Calore specifico: differenze tra le versioni
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[[File:Black Joseph (cropped).jpg|thumb|Joseph Black]]
Uno dei primi scienziati a utilizzare il concetto fu [[Joseph Black]], un medico del XVIII secolo e professore di medicina alla [[Università di Glasgow]]. Misurò la capacità termica specifica (per unità di massa) di molte sostanze, usando il termine ''capacità per il calore''.<ref>
{{Cita libro|cognome1=Laidler |nome1=Keith J. |url=https://books.google.com/books?id=01LRlPbH80cC |titolo=The World of Physical Chemistry |editore=Oxford University Press |anno=1993 |isbn=0-19-855919-4}}</ref> Nel 1756 o subito dopo, Black iniziò uno studio approfondito sul calore.<ref name=":1">{{Cita libro|cognome=Ramsay |nome=William |wkautore=William Ramsay |titolo=The life and letters of Joseph Black, M.D. |url=https://archive.org/details/cu31924012362806 |editore=Constable |anno=1918 |pp=[https://archive.org/details/cu31924012362806/page/n65 38]–39}}</ref> Nel 1760 si rese conto che quando due sostanze diverse di uguale massa ma diverse temperature vengono mescolate, le variazioni del numero di gradi nelle due sostanze differiscono, sebbene il calore guadagnato dalla sostanza più fredda e perso da quella più calda sia lo stesso. Black ha raccontato un esperimento condotto da [[Daniel Gabriel Fahrenheit]] per conto del medico olandese [[Herman Boerhaave]]. Per chiarezza descrisse poi una variante ipotetica, ma realistica dell'esperimento: se si mescolano masse uguali di acqua a 100 °F e mercurio a 150 °F, la temperatura dell'acqua aumenta di 20 °F e la temperatura del mercurio diminuisce di 30 °F (entrambi arrivano a 120 °F), anche se il calore guadagnato dall'acqua e perso dall'acqua il mercurio è lo stesso. Ciò ha chiarito la distinzione tra calore e temperatura. Ha inoltre introdotto il concetto di capacità termica specifica, che è diversa per le diverse sostanze. Black scrisse: “L’argento vivo [mercurio]... ha meno capacità dell’acqua in termini di calore”.<ref>{{Cita libro|cognome=Black |nome=Joseph |url=https://books.google.com/books?id=lqI9AQAAMAAJ&pg=PA76 |titolo=Lectures on the Elements of Chemistry: Delivered in the University of Edinburgh |data=1807 |editore=Mathew Carey |curatore=John
== Definizione generalizzata ==
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Il concetto di "calore specifico negativo", noto implicitamente in astrofisica fin dai lavori di [[Subrahmanyan Chandrasekhar]] degli anni 1930, compare in maniera marginale nel classico [[Corso di fisica teorica#Volume 5: Fisica statistica - Parte prima|testo di fisica statistica di L.D.Landau ed E.M. Lifshitz]], fu diffuso nella comunità dei fisici da [[Walter Thirring]] nel [[1970]].<ref>W. Thirring, ''Systems with negative specific heat'', Z. Phys. 235, pp. 339-352 (1970).</ref> Recentemente ci si è accorti che un qualsiasi sistema con interazioni a lungo raggio (come sistemi autogravitanti, plasmi a una componente) può avere calore specifico negativo<ref>A. Campa, S. Ruffo, T. Dauxois, ''Statistical mechanics and dynamics of solvable models with long-range interactions'', Phys. Rep. 480, pp. 57-159 (2009).</ref>. La richiesta più basilare affinché un sistema possa avere calore specifico negativo è che tale sistema non sia additivo. Tranne che per le osservazioni astrofisiche, ad ora non è chiara la verifica sperimentale di tale possibilità.
In altro contesto, all'interno della meccanica statistica di non equilibrio, è stato osservato calore specifico negativo in alcuni sistemi<ref>{{cita web|url=http://siba.unipv.it/fisica/ScientificaActa/volume_2_1/Villain_ita.pdf|titolo=Riflessioni sulle interazioni a lungo raggio|autore=Jacques Villain|data=2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240720042022/http://siba.unipv.it/fisica/ScientificaActa/volume_2_1/Villain_ita.pdf|citazione=Diverse leggi della termodinamica classica non mantengono la loro validità in presenza di interazioni a lungo raggio. Ad esempio l’energia non è
== Note ==
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