High Intensity Training: differenze tra le versioni

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I sostenitori del HIT citano a loro favore diverse ricerche che mostrano come il cedimento muscolare si riveli una strategia più efficace rispetto al mancato raggiungimento di tale soglia. Una importante review di Willardson (2007) suggerì che allenarsi al cedimento può portare ad un maggior stimolo delle unità motorie rapide, e ha la capacità di produrre i maggiori incrementi di forza e potenza<ref name="Willardson">Willardson JM. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17530977 The application of training to failure in periodized multiple-set resistance exercise programs]''. J Strength Cond Res. 2007 May;21(2):628-31.</ref>. Quindi allenarsi al cedimento viene teoricamente giudicato più vantaggioso per il fatto che ciò garantirebbe il reclutamento di più unità motorie e fibre muscolari possibili. Rooney et al. (1994) riportarono un significativo incremento della forza con l'allenamento a cedimento se comparato con un allenamento non a cedimento<ref>Rooney et al. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7808251 Fatigue contributes to the strength training stimulus]''. Med Sci Sports Exerc. 1994 Sep;26(9):1160-4.</ref>. Anche Schott et al. (1995) segnalarono un maggiore incremento nella forza isometrica applicando il principio del cedimento se comparato al non a cedimento<ref>Schott et al. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8549577 The role of metabolites in strength training. II. Short versus long isometric contractions]''. Eur J Appl Physiol Occup Physiol. 1995;71(4):337-41.</ref>. Drinkwater et al. (2005) riportarono un significativo incremento della forza dinamica e della potenza su panca piana da parte del protocollo a cedimento<ref>Drinkwater et al. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15903379 Training leading to repetition failure enhances bench press strength gains in elite junior athletes]''. J Strength Cond Res. 2005 May;19(2):382-8.</ref>. Folland et al. (2002) non riportò significative differenze negli incrementi della forza tra un esercizio di 7 minuti a cedimento e uno di 25 minuti non a cedimento, suggerendo che gli stessi incrementi della forza potevano essere ottenuti in approssimativamente il 30% del tempo con l'allenamento a cedimento<ref>Folland et al. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1724546/ Fatigue is not a necessary stimulus for strength gains during resistance training]''. Br J Sports Med. 2002 October; 36(5): 370–374.</ref>. Nel complesso, le prove scientifiche suggeriscono che gli individui dovrebbero essere incoraggiati ad allenarsi fino all'incapacità muscolare momentanea, perché questo sembra massimizzare il reclutamento delle fibre muscolari e porta a maggiori miglioramenti rispetto all'allenamento non a cedimento.
 
Ciò che è sfuggito ai promotori del HIT è che la stessa review di Willardson (2007) in cui il principio del cedimento veniva valorizzato, dichiarava anche che questo non deve essere applicato cronicamente per lunghi periodi a causa dell'elevato potenziale di sovrallenamento e lesioni da uso eccessivo. Inoltre l'uso eccessivo del cedimento può causare una diminuzione degli ormoni anabolici<ref name="Willardson" />. Una ricerca effettuata da Izquierdo et al. (2006) in cui vennero testati due gruppi, tra cui solo uno alla massima fatica, rilevò che il gruppo non a cedimento aveva mostrato maggiori aumenti della forza, potenza, livelli di testosterone, IGF-1, e ridotti livelli di cortisolo rispetto al gruppo a cedimento. Il gruppo a cedimento aveva ottenuto solo una maggiore resistenza muscolare, probabilmente per il fatto di dover prlungareprolungare maggiormente la durata della serie<ref>Izquierdo et al. ''[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16410373 Differential effects of strength training leading to failure versus not to failure on hormonal responses, strength, and muscle power gains]''. J Appl Physiol. 2006 May;100(5):1647-56. Epub 2006 Jan 12.</ref>.
 
Se da un lato la ricerca scientifica ha riscontrato dei maggiori benefici generali nell'applicazione del principio del cedimento muscolare concentrico, essa ha anche rivelato che tale soglia non dovrebbe essere raggiunta sempre a causa dell'alto rischio di sovrallenamento indotto. Inoltre una ricerca suggerisce che non raggiungere il cedimento possa portare a maggiori benefici sugli adattamenti muscolari e sulle risposte ormonali. Proprio il documento di Willardson, che era stato citato dai sostenitori del ''Heavy Duty'' in quanto apparentemente allineato con le sue teorie, se consultato approfonditamente lascia emergere una conclusione che contrasta con il suo principio, infatti dal punto di vista scientifico il cedimento sarebbe uno dei tanti parametri dell'allenamento, e come tale dovrebbe essere ciclizzato e non mantenuto cronicamente. L'HIT al contrario non prevede fasi o cicli in cui tale punto non viene raggiunto. Qualche anno dopo, la stessa équipe di Willardson pubblicò un ulteriore documento in cui veniva ribadita la necessità di introdurre il cedimento muscolare solo a fasi cicliche. Secondo gli studiosi, tale soglia andrebbe raggiunta per un periodo di allenamento di 6 settimane, alternato a fasi della stessa durata in cui il cedimento non dovrebbe essere applicato<ref>Willardson et al. ''[http://journals.lww.com/nsca-scj/Abstract/2010/06000/Training_to_Failure_and_Beyond_in_Mainstream.2.aspx Training to Failure and Beyond in Mainstream Resistance Exercise Programs]''. Strength & Conditioning Journal: June 2010 - Volume 32 - Issue 3 - pp 21-29</ref>.