Tardo impero romano: differenze tra le versioni
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* [[Regno Visigoto]], [[Regno suebo]]
* Regno dei [[Rugi]]
* {{simbolo|Merovingian Banner.png}} [[Regno franco]]
* [[Regno dei Burgundi]]
* [[Odoacre#Il regno|Regno di Odoacre]], [[Regno ostrogoto]], [[Longobardi]]<br/>[[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia romana]]<br/>[[Regno di Soissons]]<br/>[[Regno dei Mauri e dei Romani]]<br/>{{simbolo|Byzantine imperial flag, 14th century according to the Book of All Kingdoms.png}} [[Impero bizantino|Impero romano d'Oriente]]
|evento finale = Deposizione di Romolo Augusto da parte di [[Odoacre]] e dissoluzione dell'[[Impero romano d'Occidente]], mentre la l'[[Impero bizantino|Impero romano d'Oriente]] sopravvivrà per un altro millennio
|area geografica = [[Europa]] e [[bacino del Mediterraneo]]
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Il '''tardo impero romano''' o '''basso impero romano''' rappresentò l'ultima parte della [[Storia romana|storia politica romana]] che va dalla presa di potere di [[Diocleziano]] nel 284 alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] nel 476, anno in cui [[Odoacre]] depose l'ultimo imperatore legittimo, [[Romolo Augusto]]. La vita dell'[[Impero romano d'Oriente]] si protrarrà invece fino al momento della [[Assedio di Costantinopoli (1453)|conquista di Costantinopoli]] da parte degli [[ottomani]] nel 1453. È da notare che, se in Occidente il periodo tardo-imperiale termina nel 476, in Oriente invece lo si fa terminare per convenzione con il regno di [[Eraclio I|Eraclio]] (610-641), in quanto il suo regno fu segnato da riforme che trasformarono profondamente l'impero, liberandolo della decadente eredità tardo-romana e segnando dunque la fine in Oriente del "periodo tardo-romano" (o "proto-bizantino").
Al suo apice si espandeva per 4,4 milioni di km<sup>2</sup>, risultando il [[Imperi per estensione|secondo impero più vasto del suo tempo]] dopo l'[[Dinastia Han|Impero cinese]] nel [[II secolo d.C.]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=1979|titolo=UNIVERSIT DEGLI STUDI DI BOLOGNA. I materiali dell'Istituto delle Scienze.Catalogo della Mostra organizzata dall'Universit degli Studi di Bologna nell'Accademia delle Scienze. Settembre-Novembre 1979. Bologna, Accademia delle Scienze (Cooperativa Libraria Universitaria Editrice) 1979, pp. 164, + Indice.|rivista=Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze|volume=4|numero=2|pp=94-96|accesso=2019-10-24|doi=10.1163/221058779x00153|url=http://dx.doi.org/10.1163/221058779x00153}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Julian Bennett |titolo=Trajan : optimus princeps : a life and times |url=https://www.worldcat.org/oclc/56756930 |accesso=2019-10-24 |data=1997 |editore=Routledge|OCLC=56756930|ISBN=0203360567}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Nayan Chanda |titolo=Bound Together: How Traders, Preachers, Adventurers, and Warriors Shaped Globalization |url=https://books.google.it/books?id=rxMz-Ro6CjQC&pg=PA30&lpg=PA30&dq=roman+empire+4+megameters&source=bl&ots=SxDIolSQXL&sig=ACfU3U1ecqeEY14RC_v3Bj5pYcwg77JRCQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjlvozT9bnlAhVDy6QKHUMsCSEQ6AEwAHoECAkQAQ|accesso=2019-10-26|data=2008-10-01 |editore=Yale University Press|lingua=en|ISBN=9780300134902}}</ref> Il calcolo di quest'area non è univoco, a causa di alcune dispute e della presenza di [[Stato cliente|regni clienti]] il cui rapporto con [[Roma]] non è sempre chiaro, ma si tende a considerare tra 4,0 e 4,4 milioni di km<sup>2</sup>, con un dato mediano di 4,2 e un'area di influenza politico-militare fino a 5,0 milioni di km<sup>2</sup>.<ref name="dx.doi.org">{{Cita pubblicazione |autore=Peter Turchin |data=2006-08-26 |titolo=East-West Orientation of Historical Empires and Modern States |rivista=Journal of World-Systems Research |volume=12 |numero=2 |pp=219-229 |accesso=2019-10-24 |doi=10.5195/jwsr.2006.369 |url=http://dx.doi.org/10.5195/jwsr.2006.369|autore2=Jonathan M. Adams |autore3=Thomas D. Hall}}</ref><ref name=":0">{{Cita pubblicazione |autore=Rein Taagepera |titolo=Size and Duration of Empires: Growth-Decline Curves, 600 B.C. to 600 A.D.|rivista=Social Science History|editore=Cambridge University Press |anno=1979 |volume=3 |numero=3/4 |pp=115-138 |doi=10.2307/1170959}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Zenonas Norkus|titolo=An Unproclaimed Empire: The Grand Duchy of Lithuania: From the Viewpoint of Comparative Historical Sociology of Empires|url=https://books.google.it/books?id=VJguDwAAQBAJ&pg=PT155&lpg=PT155&dq=taagepera+roman+empire+4,4+million+km2&source=bl&ots=4YgocZWPCk&sig=ACfU3U2CGEgyI5JDFhi8TjS-nPqZhhkdDA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj9nYnX8LnlAhUQ6KQKHZCNCgQQ6AEwCXoECAYQAQ|accesso=2019-10-26|data=2017-07-28|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=9781351669054}}</ref> Malgrado non sia mai stato l'impero più vasto del mondo antico, venendo superato da molti altri, è considerato il primo per qualità di governo, organizzazione e gestione, avendo consolidato il proprio dominio per secoli.<ref name="dx.doi.org" />
Oltre all'[[Impero romano d'Oriente]], unico Stato successore a pieno titolo dell'[[Impero romano]], le altre entità statuali che si rifecero a esso in [[Occidente (civiltà)|Occidente]] furono il [[Franchi|Regno franco]] e il [[Sacro Romano Impero]].
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{{Vedi anche|Alto impero romano|Crisi del III secolo|Invasioni barbariche del III secolo}}
I cento anni che seguirono la morte di Alessandro Severo segnarono la sconfitta dell'idea di impero delle dinastie giulio-claudia e antonina. Tale idea si basava sul fatto che l'impero si fondava sulla collaborazione tra l'imperatore, il potere militare e le forze politico-economiche interne. Nei primi due secoli dell'impero la contrapposizione tra poteri politici e potere militare si era mantenuta,<ref>I successori di Augusto, se si eccettua qualche parentesi trasgressiva, avevano rispettato ruoli e regole, soprattutto quella che la nomina dell'imperatore fosse comunque sottoposta all'approvazione del Senato (Giorgio Ruffolo, ''Quando l'Italia era una superpotenza'', Einaudi, 2004, p. 86).</ref> anche se pericolosamente (lotte civili), all'interno di un certo equilibrio, garantito anche dalle enormi ricchezze che affluivano allo Stato e ai privati tramite le campagne di conquista. Nel III secolo d.C., però, tutte le energie dello Stato venivano spese non per ampliare, ma per difendere i confini dalle invasioni barbare. Quindi, con l'esaurimento delle conquiste, il peso economico e l'energia politica delle legioni finirono per rovesciarsi all'interno dell'impero invece che all'esterno, con il risultato che l'esercito, che era stato il fattore principale della potenza economica, finì per diventare un peso sempre più schiacciante, mentre la sua prepotenza politica diventava una fonte permanente di [[anarchia militare|anarchia]].<ref>Giorgio Ruffolo, ''Quando l'Italia era una superpotenza'', Einaudi, 2004, p. 53.</ref>
Nei quasi cinquant'anni di anarchia militare si succedettero ben 21 imperatori acclamati dall'esercito, quasi tutti morti assassinati. Inoltre, l'impero dovette affrontare contemporaneamente una serie di pericolose incursioni barbariche ([[Goti]], [[Franchi]], [[Alemanni]], [[Marcomanni]]) che avevano sfondato il limes renano-danubiano a nord e l'aggressività della dinastia persiana dei [[Sasanidi]], che aveva sostituito i [[Parti]]. Solo grazie alla determinazione di una serie di imperatori originari della [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]], l'impero, giunto sull'orlo della disgregazione e del collasso (intorno al 270 d.C. era avvenuta anche la secessione di alcune province, in cui si erano formate due entità separate dal governo di Roma: l'[[Imperium Galliarum]] in Gallia e in Britannia, e il [[Regno di Palmira]] in Siria, Cilicia, Arabia, Mesopotamia ed Egitto), riuscì a riprendersi.
== Civiltà tardo-romana ==
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[[File:Huns empire.png|thumb|upright=1.4|left|Massima espansione dell'impero unno, 451 circa]]
[[File:Attila in Gaul 451CE-it.svg|upright=1.4|left|thumb|Carta storica che descrive l'invasione della Gallia da parte degli Unni nel 451 d.C., e la battaglia dei Campi Catalaunici. Sono mostrati i probabili itinerari, e le città conquistate o risparmiate dagli Unni.]]
La situazione per l'impero negli [[anni 440]] era dunque disperata: l'aiuto degli Unni era venuto meno a causa dell'ascesa al trono di [[Attila]] (e di suo fratello Bleda, fatto assassinare da Attila nel 445), che invasero almeno due volte l'Illirico Orientale tra il 442 e il 447, causando devastazioni immani, costringendo l'imperatore d'Oriente Teodosio II a pagargli un tributo di ben {{formatnum:2100}} libbre d'oro e a evacuare la zona a sud del Dabubio «larga cinque giorni di viaggio»,<ref>{{cita|Heather|p. 380}}.</ref> e impedendogli, tenendolo occupato sulla frontiera danubiana, di inviare contingenti in soccorso dell'Occidente ormai in declino.
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