Libellus ad Leonem X: differenze tra le versioni

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E ancora, riguardo alla cultura, più in generale, la Chiesa deve farsi promotrice dell’educazione contro l’ignoranza imperante e l’accademismo.
 
Tra i propositi di riforma che Giustiniani e Querini caldeggiano nella lettera a Leone X vi è l’intento di sradicare gli atti, i riti e le credenze che gli autori definiscono con il termine di ‘[[superstizione]]’, mezzi diabolici rivolti contro la religione e al tempo stesso contro la [[medicina]] insegnata negli ''Studia'' (università di medicina, nella terminologia odierna), un flagello terribile che, associato con l’ignoranza, comporta gravi rischi di [[peccato mortale]] oltre che alla salute fisica; la superstizione è «generatrice di tutti i mali», avversaria della vera fede e da esse scaturisce il [[Vizi capitali|peccato capitale]] contro la religione, l’[[idolatria]]: per combattere l’analfabetismo religioso, dilagante tra gli stessi religiosi ed il clero secolare (molti sacerdoti non erano in grado di leggere il [[Lingua latina ecclesiastica|latino]] dei [[Liturgia|testi liturgici]]), nella [[Culto dei santi|devozione dei santi]] nei santuari – venerati «con maggior onore e riverenza dello stesso [[Santissimo Sacramento|Sacratissimo Corpo di nostro Signore Gesù Cristo]]» – ridotta spesso a riti e [[Guaritore|culti terapeutici]] e [[Taumaturgia|taumaturgici]], e in tutta lela sferesfera della vita privata, così come il disinteresse dei laici per l’istruzione religiosa,
 
Tutto questo è strettamente legato all’opera missionaria della Chiesa.