== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Posta a 170 m [[s.l.m.]], la cittadina sorge in una caratteristica vallata tra le falde occidentali dei [[monti Aurunci]] (passo di San Nicola), a circa 8 km dalla linea di costa. Si trova lungo il percorso della [[via Appia]], tra [[Fondi]] (con la quale confina a ovest) e [[Formia]] (con la quale confina a est). Itri confina inoltre con [[Esperia (Italia)|Esperia]] a est, con [[Campodimele]] a nord e con [[Sperlonga]] e [[Gaeta]] a sud.
==== Punta Cetarola o Citarola e la Spiaggia dei sassolini della Flacca Antica ====
[[File:ItriCittàBassa.jpg|thumb|left|Città bassa, panorama dal castello]]
Nel [[1911]] erano presenti nel comune cinquecento dei circa mille emigranti [[Sardegna|sardi]] arrivati per lavorare al V lotto della ''Direttissima Roma-Napoli''. Nel contesto nazionale erano già presenti elementi di razzismo contro i sardi, chiamati ''sardegnoli'', che non scomparvero fino alle imprese della [[Brigata Sassari]] nella [[prima guerra mondiale]]<ref>.[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/03/SB1PO_SB104.html «Morte ai sardegnoli» E iniziò il massacro di Itri, La Nuova Sardegna] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151222161614/http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/03/SB1PO_SB104.html |datedata=22 dicembre 2015 }}</ref><ref>[http://www.sotziulimbasarda.net/maggio2005/dettorisar.htm Fabritziu Dettori, ''"Fuori i Sardegnoli!!!"'', Sotziu Limba Sarda]</ref>. Gli emigranti ricevevano un salario inferiore rispetto agli altri lavoratori, ma si rifiutarono di pagare ogni tangente alla [[camorra]], allora infiltratasi nell'appalto e per tutelarsi cercarono di costituire una lega di autodifesa operaia. Il 12 e 13 luglio, a seguito di futili pretesti, avvengono due imboscate a cui partecipano gli stessi notabili del paese, nell'indifferenza delle forze dell'ordine. Si contarono, non senza difficoltà e intralci, 8 vittime e 60 feriti, tutti sardi,<ref>''Itri, 1911 «caccia» al sardo'', di Eugenia Tognotti. Da ''Il Messaggero Sardo'', luglio 1987 {{cita web |url=http://82.85.18.146/messaggero/1987_luglio_21.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=22 giugno 2007 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071008080824/http://82.85.18.146/messaggero/1987_luglio_21.pdf |dataarchivio=8 ottobre 2007 }}</ref> mentre dalla ''Corte d'assise di Napoli'' trentatré imputati furono assolti dai giurati popolari e nove condannati in contumacia. Questo avvenimento verrà ricordato come la [[strage di Itri]].
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel maggio del [[1944]], i bombardamenti distrussero il paese e i suoi monumenti al 75%.
=== Siti archeologici ===
==== Forte di Sant'Andrea e resti della Via Appia - Il Tempio di Apollo ====
In direzione di Fondi, nella gola di Sant'Andrea, è stato rimesso in luce e valorizzato un tratto dell'antico percorso della [[Via Appia|via Appia Antica]]. Qui, sui ruderi di una villa romana di [[Repubblica Romana|età repubblicana]] ([[I secolo a.C.]]), sorgeva un forte che fu utilizzato da fra' Diavolo nella difesa contro i Francesi nel [[1798]]. Nella valle di Sant'Andrea si trova uno dei tratti più suggestivi e meglio conservati dell'Antica Appia lungo la [[via Francigena]] del sud. Lungo i 3 km di percorso, ai lati della strada romana era presente una sorta di marciapiedi, tuttora visibile in alcuni tratti. Il lato a valle dell'itinerario era terrazzato con imponenti mura costruite a opera poligonale e lungo la strada si possono ancora osservare ciò che rimane delle costruzioni di difesa dai briganti e dei posti di blocco borbonici. All'incirca a metà del percorso la via è dominata dal forte di Sant'Andrea, edificato sui resti di un antico tempio dedicato ad [[Apollo]] e di cui sono a oggi visibili le cisterne a volta all'interno dei terrazzamenti. La costruzione dell'edificio rispose all'esigenza di fortificare il passo, situato in una posizione strategica e delicata, in coincidenza con l'ingresso nel [[Regno di Napoli]]. Nell'area si svolsero diverse battaglie, una fra più celebri riguardò lo scontro nel 1799, quando fra Diavolo impedì la penetrazione delle truppe napoleoniche nel Napoletano. In età tardoantica sui ruderi del tempio fu edificata una cappella votata a Sant'Andrea Apostolo, da cui prende il nome il forte e la valle. L'eccellente stato di conservazione di questo tratto dell'antico percorso romano, rende quest'area un vero e proprio museo a cielo aperto della tecnica stradale romana.
=== Altro ===
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