Adriano Olivetti: differenze tra le versioni

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Sappiamo che collaborò anche con ''Tempi Nuovi'' il settimanale politico torinese che il padre promuoverà con [[Donato Bachi]] (che ne sarà il direttore) e altri progressisti. Con la svolta, prima critica, poi più marcatamente antifascista di quel giornale, ci fu anche la svolta politica di Adriano Olivetti, anche influenzato dall'ambiente culturale del Politecnico e dall'amicizia con la famiglia Levi. In particolare con [[Gino Levi Martinoli|Gino Levi]] suo compagno di corso.
 
Nel [[1924]] conseguì la laurea in [[ingegneria chimica]] al [[Politecnico di Torino]] e, dopo un soggiorno di studio negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti d'America]] insieme a [[Domenico Burzio]] (Direttore Tecnico della Olivetti), durante il quale poté aggiornarsi sulle pratiche di organizzazione aziendale, entrò nel [[1926]] nella fabbrica paterna ove, per volere di Camillo, fece le prime esperienze come operaio. Divenne direttore della Società [[Olivetti]] nel [[1932]], anno in cui lanciò la prima macchina da scrivere portatile chiamata [[Olivetti MP1|MP1]], e presidente nel [[1938]].<ref name="Olivetti_storia_di_un'impresa" />
 
Si oppose al regime [[fascismo|fascista]] con momenti di militanza attiva; sappiamo però, dagli articoli su ''Tempi Nuovi'', che la redazione, almeno fino al [[1923]], aveva avuto un rapporto di reciproca stima con il fascismo torinese di [[Giuseppe Mario Gioda|Mario Gioda]], il quale, sia pur scomparso nel [[1924]], aveva lasciato numerosi seguaci nella federazione torinese. L'antifascismo di Adriano si era già espresso immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere di [[Giacomo Matteotti]] nella manifestazione che promosse, insieme al padre, al [[teatro Giacosa]] di [[Ivrea]] nel 1924.