La parola anitya è composta da "''a"'' (non) e "''nitya"'' (costante), e quindi significa letteralmente "non costante", "non permanente", "non eterno".<ref>{{Cita libro|autore=Saverio Sani|anno=2023|titolo=Dizionario Sanscrito-Italiano|città=Pisa|editore=Edizioni ETS|ISBN=9788846721730}}</ref> Indica, dunque, il carattere non permanente dei fenomeni, e l'aspetto transitorio delle cose materiali, ma dal punto di vista buddista anche la "[[Anātman|non sostanzialità dell'io]]", che è un altro concetto fondamentale della dottrina.