Kitáb-i-Aqdas: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il Kitáb-i-Aqdas fu completato aad [[San GiovanniAcri d'(Israele)|Acri]] attorno al [[1873]], mentre alcuneera sueancora partiimprigionato. erano state scritte precedentemente. Fu scritto in risposta alle richieste dei credenti sulle leggi di Dio per la nuova religione e sulle indicazioni su come organizzare i loro affari. <ref>{{Cita web|autore=Moojan Momen|url=https://irfancolloquia.org/4/momen_history/|titolo=The History of Writing and Transmission of the Kitab-i-Aqdas|titolotradotto=La storia della scrittura e della trasmissione del Kitab-i-Aqdas}}</ref> Bahá'u'lláh scrisse in seguito che, dopo la composizione iniziale nella [[Casa di `Abbúd|Casa di 'Abbúd]],  attese per qualche tempo prima di inviarlo ai credenti in Iran.
 
Bahá'u'lláh fece pervenire alcune copie manoscritte del libro ai [[bahá'í]] in [[Persia]], e attorno al [[1891]] provvide alla pubblicazione del testo originale in arabo a [[Bombay]], in India.
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Una copia del Kitáb-i-Aqdas, datata gennaio 1887, scritta a mano da Zaynu'l-Muqarrabín, è conservata presso la [[British Library]]. La descrizione della biblioteca afferma: "Le sue copie sono molto apprezzate per la loro accuratezza".<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20230513205706/https://www.bl.uk/collection-items/kitab-al-aqdas-and-other-tablets-by-bahaullah|titolo=Biblioteca Britannica}}</ref>
 
Solo nel 1986 la Casa Universale di Giustizia decise che era arrivato il tempo di procedere alla traduzione in inglese del testo che venne pubblicata nel 1992, anno in cui siche commemoròsegnava il centenario della mortescomparsa di Bahá'u'lláh. Negli anni successivi, gradualmente, il libro fu tradotto in numerose altre lingue, fra le quali la lingua italiana<ref>{{Cita web|url=http://www.bahaimilano.it/bibliotecadigitale/Kitab-i-Aqdas.pdf|titolo=traduzione}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Bahá'u'lláh|titolo=Kítab-i-Aqdas|anno=1995|editore=Casa Editrice Bahá'í|ISBN=}}</ref> e recentemente, in swahili, lingua parlata da oltre 200 milioni di persone all'interno e al di fuori dell'Africa <ref>{{Cita web|url=https://notizie.bahai.it/wp-admin/post.php?post=6892&action=edit|titolo=Tanzania: Pubblicato in swahili il Libro Più Santo bahá'í}}</ref> e nel gennaio 2024 è stata pubblicata la prima edizione cartacea del Kitáb-i-Aqdas in polacco.
 
== Il contenuto ==
Il ''Kitáb-i-Aqdas'' non è solo un libro di leggi, ma un testo complesso che oltre ai temi giuridici tratta di [[etica]], di [[morale]], dell'amministrazione bahá'í, delle pratiche religiose bahá'í, delle [[diritto penale|leggi penali]], dello [[stato civile|stato delle persone]], di [[scienze sociali|principi sociali]], e anche [[profezia|profezie]].
 
Alcune norme e istruzioni del Kitáb-i-Aqdas non sono ancora applicabili alla società attuale, spetta alla [[Casa Universale di Giustizia]] indicarne i tempi e le modalità di applicazione. Resta ferma la prospettiva che tutte tali norme si applicheranno gradualmente, infatti Bahá'u'lláh ha stabilito che la loro osservanza debba essere attuata con ''tatto e saggezza'' e non dev'essere causa di ''perturbazione e dissidio''<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Smith, Peter, 1947 November|cognome=27-|titolo=A concise encyclopedia of the Baha'i faith|url=https://www.worldcat.org/oclc/42912735|accesso=|data=2000|editore=Oneworld|oclc=42912735|ISBN=1851681841}}</ref>. Shoghi Effendi ha chiarito che se una norma bahá'í è in contrasto con la legge di un paese può non essere applicata in quel determinato paese<ref name=":1" /> poiché le leggi di qualsiasi paese devono avere priorità sulle norme bahá'í<ref>A Bausani, ''Aqdas'', in ''Encyclopædia Iranica'', 1989.</ref>. Alcune norme sono state dettate non per il presente, lasciando la decisione per la loro applicazione alla Casa Universale di Giustizia<ref name=":1" />. L'attuazione della legge bahá'í risiede anzitutto nella coscienza, nella comprensione e nella ragione di ogni bahá'í<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Smith, pp. 159|rivista=|numero=}}</ref>. Le norme bahá'í non sono considerate prescrittive finché non si aderiscaaderisce volontariamente alla Fede bahá'í e l'adesione alla Comunità bahá'í non è rapportatasubordinata al grado di osservanza delledi tali norme bahá'í stesse. Il neofita applicheràè leincoraggiato ad applicarle norme gradualmente e, secondo ele proprie possibilità.<ref name=":1" />
 
Fanno parte del Kitáb-i-Aqdas anche i supplementi:
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D. Leggi, ordinanze ed esortazioni varie
 
=== Le preghiere obbligatorie ===
Scopo della sacra scrittura e in particolare della preghiera è di trasformare la società partendo dall'intimo del cuore di ogni singola persona valorizzandone i talenti e le qualità spirituali in un armonico modello di fratellanza universale, domiciliando nel profondo dei cuori l'amore e il timor per l'unico Dio: Creatore e Ordinator dei mondi di un universo infinito, e per le Sue ammodernate indicazioni nel più consono, graduale e rinnovato sistema di vivere la vita, presente e futura, personale e sociale. In tal senso la preghiera obbligatoria baha'i è il cibo giornaliero per nutrire l'anima umana, per porla in comunione con Dio e la Sua volontà.
 
A pagina 23,; § 6 del libro ''Bahá'u'lláh'' ingiunge la preghiera obbligatoria con nove rak’ah: (nove cicli di recitazioni di versetti appositamente rivelati, accompagnati da una serie prescritta di genuflessioni ed altri movimenti). Successivamente, egli ''"per motivi di saggezza"'' ha cambiato tale ''“Tavola di Preghiere”''. Specificando che, qualche anno prima, alcuni scritti sacri, inclusa la preghiera di nove rak’ah, erano state ''“registrate separatamente"'' e ''"spedite via"'' (pag. 113; risposta alla domanda n. 63). Poi, nel capitolo 'Note Esplicative' del libro, a pagina 156; § 9, viene spiegato che tale tavola, assieme ad altre tavole, venne rubata, poco dopo l'Ascensione di Bahá'u'lláh, da Muhammad-'Ali, l'Arciviolatore del Suo Patto. Si evidenziò così la grande preveggenza di Bahá'u'lláh e la ''"saggezza"'' del perché: ''"In seguito sono state rivelate queste tre nuove Preghiere obbligatorie"''; e chiarendo di conseguenza la ragione per cui: ''"non fu consegnata ai credenti mentre Egli era in vita"'' quella originaria, trafugata poi da Muhammad-'Ali, l'Arciviolatore del Suo Patto: come si svelò poi palesemente d'essere.
 
Il credente è tenuto a recitare a suo piacimento, una tra le tre note preghiere obbligatorie, preceduta da delle abluzioni, cioè lavando prima le mani e il volto. Le preghiere obbligatorie tra cui scegliere sono quindi tre: una lunga, una media e una breve. La preghiera lunga e media prevedono la recitazione di versetti accompagnati da dei movimenti e posizioni corporali (eretta, con le mani in alto, genuflessa, prostrata, seduta). La preghiera obbligatoria breve è invece composta di poche frasi e non prevede alcun movimento o gesto. Shoghi Effendi spiega che Bahá'u'lláh ha ridotto al minimo riti e formalità nella Fede bahá’í e che le poche forme rimaste - come quelle relative alla preghiera obbligatoria - sono simboli di una realtà interiore. La preghiera obbligatoria breve è stata quindi rivelata per dare maggiore libertà ai credenti che non avvertissero il desiderio di seguire questi gesti<ref>{{Cita libro|autore=Shoghi Effendi|titolo=da una lettera del 24 giugno 1949 citata nella compilazione Preghiera - Meditazione - Devozione|p=31, n. 59}}</ref>. Per consultare il testo delle preghiere obbligatorie vedere pagg. 82-90 del libro. Oltre alla preghiera obbligatoria, il credente, nella giornata, dopo aver lavato le mani ed il viso, deve ripetere 95 volte ''“Allah-u-Abha”,'' che significa ''"Dio il Gloriosissimo"''. (pag. 26; §18).
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Nel periodo del ciclo mestruale, la donna è dispensata dalla preghiera obbligatoria; in sostituzione ad essa, dopo aver eseguito le abluzioni, ella ripeterà 95 volte ''“Sia glorificato Iddio, Signore dello Splendore e della Bellezza”'' (pag. 25, § 13). Questo non la esonera dall'obbligo morale di ripetere durante il giorno l’altra formula di 95 volte ''“Allah-u-Abha”''. I bahá'í usano diversi metodi per tale conta: alcuni usano una specie di rosario con 95 grani, altri usano un semplice sistema manuale di conteggio, consolidato dalla tradizione.
 
=== Il matrimonio ===
* Bahá'u'lláh nel Kitáb-i-Aqdas scrive: "Badate di non prendere più di due mogli. Chi si accontenta di una sola compagna fra le ancelle di Dio, entrambi vivranno in pace" (pag. 39, § 63). L'interprete da lui designato ai chiarimenti: ‘Abdu’l-Bahá, (come riportato nella nota n° 89 a pag. 195) spiega che poiché la bigamia è condizionata alla giustizia, e poiché ogni tipo di giustizia con due mogli è impossibile, di fatto la bigamia non è concessa e dev'essere praticata solo la monogamia<ref name=":0" />.
* Bahá'u'lláh condiziona il matrimonio al consenso dei quattro genitori se viventi, qualsiasi età abbiano gli sposi (pag. 39/40; § 65). Ciascuno dei quattro genitori "desiderando instaurare amore, unità e armonia" ha quindi il diritto di negare il consenso, precludendo così la celebrazione del matrimonio baha'i.
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[[Bahá'u'lláh]] quantifica la “dote baha'i” in 19 ''mithqal'' (un ''mithqual'' = 3,64 grammi) d’oro, se gli sposi abitano in città, e 19 ''mithgal'' di argento se gli sposi abitano in campagna. In termini più immediatamente comprensibili, la somma in oggetto attualmente vale circa {{m|3500|u=€}} per la città e di appena 44 € in campagna. È possibile incrementare la suddetta quantità fino ad un massimo di 95 ''mithqal'' (pagg. 198-199;§§ 93,94,95).
 
=== Temi controversi ===
Dei contenuti del Kitáb-i-Aqdas, come ad esempio la successione testamentaria ed altri, non sempre sono condivisi da parte di non bahá'í. In ambito testamentario ogni bahá'í dispone e destinerà a piacere la sua eredità, in quanto Bahá'u'lláh: ''"afferma chiaramente che ogni persona ha pieno titolo sulla sua proprietà ed è libera di stabilire come il suo patrimonio dovrà essere suddiviso e di designare nel testamento coloro che, bahá'í o no, dovranno ereditare"'' (note, pag 170, n. 38). Quindi solo in caso di successione 'ab intestato' cioè senza alcun testamento scritto, e allorché in futuro sarà valida una specifica legislazione bahá'í;
Dei contenuti del Kitáb-i-Aqdas, come ad esempio la successione testamentaria ed altri, non sempre sono condivisi da parte di non baha'i.
allora, in un dialogo ipotetico che riguarda l'uguaglianza (non l'omogeneità) tra uomo e donna, che è uno dei principi fondamentali della Fede bahá'í<ref>{{Cita web|url=https://www.bahai.org/beliefs/universal-peace/articles-resources/the-equality-men-women|titolo=Selected Readings on The equality of men and women|lingua=en|accesso=15 novembre 2018}}</ref>, si andrà a cercar di capire il perché di una distinzione di genere in quanto alcuni paragrafi indicano una distinzione tra i figli. Ad esempio sulla divisione dell'eredità i maschi ricevono una quota maggiore rispetto alle femmine (pag. 27; § 20); l'abitazione principale del defunto viene assegnata al primogenito maschio (pag.28; § 25); nel caso di possesso di più di una casa gli spetterà quella personale del padre "più bella e più nobile" (pag. 171; n.§ 38); È bene ribadire che Bahá'u'lláh prescrive ai Bahai di redigere loro il testamento, e in questo hanno la completa libertà di disporre come desiderano dei propri beni. Bahá'u'lláh indica una particolare forma ereditaria nei casi di successione in assenza di testamento.<ref>'''^''' <sup>''[[Legge bahai#cite ref-PSmith169 15-0|a]]''</sup> <sup>''[[Legge bahai#cite ref-PSmith169 15-1|b]]''</sup> [[Legge bahai#CITEREFSmith2008|Smith]], pp. 169</ref> e che solo uomini possono essere membri della Casa Universale di Giustizia (pag. 191; § 80). D'altra parte Bahá'u'lláh afferma: ''"Eccelso, oltremodo eccelso è Colui Che ha rimosso le differenze e portato l’armonia. Glorificato, infinitamente glorificato è Colui Che ha fatto cessare la discordia e decretato la solidarietà e l’unità. Sia lodato Iddio, la Penna dell’Altissimo ha abolito ogni distinzione fra i Suoi servi e le Sue ancelle e, mercé i Suoi perfetti favori e la Sua misericordia che tutto pervade, ha conferito a tutti stadio e rango sullo stesso piano. Con la spada della parola Egli ha stroncato le vane immaginazioni e con l’onnipresente potere della Sua possanza ha cancellato i pericoli delle oziose fantasie"''<ref>{{Cita libro|autore=Bahá’u’lláh|titolo=La donna - Compilazione|p=11}}</ref>. 'Abdu'l-Bahá, interprete designato da Bahá'u'lláh, sottolinea il principio della parità di diritti tra uomo e donna in molti dei suoi scritti e afferma che se una famiglia non ha i mezzi sufficienti per provvedere all'educazione di tutti i figli dovrà dare priorità all'educazione delle femmine, in quanto loro saranno le future madri<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://bahaiteachings.org/educating-girls-even-more-essential-than-boys|titolo=Educating Girls—Even More Essential than Boys|pubblicazione=BahaiTeachings.org|data=5 luglio 2015|accesso=15 novembre 2018}}</ref>.
 
In ambito testamentario ogni bahá'í dispone e destinerà a piacere la sua eredità, in quanto Bahá'u'lláh: ''"afferma chiaramente che ogni persona ha pieno titolo sulla sua proprietà ed è libera di stabilire come il suo patrimonio dovrà essere suddiviso e di designare nel testamento coloro che, bahá'í o no, dovranno ereditare"'' (note, pag 170, n. 38). Quindi solo in caso di successione 'ab intestato' cioè senza alcun testamento scritto, e allorché in futuro sarà valida una specifica legislazione bahá'í;
allora, in un dialogo ipotetico che riguarda l'uguaglianza (non l'omogeneità) tra uomo e donna, che è uno dei principi fondamentali della Fede bahá'í<ref>{{Cita web|url=https://www.bahai.org/beliefs/universal-peace/articles-resources/the-equality-men-women|titolo=Selected Readings on The equality of men and women|lingua=en|accesso=15 novembre 2018}}</ref>, si andrà a cercar di capire il perché di una distinzione di genere in quanto alcuni paragrafi indicano una distinzione tra i figli. Ad esempio sulla divisione dell'eredità i maschi ricevono una quota maggiore rispetto alle femmine (pag. 27; § 20); l'abitazione principale del defunto viene assegnata al primogenito maschio (pag.28; § 25); nel caso di possesso di più di una casa gli spetterà quella personale del padre "più bella e più nobile" (pag. 171; n. 38); È bene ribadire che Bahá'u'lláh prescrive ai Bahai di redigere loro il testamento, e in questo hanno la completa libertà di disporre come desiderano dei propri beni. Bahá'u'lláh indica una particolare forma ereditaria nei casi di successione in assenza di testamento.<ref>'''^''' <sup>''[[Legge bahai#cite ref-PSmith169 15-0|a]]''</sup> <sup>''[[Legge bahai#cite ref-PSmith169 15-1|b]]''</sup> [[Legge bahai#CITEREFSmith2008|Smith]], pp. 169</ref> e che solo uomini possono essere membri della Casa Universale di Giustizia (pag. 191; § 80). D'altra parte Bahá'u'lláh afferma: ''"Eccelso, oltremodo eccelso è Colui Che ha rimosso le differenze e portato l’armonia. Glorificato, infinitamente glorificato è Colui Che ha fatto cessare la discordia e decretato la solidarietà e l’unità. Sia lodato Iddio, la Penna dell’Altissimo ha abolito ogni distinzione fra i Suoi servi e le Sue ancelle e, mercé i Suoi perfetti favori e la Sua misericordia che tutto pervade, ha conferito a tutti stadio e rango sullo stesso piano. Con la spada della parola Egli ha stroncato le vane immaginazioni e con l’onnipresente potere della Sua possanza ha cancellato i pericoli delle oziose fantasie"''<ref>{{Cita libro|autore=Bahá’u’lláh|titolo=La donna - Compilazione|p=11}}</ref>. 'Abdu'l-Bahá, interprete designato da Bahá'u'lláh, sottolinea il principio della parità di diritti tra uomo e donna in molti dei suoi scritti e afferma che se una famiglia non ha i mezzi sufficienti per provvedere all'educazione di tutti i figli dovrà dare priorità all'educazione delle femmine, in quanto loro saranno le future madri<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://bahaiteachings.org/educating-girls-even-more-essential-than-boys|titolo=Educating Girls—Even More Essential than Boys|pubblicazione=BahaiTeachings.org|data=5 luglio 2015|accesso=15 novembre 2018}}</ref>.
 
Riguardo al tema della libertà, Bahá'u'lláh sostiene: ''"Chiunque oltrepassi i limiti della moderazione cessa d'esercitare una benefica influenza. Riflettete, per esempio, su valori come la libertà, la civiltà e simili. Per quanto buoni possano essere considerati da molte persone intelligenti, pure, se spinti all'eccesso, possono esercitare sugli uomini un'influenza deleteria..."''<ref>{{Cita libro|autore=Bahá'u'lláh|titolo=Tavole di Bahá'u'lláh|editore=Casa Editrice Bahá'í|p=152}}</ref>. In un altro passo scrive: ''“gli uomini chiedono quel che li danneggia e rigettano quel che li avvantaggia”'' (pag.56; §122); poi nel punto successivo (123): ''“La libertà conduce necessariamente alla sedizione, le cui fiamme nessuno può spegnere”'' e poi prosegue con le seguenti parole: ''“Sappiate che personificazione e simbolo della libertà è l’animale. Quel che si addice all’uomo è la sottomissione a tali limitazioni che lo proteggano dalla sua stessa ignoranza e lo difendano dall’insidia dei malevoli”''. Nel punto successivo (124), così si esprime: ''“Considerate gli uomini come un armento di pecore che ha bisogno della protezione di un pastore. Questa è la verità, l’indiscutibile verità. Noi approviamo la libertà in alcune circostanze e rifiutiamo di sanzionarla in altre. In verità, siamo l’Onnisciente.”'' ed infine, nel punto (125) Bahà'u'llàh esprime la sua visione sulla ''"vera libertà"'' in questo modo: ''“Dì: Per quanto non lo sappiate, la vera libertà consiste nella sottomissione dell’uomo ai Miei comandamenti. Se gli uomini osservassero quel che inviammo loro dal Cielo della Rivelazione, sicuramente otterrebbero la perfetta libertà. Felice colui che ha compreso lo Scopo di Dio in tutto ciò che Egli ha rivelato dal Paradiso del Suo Volere, che pervade tutto il creato! Dí: la libertà che vi giova non si trova altrove che nel completo asservimento a Dio, l’Eterno Vero. Chiunque ne abbia gustata la dolcezza rifiuterà di barattarla per tutti i regni della terra e del cielo”''. I bahá'í, seguendo gli insegnamenti di Bahá'u'lláh, non partecipano ad alcun movimento politico partitico, non aderiscono a scioperi, proteste organizzate e qualsiasi altra manifestazione di natura partitica, ma operano nel facilitare ciò che ritengono sia il bene di tutta l'umanità.