Middlebrow: differenze tra le versioni
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''[[Slate]]'' suggerisce che la fine degli [[anni 2000]] e i primi [[anni 2010]] potrebbero essere considerati come "l'[[età dell'oro]] dell'arte middlebrow" —riferendosi a prodotti televisivi come ''[[Breaking Bad]]'', ''[[Mad Men]]'', ''[[I Soprano]]'' e ''[[The Wire (serie televisiva)|The Wire]]'' e romanzi come ''[[Libertà (romanzo)|Libertà]]'' di [[Jonathan Franzen]], ''[[La trama del matrimonio]]'' di [[Jeffrey Eugenides]] e ''[[Il tempo è un bastardo]]'' di [[Jennifer Egan]]. Nella stessa categoria middlebrow ''Slate'' annovera, ad esempio, i film di [[Aaron Sorkin]]<ref>{{cita news | url = http://www.slate.com/articles/arts/the_completist/2012/06/the_complete_works_of_aaron_sorkin_from_the_west_wing_to_the_social_network_to_the_newsroom_.html | titolo = You Can’t Handle the Truth About Aaron Sorkin | giornale = Slate | giorno = 22 | mese = giugno | anno = 2012 }}</ref>. Lo stesso ''Slate'' è stato definito giornalismo middlebrow<ref>{{cita web |url=http://declineofgenius.com/media/has-slate-declined-31082010/ |titolo=Copia archiviata |accesso=24 giugno 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111105023911/http://declineofgenius.com/media/has-slate-declined-31082010/ |dataarchivio=5 novembre 2011 }}</ref>.
In una articolo apparso sul ''[[Jewish Ideas Daily]]'' nel marzo 2012, Peodair Leihy ha descritto l'opera del [[cantautore]] e poeta [[Leonard Cohen]] come "una sorta di pop—upper-middle-brow, o lower-high-brow, come minimo, ma pur sempre pop"<ref>{{cita news | url = http://www.jewishideasdaily.com/1086/features/old-new-leonard/ | titolo = Old-New Leonard | giornale = Jewish Ideas Daily | giorno = 9 | mese = marzo | anno = 2012 }}</ref>. Questa categorizzazione [[estetica]] è stata teorizzata anche in un saggio scritto da William Deresiewicz nel novembre dello stesso anno per ''[[The American Scholar (rivista)|The American Scholar]]'', in cui Deresiewicz propone l'aggiunta del segmento "upper middle brow", per indicare una collocazione culturale in posizione intermedia tra ''masscult'' e ''midcult'', definito come "assai di gran lunga più sottile del ''Midcult''. È post- piuttosto che pre-ironico, con il suo sentimentalismo celato sotto un velo di fresco. È tagliente, abile, informata, alla
Su ''[[The New Yorker]]'', la giornalista Macy Halford caratterizza ''[[Harper's Magazine]]'', e lo stesso ''New Yorker'', come dei [[mezzi di comunicazione di massa|media]] "percepiti spesso quali esempi tipici del middlebrow: entrambe le riviste sono dedicate al segmento alto ma anche al renderlo accessibile a molti; al prendere idee che potrebbero rimanere confinate in [[Torre d'avorio|torri d'avorio]] e [[letteratura accademica|testi accademici]], o in scene ''high-art'' (o film, o teatro), e portarle sulle pagine di un periodico relativamente poco costoso che può essere acquistato nelle librerie e nelle edicole sparse ovunque in tutto il paese (e ora anche su [[Internet]])". Fa notare, inoltre, l'effetto di Internet sul dibattito intorno al middlebrow: "[[Internet]] ci sta costringendo a ripensare (ancora una volta) quale sia il significato di “middlebrow” in un'era in cui ciò che è più elevato è accessibile allo stesso modo del più infimo —accessibile nel senso che entrambi sono a portata di un click [...] — è davvero pensare di nuovo come percorrere questa via di mezzo". La Halford così descrive [[Wikipedia]]: "Wiki è essa stessa una specie di prodotto middlebrow" con le sue voci che "forniscono davvero un rapido sommario"<ref>{{cita news | cognome = Halford | nome = Macy | titolo = On "Middlebrow" | url=https://www.newyorker.com/online/blogs/books/2011/02/on-middlebrow.html | rivista = [[The New Yorker]]}}</ref>.
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