime aziende italiane a percepire - sul finire degli anni sessanta - le potenziali conseguenze dell'arrivo imminente della concorrenza asiatica. La dirigenza comprese quindi l'importanza di trovare alleati all'estero per la ricerca e sviluppo di nuove tipologie di oggetti, nonché per il loro assemblaggio e distribuzione. Al contempo, per non soccombere all'invasione dei marchi orientali, i dirigenti dell'epoca si resero conto dell'importanza delladi puntare nuovamente sulle nuove linee di marchio. In questo modo, si pensava di distaccare il nome aziendale "Europhon" dal rischio di essere associato, nella percezione del pubblico, solo a oggetti di basso prezzo.
 
Fin dal [[1970]] venne aperta una filiale commerciale in [[Germania]], a [[Ottobrunn]], denominata ''Europhon Service GmbH''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Belle` Lucio|titolo=Europhon Professional II - la radio multibanda italiana|rivista=Radiorama - Panorama Radiofonico Internazionale|volume=|numero=47}}</ref>. Peculiari furono le scelte di marketing della controllante italiana per la scelta dei mercati di diffusione degli oggetti. Alcuni prodotti - quali la radio da scaffale amplificata ''RC626S'' - nata sull'onda delle mode dei paesi nordici, non vennero mai importati ufficialmente in Italia. Al contrario, in Italia vennero assemblati oggetti destinati all'esportazione (quali il giradischi ''AG350SH'', che nasceva con scritte in tedesco). La scelta dei mercati di destinazione mostrò alcuni segni di disorganizzazione, con ripensamenti e dirottamenti dell'ultimo minuto su paesi diversi, che non pregiudicò - nel corso del decennio successivo - l'utilizzo di impianti tedeschi (o francesi) per la costruzione di pezzi marchiati come Europhon o altri suoi marchi.