Regno di Napoli: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ripristino Etichetta: Ripristino manuale |
|||
Riga 242:
[[File:Manifesto disfida di barletta.jpg|thumb|Manifesto commemorativo della [[Disfida di Barletta]].|200px|right]]
{{Vedi anche|Viceré spagnoli di Napoli}}
La casa reale aragonese divenuta indigena in [[Italia]] si era estinta con [[Federico I di Napoli|Federico I]] e il regno di [[Napoli]] cadde sotto il controllo dei [[Regno di Spagna|reali di Spagna]] che la governarono mediante dei [[viceré]]. Il meridione d'Italia restò possedimento diretto dei sovrani iberici fino alla fine della [[Guerra di successione spagnola]] ([[1713]]). La nuova struttura amministrativa, benché fortemente centralizzata, si sosteneva sull'antico sistema feudale: i baroni ebbero modo così di rafforzare la propria autorità e i privilegi fondiari, mentre il clero vide accrescere il proprio potere politico e morale. Gli organi amministrativi più importanti avevano sede a Napoli ed erano il [[Consiglio Collaterale]], simile al [[Consiglio d'Aragona]], organo supremo nell'esercizio delle funzioni giuridiche (composto dal viceré e da tre giureconsulti), la [[Camera della Sommaria]], il [[Gran Corte della Vicaria|Tribunale della Vicaria]] e il [[Sacro Regio Consiglio|Tribunale del Sacro Regio Consiglio]]<ref name= Galasso92 />.
Fu [[Ferdinando il Cattolico]] che, detentore dei titoli di Re di Napoli e di [[regno di Sicilia|Sicilia]], nominò [[viceré]] [[Gonzalo Fernández de Córdoba]], che era stato fino ad allora ''Gran Capitano'' dell'esercito napoletano, affidandogli in sua vece gli stessi poteri di un re<ref name= Giannone />. Allo stesso tempo decadeva il titolo di ''Gran Capitano'' e il comando delle truppe reali di Napoli fu affidato al conte di [[Tagliacozzo]] [[Fabrizio I Colonna]] con la nomina di ''Gran [[Conestabile]]'' e l'incarico di condurre una spedizione in [[Puglia]], contro [[repubblica di Venezia|Venezia]] che occupava alcuni porti adriatici. L'operazione militare terminò con successo e i porti pugliesi tornavano nel [[1509]] al regno di Napoli. Re Ferdinando inoltre ristabilì il finanziamento all'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|università di Napoli]] disponendo un contributo mensile dal suo tesoro personale di 2000 [[ducato (moneta)|ducati]] l'anno<ref name= Giannone />, privilegio confermato dal suo successore [[Carlo V]].
|