Bellezza: differenze tra le versioni
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La bellezza è soggettiva.
La bellezza oggettiva è funzione del tempo e alla propria cultura, poiché tali canoni cambiano nel tempo ma restano validi per il periodo indicato.
La bellezza comporta la [[cognizione]] degli oggetti come aventi una certa [[armonia]] intrinseca oppure estrinseca, con la natura, che suscita nell'osservatore un senso ed esperienza di attrazione, [[affezione]], [[piacere]], [[salute]].
Spesso si afferma che un "oggetto di bellezza" è qualsiasi cosa nel mondo percepito che riveli un aspetto significativo per la persona riguardo alla "bellezza naturale". La presenza del [[sé (coscienza)|sé]] in qualsiasi contesto umano, indicherebbe che la bellezza è naturalmente basata sul sentimento che suscita negli esseri umani, anche se la "bellezza umana" è soltanto l'aspetto dominante di una più grande e incalcolabile "bellezza naturale". Il contrario di bellezza è [[bruttezza]], intesa come la percezione di un'assenza di bellezza o accumulo d'imperfezioni, che suscita indifferenza o scarso gradimento estetico e genera una percezione negativa dell'oggetto.
Secondo il testo ''Attaccamento e amore''<ref>Grazia Attili, ''Attaccamento e amore'', Il Mulino ed., pp. 59-61</ref> (come altri testi) [senza fonti], la bellezza umana (e animale, è noto come in tutte le specie le femmine rifiutino determinati maschi), univoca e non opinabile, corrisponde alla cosiddetta "[[sezione aurea]]" (presente anche in opere architettoniche, tra cui il [[Partenone]]), e quindi a una struttura cranica delineata in linee architettoniche di tensione idealmente resistenti alle sollecitazioni meccaniche; questa, unitamente ad altri segnali (esterni al cranio) che indichino comunque salute fisica e assenza di difetti genetici (esperimenti su animali indicano chiaramente che i maschi rifiutati risultano tendenzialmente portatori di svariati difetti nel DNA). {{Senza fonte}}
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