Autismo: differenze tra le versioni
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Allo stato attuale, la questione del rapporto tra "psicoanalisi" e autismo è complessa, ma le classiche contrapposizioni dicotomiche non rappresentano lo stato dell'arte.
In primo luogo, non si deve confondere la più ampia [[psicologia clinica]]
La ricerca e l'intervento in psicologia clinica dello sviluppo ha prodotto una significativa quantità di dati scientifici verificati sui vari aspetti della genesi, della valutazione clinica, delle caratteristiche funzionali, delle possibili linee di supporto, accomodamento e sostegno nei confronti dei soggetti autistici e delle loro famiglie.<ref name="Luca Surian 2005, p. 85" /> Inoltre, in alcuni paesi i servizi sanitari pediatrici stanno passando da valutazioni diagnostiche ad una valutazione più olistica del neurosviluppo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jason|cognome=Lang|nome2=Georgia|cognome2=Wylie|nome3=Caroline|cognome3=Haig|data=2024|titolo=Towards system redesign: An exploratory analysis of neurodivergent traits in a childhood population referred for autism assessment|rivista=PloS One|volume=19|numero=1|pp=e0296077|accesso=18 aprile 2025|doi=10.1371/journal.pone.0296077|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38198484}}</ref>
In secondo luogo, la stessa [[psicoanalisi]], in parallelo al suo sviluppo clinico e teorico, ha abbandonato molte delle sue originali ipotesi in merito di cinquant'anni fa, revisionando le vecchie ipotesi sul ruolo dei genitori nella genesi dello spettro autistico. In effetti una grande quantità di ricerche, da [[John Bowlby]] in poi, ha mostrato come l'ambiente familiare influenzi grandemente lo sviluppo e le caratteristiche dei figli, malati e non. Le dinamiche familiari e le relazioni genitori-figli possono essere soggette a disfunzioni, divenendo fonte di malesseri, disagi, traumi o disturbi d'ansia come ad esempio il mutismo elettivo, o ancora concause dello sviluppo del [[disturbo di personalità borderline]]. Invece non si sono riscontrate prove che queste relazioni siano alla radice dell'autismo, il quale è sempre più riconosciuto come un funzionamento della mente con basi genetiche e neurologiche complesse, e meno come frutto di deficit relazionali precoci.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=S.|cognome=Tordjman|nome2=D.|cognome2=Cohen|nome3=G. M.|cognome3=Anderson|data=2018-06|titolo=Repint of "Reframing autism as a behavioral syndrome and not a specific mental disorder: Implications of genetic and phenotypic heterogeneity"|rivista=Neuroscience and Biobehavioral Reviews|volume=89|pp=132–150|accesso=19 aprile 2025|doi=10.1016/j.neubiorev.2018.01.014|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29391184}}</ref>
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