Luna: differenze tra le versioni
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Quando, nel 1609, [[Galileo Galilei|Galileo]] puntò il suo [[telescopio]] sulla Luna, scoprì che la sua [[superficie della Luna|superficie]] non era liscia, bensì corrugata e composta da vallate, monti alti più di 8000 m e crateri<ref>Galileo, Lettera a Gallanzone Gallanzoni, 1611.</ref>. La stima dell'elevazione dei rilievi lunari fu oggetto di una brillante intuizione matematica: sfruttando la conoscenza del diametro lunare ed osservando la distanza delle vette montuose dal [[Terminatore (giorno)|terminatore]], l'astronomo toscano ne calcolò efficacemente l'altitudine<ref>{{Cita web |url=https://brunelleschi.imss.fi.it/esplora/cannocchiale/dswmedia/simula/isimula1_1.html |titolo=Il cannocchiale di Galileo - L’altezza delle montagne lunari. |accesso=2 giugno 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190123223303/https://brunelleschi.imss.fi.it/esplora/cannocchiale/dswmedia/simula/isimula1_1.html |dataarchivio=23 gennaio 2019 |urlmorto=no}}</ref>; misurazioni moderne hanno confermato la presenza di monti che, avendo origine differente da quelli terrestri, data la minor gravità lunare, giungono ad 8 km di elevazione (il punto più alto misura {{m|10750|ul=m}} rispetto alla quota media)<ref>{{Cita web |url=https://www.astronomiamo.it/Articolo.aspx?Arg=Dati_e_moti_lunari#sthash.AmrilXJQ.dpbs |titolo=Astronomiamo - Dati e moti lunari |accesso=3 giugno 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170114050903/http://www.astronomiamo.it/Articolo.aspx?Arg=Dati_e_moti_lunari#sthash.AmrilXJQ.dpbs |dataarchivio=14 gennaio 2017 |urlmorto=no}}</ref>.
Ancora agli inizi del Novecento c'erano dubbi sulla possibilità che la Luna potesse avere un'[[atmosfera]] respirabile<ref>Per esempio l'astronomo [[Alfonso Fresa]] nel suo trattato a proposito delle anomalie delle occultazioni lunari scriveva: «Un altro fenomeno, davvero inspiegabile, è quello osservato a Leningrado, durante l'eclissi totale di Luna del 14 agosto 1924, da
L'autore prosegue: «Escludendo il caso di fenomeni dovuti ad illusioni ottiche e quello di stelle doppie, per tutti gli altri casi osservati e confermati da fonti diverse e a cui non si può dare una esauriente spiegazione, si ricorre alla ipotetica spiegazione di un sottilissimo strato d'aria, molto tenue, situato in qualche depressione del suolo ma sufficiente ad affievolire la luce stellare» {{Cita |Fresa |p. 233}}.</ref>. L'astronomo Alfonso Fresa, ponendosi il problema dell'abitabilità della Luna, la legava inscindibilmente alla presenza dell'acqua e dell'aria:
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