Carlo Azimonti (sindaco): differenze tra le versioni
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|Cognome = Azimonti
|PostCognome = <ref>Per un errore all'anagrafe in anni relativamente recenti, il cognome di famiglia fu registrato con due ''z'' e fu riportato errato anche sulla lapide presso il cimitero di Busto Arsizio. Nei documenti conservati nell'Archivio Comunale, il nome è scritto sempre con una sola z, come compare anche nelle stesse firme del Sindaco; anche negli articoli e nelle pubblicazioni, suoi e di altri, e nella toponomastica cittadina, il nome compare sempre scritto correttamente con una sola z. Lo stesso SBN, per i suoi libri, riporta il cognome con una sola z.
|Sesso = M
|LuogoNascita = Busto Arsizio
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|GiornoMeseMorte = 22 marzo
|AnnoMorte = 1958
|NoteMorte = <ref>{{Cita news|autore=Rosalba Franchi|url=http://www.va.camcom.it/files/pubblicaz/2003-1_franchi.pdf|titolo=Nell'autobiografia di Carlo Azimonti mezzo secolo di storia politica e sociale dell'Alto Milanese|pubblicazione=Lombardia Nord-Ovest|data=gennaio 2003|
|Epoca = 1900
|Attività = giornalista
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== Biografia ==
Di umili origini (era di famiglia contadina), si avvicinò alla professione di giornalista e al pensiero socialista in seguito all'osservazione in prima persona delle condizioni operaie (cominciò appena undicenne a lavorare in fabbrica, e a 14 anni partecipò al suo primo [[sciopero]])<ref>{{cita web|autore=Rosalba Franchi
Divenuto nel 1906 segretario della Lega Bustese Tintori e della Lega Arti Tessili<ref>{{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Romano|titolo=La modernizzazione periferica: l'Alto Milanese e la formazione di una società industriale, 1750-1914|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=EZqQAAAAIAAJ&dq=carlo+azimonti+busto&focus=searchwithinvolume&q=carlo+azimonti|accesso=
▲Divenuto nel 1906 segretario della Lega Bustese Tintori e della Lega Arti Tessili<ref>{{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Romano|titolo=La modernizzazione periferica: l'Alto Milanese e la formazione di una società industriale, 1750-1914|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=EZqQAAAAIAAJ&dq=carlo+azimonti+busto&focus=searchwithinvolume&q=carlo+azimonti|accesso=2019-11-19|data=1990|editore=F. Angeli|lingua=it}}</ref>, si adoperò per ottenere condizioni lavorative migliori (orario lavorativo ridotto a 10 ore giornaliere e aumento dello stipendio del 10%). In seguito al fallimento di queste iniziative diede l'autorizzazione ad uno sciopero che a luglio mobilitò ventimila persone, non solo a Busto Arsizio, ma anche a [[Milano]] e [[Monza]]. Questo sciopero, pur riuscendo nel suo intento, gli costò il posto di lavoro<ref name="va.camcom.it">Rosalba Franchi, [http://www.va.camcom.it/files/pubblicaz/2003-1_franchi.pdf Nell'autobiografia di Carlo Azimonti mezzo secolo di storia politica e sociale dell'Alto Milanese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160308033452/http://www.va.camcom.it/files/pubblicaz/2003-1_franchi.pdf |date=8 marzo 2016 }}, cit.</ref>.
Successivamente, fu chiamato da [[Egidio Bernaroli]], direttore della Cooperativa Operaia di Consumo e fondatore del settimanale locale di stampo socialista ''Il Lavoro'', come aiuto contabile della Cooperativa<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Guido P. Conti, Ernesto Tarantini, Luigi Bellotti|titolo=Carlo Azimonti. L'uomo e l'opera|anno=1965|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
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Nel 1911 intraprese un viaggio di propaganda tra i [[Miniera|minatori]] italiani in [[Impero tedesco|Germania]], [[Francia]] e [[Lussemburgo]]. Conclusa questa esperienza, nello stesso anno, si recò nel [[Bassa padana|Basso Milanese]] per conto della Federazione Provinciale dei Lavoratori della Terra, e per tre anni si impegnò per rompere l'isolamento delle masse contadine, organizzando scioperi e promuovendo la fondazione di leghe e cooperative<ref name="ReferenceA"/>.
Nel 1912 entrò a far parte del Consiglio Nazionale della [[Confederazione Generale del Lavoro|CGdL]], sostenendo la linea [[Riformismo|riformista]] in opposizione alla corrente [[Massimalismo (politica)|rivoluzionaria]] del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], guidata da [[Benito Mussolini|Mussolini]]<ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Franco Andreucci, Tommaso Detti|titolo=Il movimento operaio italiano-Dizionario biografico 1853-1943|anno=1975|editore=Editori Riuniti|città=Roma|volume=1}}</ref>. Dopo lo scoppio della guerra, durante il dibattito prima dell'intervento italiano, fu un convinto neutralista<ref>{{Cita libro|nome=Antonio|cognome=Tedesco|titolo=Pietro Nenni e la Grande Guerra|url=https://books.google.it/books?id=69CFDwAAQBAJ&pg=PA57&dq=carlo+azimonti+busto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiB2uKIpvblAhXMh1wKHXiBDtEQ6AEIQTAD#v=onepage&q=carlo%20azimonti%20busto&f=false|accesso=
Il 5 luglio 1914, a 26 anni, fu eletto sindaco di Busto Arsizio (divenendo il sindaco più giovane d'Italia)<ref name="ReferenceA" />; il primo cittadino assunse inoltre anche la carica di assessore del lavoro<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paola Carolina Caldiroli|titolo=Vita politica e amministrativa a Busto Arsizio dal 1905 al 1914|rivista=Tesi di laurea, relatore Maurizio Punzo, a.a. 1993-1994. Consultabile presso la Biblioteca Comunale di Busto Arsizio
Nel 1915, nel giorno della [[Festa del lavoro|Festa dal Lavoro]], inaugurò il nuovo [[Ospedale di Circolo di Busto Arsizio|ospedale cittadino]], i cui lavori erano iniziati diversi anni prima<ref>{{Cita libro|autore=Rodolfo Rogora, Stefano Ferrario, Luigi Belotti, Luigi Caldiroli|titolo=Sommario di Storia Bustese - dalle origini ai tempi nostri|anno=1980|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
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Con l'inizio della [[prima guerra mondiale]], organizzò molti enti per risolvere pacificamente le situazioni di contesa e limitare i disagi per la popolazione civile: fra questi, degni di nota sono il Comitato di Assistenza Civile e l'Ente Autonomo dei Consumi<ref name="ReferenceA"/>. In occasione della [[Battaglia di Caporetto|sconfitta di Caporetto]], pubblicò un appello, diffuso anche tra i soldati al fronte, in cui invitava la Nazione a resistere all'invasione nemica<ref>{{Cita libro|autore=Stefano Ferrario (a cura di)|titolo=Busto Arsizio. Spunti di storia e di cultura raccolti e ordinati a cura di Stefano Ferrario|anno=1964|editore=Bramante|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
Nel 1918 fu colpito dalla [[Influenza spagnola|Febbre Spagnola]], ma si rimise nel giro di pochi giorni<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=5 ottobre 1918|titolo=Carlo Azimonti infermo|rivista=Il Lavoro
Dopo la fine della guerra, come avvenne in altri comuni socialisti della zona, invitò alcuni gruppi di bambini [[austria]]ci a trascorrere l'inverno in città o nella [[Colonia estiva|colonia]] comunale di [[Loano]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=12 dicembre 1919|titolo=Il Comune di Busto per i bambini di Vienna|rivista=Il Lavoro
Rieletto nel 1920, nel 1922 fu cacciato dai [[fascismo|fascisti]] che occuparono la residenza comunale e chiusero la Camera del Lavoro e la Cooperativa Operaia<ref name="va.camcom.it"/>.
Tra il 1921 e il 1924, si dedicò ai lavori della CGdL; nel 1921 fu chiamato a far parte del Comitato Esecutivo della stessa, come segretario per l'industria e l'agricoltura<ref name="va.camcom.it"/>. Partecipò inoltre a tutti i congressi sindacali internazionali<ref name="ReferenceB"/> e fece parte della delegazione inviata dalla federazione alla fondazione della [[Internazionale sindacale rossa]]<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Taber|titolo=The Communist Movement at a Crossroads: Plenums of the Communist International’s Executive Committee, 1922-1923|url=https://books.google.it/books?id=kGdjDwAAQBAJ&pg=PA702&dq=carlo+azimonti+italy+politician&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim79X1kr3pAhVvoosKHVqtC8oQ6AEIKDAA#v=onepage&q=carlo%20azimonti%20italy%20politician&f=false|accesso=
Il 17 giugno 1924 presenziò a Busto Arsizio alle dichiarazioni che portarono all'arresto del basista del [[delitto Matteotti]], Otto Thierschädl<ref>''La Giustizia'', 19 giugno 1924, p. 3 (”Come è avvenuto l’arresto del falso dalmata”).</ref>. Alla fine dello stesso anno fu tra i promotori dell’unificazione del movimento cooperativo in un Ente morale, di cui fu alla direzione insieme a [[Nullo Baldini]], [[Mario Cingolani]], [[Gaetano Postiglione]], [[Vincenzo Giuffrida]] (presidente effettivo), [[Luigi Luzzatti]] (presidente onorario) ed altri<ref>''Il Nuovo Paese'', 8 dicembre 1924, p. 1 (“La costituzione della Confederazione della Cooperazione”).</ref>.
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Dal 1926, abbandonata ogni attività politica, si dedicò ai suoi studi di [[Storia di Busto Arsizio|storia]], [[Dialetto bustocco|lingua]] e cultura locale, scrivendo anche un'opera autobiografica<ref name="ReferenceA"/>.
Dopo lo scioglimento della CGdL, avvenuto il 4 gennaio 1927 con il sostegno di [[Rinaldo Rigola]], [[Ludovico D'Aragona|Ludovico d'Aragona]], [[Gino Baldesi]] e lo stesso Azimonti<ref>{{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Guerri|titolo=Il Blocco di potere nell'Italia unita|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=GNUYAQAAMAAJ&dq=carlo+azimonti+en+italie&focus=searchwithinvolume&q=carlo+azimonti|accesso=
[[File:Busto Carlo Azimonti.JPG|thumb|Busto di Carlo Azimonti sulla tomba di famiglia presso il [[Cimitero monumentale di Busto Arsizio]]<ref>Si noti l'errata scrittura del cognome con la doppia Z</ref>]]
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Nel 1935 fu trovato in possesso di alcune copie clandestine del ''Nuovo Avanti!'', speditegli dagli esuli socialisti in Francia, che gli vennero sequestrate<ref name="ReferenceB"/>.
Nominato [[commissario prefettizio]] il 2 settembre 1943, fu rimosso dallo stesso prefetto appena due mesi e mezzo dopo, il 17 novembre. La carica gli fu restituita pochi mesi dopo, e, benché socialista, la mantenne fino al 25 aprile 1945<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Romussi|titolo=Carlo Azimonti, benché antifascista, resse il Comune durante la Repubblica Sociale|pubblicazione=L'Informazione|data=
[[File:Via Carlo Azimonti Busto Arsizio.jpg|sinistra|miniatura|La via di Busto Arsizio dedicata ad Azimonti]]
Negli ultimi anni della sua vita, pur ritiratosi dalla vita politica, rimase una figura conosciuta e ammirata dalla cittadinanza, che lo soprannominò "Pà Carleou", papà Carlo<ref name=":0" />. Nel 1957 fu nominato [[Benemerenza civica|Cittadino Benemerito]] "come esempio alle presenti e future generazioni"<ref name="ReferenceA" /> e nel settembre dello stesso anno venne premiato, alla presenza del [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|Ministro dell'Interno]] [[Fernando Tambroni|Tambroni]], per i suoi meriti nel mondo del lavoro<ref>{{Cita web|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view.shtml#!/MjovZXMvaXQvcmNzZGF0aWRhY3MzL0AxMDU5ODc=|titolo=Il comunismo non ha più alcuna possibilità di governo|sito=archivio.corriere.it|data=29 settembre 1957|lingua=it|accesso=
== Pubblicazioni ==
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|politica}}
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
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