Australopithecus: differenze tra le versioni

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Nel 1935, il paleontologo [[scozia|scozzese]] [[Robert Broom]] ritrovò numerosi resti di conspecifici del cosiddetto "[[bambino di Taung]]" scoperto da Dart dieci anni prima, oltre a fossili di una nuova specie che classificò come ''Paranthropus'' (''[[Australopithecus robustus]]''). Per tutto il decennio successivo alla scoperta di questi ominidi, nella comunità scientifica si discusse animatamente sulla loro posizione [[filogenesi|filogenetica]], in quanto molti studiosi erano [[etica]]mente contrari all'accettazione delle specie da poco scoperte come qualcosa di diverso da scimmie preistoriche<ref>{{Cita libro|titolo= Human Evolution: An Illustrated Introduction|url= https://archive.org/details/humanevolutionil0000lewi| autore-capitolo=Lewin, R. | capitolo=The Australopithecines | anno=1999 | editore= Blackwell Science | città = | pagine=112|isbn=9780632043095}}</ref>.
 
Nel 1950 il biologo evoluzionista [[Ernst Mayr]] affermò che tutte le grandi scimmie bipedi andassero classificate nel genere ''Homo'' e propose la rinominazione di ''Australopitechus'' in ''Homo transvaalensis''.<ref name="Schwartz2015">{{Cita pubblicazione|nome=J. H.|cognome=Schwartz|nome2=I. |cognome2=Tattersall|anno=2015|titolo=Defining the genus Homo|rivista=[[Science (journal)|Science]]|volume=349|numero=931|paginepp=931–932|doi=10.1126/science.aac6182|pmidPMID=26315422|s2cid=206639783}}</ref>. Tuttavia, a godere di maggiori consensi fu l'ipotesi opposta, proposta dal paleoantropologo [[John Talbot Robinson|J. T. Robinson]] nel 1954, secondo cui le australopitecine rappresentassero un gruppo a sé stante da ''Homo''. Nel 1959, nella [[gola di Olduvai]] ([[Tanzania]]), [[Mary Leakey]] riportò alla luce un [[cranio]] di una nuova specie, battezzata ''[[Australopithecus boisei]]'': continuando a scavare, negli anni successivi vennero rinvenuti nello stesso sito altre australopitecine, così come esemplari di ''[[Homo habilis]]'' ed ''[[Homo erectus]]''<ref>{{Cita libro|titolo= Human Evolution: An Illustrated Introduction|url= https://archive.org/details/humanevolutionil0000lewi| autore-capitolo=Lewin, R. | capitolo=The Australopithecines | anno=1999 | editore= Blackwell Science | città = | pagine=113|isbn=9780632043095}}</ref>. Ciò nonostante, ci vollero vent'anni prima che la comunità scientifica accettasse definitivamente l'appartenenza di ''Australopithecus'' alla linea filetica umana.
 
Il 24 novembre 1974 ad [[Hadar (Etiopia)|Hadar]], nel [[triangolo di Afar]] in [[Etiopia]], i paleontologi [[Yves Coppens]], [[Donald Johanson]], [[Maurice Taïeb]] e [[Tom Gray]] rinvennero i resti di un esemplare femmina dell'età apparente di 18 anni di una nuova specie vissuta circa 3,2 milioni di anni fa ([[Piacenziano]]) che fu chiamata [[Australopithecus afarensis]]. Al fossile venne dato il nome di [[Lucy (australopiteco)|Lucy]], in onore della canzone ''[[Lucy in the Sky with Diamonds]]'' dei [[Beatles]], mentre in amarico è noto come Dinqinesh, che significa "Tu sei meravigliosa". Il nome in codice è A.L. 288 (Afar Locality n° 288). I resti comprendevano circa il 40% dello scheletro (52 ossa); particolarmente importanti l'osso pelvico, il femore e la tibia, perché la loro forma lascia pensare che questa specie fosse già bipede.
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Alcuni studiosi ritengono maggiormente corretto far rientrare le specie ''A. afarensis'', ''anamensis'' e ''bahrelghazali'', evolutivamente più antiche, nel genere ''[[Praeanthropus]]''. Tale scelta è guidata da differenze abbastanza consistenti a livello morfologico e probabilmente anche ecologico, differenze che tuttavia potrebbero essere giustificabili anche considerando il vasto areale occupato dal genere ed il vasto lasso di tempo durante il quale esso si è potuto evolvere e diversificare.fonte
 
=== Evoluzione ===
[[File:Map of the fossil sites of the early hominids (4.4-1M BP).svg|thumb|Mappa del continente africano: i punti rossi rappresentano i luoghi di ritrovamento delle varie specie di ''Australopithecus'', mentre la probabile area di diffusione del genere è colorata in grigio scuro.]]
 
I primi membri del genere ''Australopithecus'' si evolsero in [[Africa]] centro-orientale circa 4 milioni di anni fa. Si trattava di esseri con numerosi tratti comuni alle scimmie antropomorfe e all'uomo, con andatura fondamentalmente bipede (come intuibile dalle numerose impronte fossili scoperte nel continente africano, fra le quali particolarmente famose e ben conservate sono quelle di [[Laetoli]], in [[Tanzania]]), ma pronti ad arrampicarsi sui radi alberi della [[savana]] per sfuggire ai predatori o per trovare un rifugio sicuro dove passare la notte.<ref name=RaichlenEtal1010>{{Cita pubblicazione|data=2010 |autoreautore1=David A. Raichlen,|autore2= Adam D. Gordon,|autore3= William E. H. Harcourt-Smith,|autore4= Adam D. Foster,|autore5= Wm. Randall Haas, Jr |titolo=Laetoli Footprints Preserve Earliest Direct Evidence of Human-Like Bipedal Biomechanics |rivista=PLoS ONE|pmidPMID=20339543|volume=5 |numero=3|pmc=2842428 |paginap= e9769 |doi=10.1371/journal.pone.0009769}}</ref>.
 
Nonostante la taglia contenuta e la mancanza di particolari adattamenti che ne assicurassero la competitività, gli australopitecidi riuscirono ad affermarsi grazie alla [[onnivoro|dieta onnivora]], che consentiva loro di trovare nutrimento in qualsiasi frangente, sfruttando indifferentemente risorse di origine animale (ad esempio carcasse di grossi erbivori uccisi dai predatori, oppure piccole prede catturate occasionalmente come roditori e uccelli ma anche bruchi e uova) così come le risorse offerte dalla terra (radici, frutti ed altri cibi di origine vegetale)<ref>{{Cita web | autore = Billings, Tom | accesso = 6 gennaio 2007 | titolo = Humanity's Evolutionary Prehistoric Diet and Ape Diets--continued, Part D) | url = http://www.beyondveg.com/nicholson-w/hb/hb-interview1d.shtml#microwear%20studies}}</ref><ref>{{Treccani|paleonutrizione_(Universo-del-Corpo)|Paleonutrizione}}</ref>. Questo opportunismo permise agli australopitecidi di diffondersi in gran parte del continente africano.
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Il fatto che gli australopitechi fossero fondamentalmente degli scimpanzé bipedi significa che l'evoluzione di un'andatura bipede non è stata influenzata in modo significativo dall'aumento in capacità della [[scatola cranica]] e quindi dall'accrescimento dell'[[intelligenza]], come veniva invece propugnato fino a tempi recenti da numerosi studiosi<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Tracy L.|cognome=Kivell|nome2=Daniel|cognome2=Schmitt|data=2009-08-25|titolo=Independent evolution of knuckle-walking in African apes shows that humans did not evolve from a knuckle-walking ancestor|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=106|numero=34|pp=14241-14246|lingua=en|accesso=2025-02-08|doi=10.1073/pnas.0901280106|url=http://ww25.doai.io/10.1073/pnas.0901280106?subid1=20250209-0320-42b2-b136-a4e526a932b1|PMID=19667206}}</ref>. Tale ipotesi era stata fra l'altro già messa in discussione dal ritrovamento di ''[[Orrorin tugenensis]]'', primate bipede vissuto circa 6 milioni di anni fa.
 
La spiegazione più accreditata sull'acquisizione di un'andatura bipede indica questa caratteristica come un adattamento all'avanzata della [[savana]] in seguito ai cambiamenti climatici che interessarono l'[[Africa]] centro-orientale attorno ai 10 milioni di anni fa: l'andatura eretta consentiva agli australopitechi di ergersi al di sopra dell'erba alta ed osservare agevolmente i dintorni, individuando fonti di cibo o di pericolo<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Lovejoy, C.O. |titolo=Evolution of Human walking |rivista=Scientific American. |volume=259 |numero=5 |pp=82-89 |anno=1988}}</ref>. Alcuni studiosi hanno però osservato che per gli ominidi primitivi sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, sostenere un cambiamento così veloce nel tempo (in termini evolutivi) sia a livello morfologico (acquisizione di un'andatura bipede, con annessi cambiamenti a livello osteo-muscolare) che a livello comportamentale (migrazione dalla foresta pluviale alla savana semiarida). Si pensa perciò che l'andatura bipede fosse già in fase di acquisizione quando la savana lambì le aree dove vivevano i progenitori degli australopitechi:<ref>{{cita pubblicazione | url= https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11786992/ | autore1= B.G. Richmond BG,| autore2= D.R. Begun DR,| Straitautore3= DSD.S. (Strait | anno= 2001). | titolo= Origin of human bipedalism: The knuckle-walking hypothesis revisited. | rivista= Am J Phys Anthropol. | volume= Suppl 33: | pp= 70-105. | PMID= 11786992 | accesso= 17 giugno 2025 | lingua= en}}</ref>: osservando due specie di scimmie antropomorfe attuali, come l'[[orango]] e lo [[scimpanzé]], si nota infatti che il primo tende letteralmente a camminare orizzontalmente fra i rami, muovendosi su di essi con le sole zampe posteriori e mantenendosi alle liane ed ai rami verticali con le braccia, mentre il secondo si arrampica verticalmente abbracciando il ramo e puntellandosi con le zampe posteriori. Si può quindi pensare che nei primi australopitechi la forte muscolatura delle gambe fosse evoluta come adattamento al movimento orizzontale sui rami della volta arborea (attività che non richiede certo un'intelligenza elevata) e che in un secondo momento essa sia tornata assai utile per muoversi al suolo nelle sterminate pianure africane.<ref>{{cita pubblicazione | autore1= S.K. Thorpe SK,| autore2= R.L. Holder RL,| autore3= R.H. Crompton RH| url= https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17540902/ | anno= (2007). | titolo= Origin of human bipedalism as an adaptation for locomotion on flexible branches. | rivista= Science. | volume= 316( | numero= 5829): | pp= 1328-31.1331 | PMID= 17540902 | accesso= 17 giugno 2025 | lingua= en}}</ref>.
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Australopithecus afarensis]]
* [[Australopithecus africanus]]
* [[Australopithecus deyiremeda]]
* [[Bambino di Taung]]
* [[Homo]]
* [[Lista dei fossili dell'evoluzione dell'uomo]]
* [[Evoluzione umana]]
* [[Lucy (australopiteco)]]
* [[Paleoantropologia]]