Europhon: differenze tra le versioni
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Al contrario, sul design gli investimenti furono notevoli: grazie alla collaborazione di progettisti di livello, pur mantenendo componenti di livello standard, Europhon riuscì a vestire e commercializzare in breve tempo oggetti di disegno industriale destinati a lasciare un certo seguito nella storia del costume. Se già nel 1966 era stato lanciato lo ''stilofono'' (una radio in un portapenne) e ''stadio'' (un pallone-radio sonoro, primo di vari gadget commerciali che la ditta produsse), seguendo l'idea del sistema ibrido, nel disegno di oggetti ibridi (orologio e radio, luce e radio), la penna di designer quali Adriano Rampoldi racchiuse icone di un certo successo del decennio: il ''radiorologio'' (nelle versioni h10<ref>[http://www.radiomuseum.org/r/europhon_radioorologio_h10h_1.html Radioorologio H10 Radio Europhon; Milano, build 1968 ??, 12]</ref> h20<ref>[http://www.radiomuseum.org/r/europhon_h20h_2.html Radioorologio H20 Radio Europhon; Milano, build 1970 ?, 4 pi]</ref> e h30<ref>[http://www.radiomuseum.org/r/europhon_radio_uhr_radio_orologio.html Radio-Uhr H30 Radio Europhon; Milano, build 1973 ??, 29 pict]</ref> a seconda delle bande radio coperte: OM, OM/OL, OM/OL/FM) o la ''radiolampada'' (un abat-jour in stile space age con radio OM).[[File:EUROPHON H10.jpeg|thumb|Europhon H10]]
La fine del decennio coincise
La ricerca interna - infine - produsse nel settore audio e video gli ultimi frutti interessanti: fu lanciato un sistema di controllo senza fili degli apparecchi stereo e delle loro funzioni e, nel 1979, col televisore ''CTV 16000'', Europhon lanciò un sistema elettronico in grado di "riconoscere" le emittenti selezionate.
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