Senigallia: differenze tra le versioni
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Successivamente l'invasione [[Longobardi|longobarda]] d'Italia del 568, la città rimase sotto dominio [[Impero bizantino|bizantino]] al diretto controllo dell'[[Esarcato di Ravenna]], costituendo assieme con [[Ancona]], ''Fanum Fortunae'' ([[Fano]]), ''Pisaurum'' ([[Pesaro]]) e ''Ariminum'' ([[Rimini]]) la cosiddetta [[Pentapoli bizantina]] e seguendone tutte le vicende storiche fino alla donazione della Pentapoli al dominio del [[Papa]] di Roma.
Istituiti già da tempo la [[diocesi]] e il [[vescovado]], la città conobbe un interessante sviluppo anche economico, che vide l'istituzione della cosiddetta [[Fiera della Maddalena]] attorno al XIII secolo. Ma durante il Basso [[Medioevo]] si scontrò con gli interessi delle città vicine, in particolare Fano, [[Jesi]] ed Ancona a causa delle lotte tra fazioni [[guelfi e ghibellini|guelfe e ghibelline]] in Italia. Senigallia venne conquistata e in gran parte distrutta dalle truppe di [[Manfredi di Sicilia]], che ne fece abbattere le [[Mura (fortificazione)|mura]].
A peggiorare la situazione contribuì la presenza a [[sud]] della città di una vecchia [[salina]] che, abbandonata a se stessa, divenne una malsana e insalubre palude salmastra: questi eventi ridussero la città a poco più di un borgo arroccato attorno ad un vecchio fortilizio edificato sui resti di un'antica torre di avvistamento romana. Dello stato di Senigallia e di altre città Dante traccia la morale storica nel canto XVI del ''Paradiso''.
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