Prima crociata: differenze tra le versioni

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ins luogo di convegno
Reclutamento: grassetto deprecato
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Il discorso di Urbano fu ben pianificato: egli prima persuase alla crociata [[Ademaro di Monteil]] e [[Raimondo IV di Tolosa]], aggiudicando così il sostegno alla spedizione di due dei più grandi condottieri della Francia meridionale. Ademaro stesso fu presente al Concilio e fu il primo a «prendere la croce». Durante tutto il resto del 1095 e del 1096, Urbano fece diffondere il messaggio in tutta la Francia ed esortò i suoi vescovi e [[legato papale|legati]] a predicare nelle proprie diocesi anche in [[Germania]] e in [[Italia]]. La risposta delle masse all'invocazione del Papa fu molto più entusiastica di quanto potesse pensare egli stesso. Nel suo viaggiare per la Francia, Urbano cercò di proibire ad alcune persone (come le donne, i monaci e gli ammalati) di aderire alla crociata, ma spesso non vi riuscì. Alla fine, la maggior parte di chi prese la croce non furono cavalieri, ma contadini non certamente ricchi e senza grandi abilità di combattimento, una massa di persone persuase da emotività e devozione religiosa non facilmente sfruttabile dagli ecclesiastici e dall'aristocrazia laica.<ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 46-49}}.</ref> In genere, il reclutamento implicava che ogni volontario si impegnasse a fare voto di compiere un pellegrinaggio alla [[Basilica del Santo Sepolcro|Chiesa del Santo Sepolcro]]. Ai crociati venne donata anche una croce, che solitamente veniva cucita sui loro vestiti.<ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 65-66}}.</ref>
 
"Che papa Urbano II, la magna comitissa Matilde di Canossa marchesa/duchessa di Toscana' e una colonna di pellegrini armati franco-normanna scegliessero proprio Lucca per incontrarsi nell'autunno del 1096, è, si può dire, storicamente certo e significativo senza dubbio nella storia della città di Lucca e anche in quella delle crociate ".<ref>{{Cita libro|autore=Franco Cardini|titolo=LALa CITTÀcittà NELLAnella STORIAstoria: LUCCALucca Ee LAla PRIMAprima CROCIATAcrociata|p=17}}</ref>
 
Come scrive lo storico Thomas Asbridge, «come non possiamo fare altro che stimare il numero delle migliaia di persone che risposero all'ideale crociato, così possiamo ottenere solo una visione limitata della loro motivazione e delle loro ambizioni».<ref>{{cita|Asbridge, 2004|p. 41}}.</ref> Alcune generazioni di storici precedenti ad Asbridge hanno sostenuto che i crociati fossero motivati dall'avidità e dalla speranza di poter trovare una vita migliore lontana dalle fame e dalla guerra che caratterizzava la loro esistenza in Francia, ma come Asbridge osserva: «Questa immagine è... profondamente fuorviante».<ref>{{cita|Asbridge, 2004|p. 68}}.</ref> Egli sostiene che l'avidità fosse probabilmente un fattore importante per via degli alti costi che dovevano affrontare nel lungo viaggio, per gli alti rischi e perché quasi tutti i crociati fecero ritorno nelle proprie case una volta terminato il loro pellegrinaggio piuttosto che dotarsi di possedimenti in [[Terra santa]].<ref>{{cita|Asbridge, 2004|p. 69}}.</ref><ref>{{cita|Riley-Smith, 1998|p. 15}}.</ref> È difficile o impossibile valutare quali fossero stati i motivi precisi delle migliaia di poveri che parteciparono alla crociata, per i quali non esistono alcune fonti storiche, o addirittura quelli di importanti cavalieri, le cui storie sono state solitamente riscritte da monaci o chierici probabilmente senza troppa obiettività. Poiché il mondo medievale secolare fu così profondamente radicato nel mondo spirituale della chiesa è abbastanza probabile che la religiosità sia stato un fattore importante per molti crociati.<ref>{{cita|Asbridge, 2004|pp. 69-71}}.</ref>