Applied behavior analysis: differenze tra le versioni

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== Criticità ==
{{Controversie}}
La terapia ABA è l’intervento attualmente più comune per le persone autistiche, spesso esteso nel piano educativo e lavorativo. Secondo uno studio che ha esaminato le esperienze di individui autistici adulti riguardo la terapia ABA in giovane età, i risultati emersi sono stati ricordi [[Trauma (psicologia)|traumatici]], difficoltà a doversi comportare come i propri pari, guadagnando alcuni benefici a breve termine, ma soffrendo conseguenze significative a lungo termine.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Laura K|cognome=Anderson|data=2022-08-23|titolo=Autistic experiences of applied behavior analysis|rivista=Autism|volume=27|numero=3|pp=737–750|accesso=2025-04-06|doi=10.1177/13623613221118216|url=https://doi.org/10.1177/13623613221118216}}</ref> Molti individui [[Neurodiversità|neurodivergenti]], compreso persone [[Autismo|autistiche]] che hanno fatto esperenza di interventi ABA, hanno osservato come la terapia ABA tenta di eliminare, sopprimere o comunque ridurre comportamenti autistici, rinforzando comportamenti di “camuffamento” della loro identità, imitando comportamenti non-autistici (es. guardare negli occhi, espressioni facciali, linguaggio del corpo) considerati gli unici comportamenti “normali”. Il masking di certe caratterisichecaratteristiche autistiche nelle occasioni sociali è stato associato a stigma internalizzato, [[stress]], [[Ansia|ansia sociale e generalizzata]], [[Esaurimento nervoso|burnout]] autistico, e a lungo termine può aumentare il rischio di [[Disturbo depressivo|depressione]], [[Esclusione sociale|isolamento sociale]] e problemi di percezione del sécon maggiori rischi suicidari.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Javad|cognome=Alaghband-rad|nome2=Arman|cognome2=Hajikarim-Hamedani|nome3=Mahtab|cognome3=Motamed|data=2023-03-16|titolo=Camouflage and masking behavior in adult autism|rivista=Frontiers in Psychiatry|volume=14|accesso=2025-04-07|doi=10.3389/fpsyt.2023.1108110|url=https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2023.1108110/full}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Laura|cognome=Hull|nome2=K. V.|cognome2=Petrides|nome3=Carrie|cognome3=Allison|data=2017-08|titolo=“Putting on My Best Normal”: Social Camouflaging in Adults with Autism Spectrum Conditions|rivista=Journal of Autism and Developmental Disorders|volume=47|numero=8|pp=2519–2534|lingua=en|accesso=2025-04-07|doi=10.1007/s10803-017-3166-5|url=http://link.springer.com/10.1007/s10803-017-3166-5}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sarah|cognome=Cassidy|nome2=Louise|cognome2=Bradley|nome3=Rebecca|cognome3=Shaw|data=2018-12|titolo=Risk markers for suicidality in autistic adults|rivista=Molecular Autism|volume=9|numero=1|lingua=en|accesso=2025-04-07|doi=10.1186/s13229-018-0226-4|url=https://molecularautism.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13229-018-0226-4}}</ref>
 
Nel 2018, a tal proposito, il Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità ha riconosciuto la partecipazione attiva e informata dei minori con Disabilità riconoscendone l’importanza dell’indipendenza individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte e considerando che dovrebbero avere l’opportunità di essere coinvolte attivamente nei processi decisionali che li riguardano dando una definizione di “discriminazione fondata sulla disabilità” intesa come qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.