Villa Giustiniani Massimo: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Fu voluta dal marchese [[Vincenzo Giustiniani (marchese)|Vincenzo Giustiniani]], principe di [[Bassano di Sutri|Bassano]] e depositario della [[Camera Apostolica]], il quale, dopo aver acquisito nel [[1605]] un terreno coltivato a vigna, vi fece erigere una dimora sfarzosa.
 
 
 
Così la descrive [[Filippo Titi]] nella sua opera: {{citazione|Sul canto dello stradone di s. Giò Laterano, che conduce a S. Maria Maggiore, a mano destra è posta questa Villa, che ha un portone di magnifica architettura di [[Carlo Lambardi]]. Il casino è architettata del [[Francesco Borromini|Borromino]], e dentro ad esso, e per la villa sono sparsi molti marmi antichi tanto di statue, e busti, quanto di bassirilievi, tra i quali uno era il più bello, e il più conservato, che ci sia rimasto dall'antichità, è un bassorilievo scolpito intorno ad un gran vaso, collocato in cima ad un viale, e che si trova intagliato nel libro de' bassirilievi antichi, che si vende nella Calcografia Camerale a [[Montecitorio|Monte Citorio]]<ref>{{cita|F. Titi|p. 435|titolo= Descrizione delle pitture…}}.</ref>}}
 
Nel 1802 subentrò nella proprietà la [[Massimo (famiglia)|famiglia Massimo]] e, per questa via, nel [[1848]] la villa passò ai Lancellotti, che, nel [[1871]], in seguito al progetto di [[lottizzazione (urbanistica)|lottizzazione]] dell'[[Esquilino]], vendettero il vasto parco come area edificabile: mentre il parco iniziò così a scomparire sotto l'espansione della città, nel [[1885]] il monumentale portale del muro di cinta della villa fu ceduto allo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Stato italiano]]. L'architettura fu riposizionata nel [[1931]] come ingresso alla [[villa Celimontana]] al [[Celio]], dove tuttora si trova.
 
Nel 1948, la villa fu acquistata dalla [[Custodia di Terra Santa]], della quale ospita oggi la Delegazione per l'Italia.
 
== Descrizione ==
Della collezione originaria dei Giustiniani, ora dispersa tra vari musei e raccolte private, rimane ''in situ'' la cosiddetta "statua di Giustiniano", un ''[[pastiche]]'' voluto nel [[1638]] dal principe [[Andrea Giustiniani, I principe di Bassano|Andrea Giustiniani]], che commissionò ad [[Arcangelo Gonnelli]] un'opera che sottolineasse la pretesa discendenza della famiglia dall'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Giustiniano]]. Fu scelto un colossale torso acefalo di marmo greco, che fu integrato abbondantemente, mentre per la testa ci si rifece ada un ritratto giovanile di [[Marco Aurelio]], trasformandolo nel personaggio eponimo, raffigurato nel fiore dell'età; la statua risultante, alta circa quattro metri, fu poi collocata nell'attuale posizione nel [[1742]] da Giovan Battista Giustiniani, come informa l'epigrafe murata sul lato meridionale del casino.
 
Sotto la proprietà dei Massimo, tra il 1817 e il 1829, le tre sale della dimora sul lato giardino furono affrescate dai [[Nazareni]]:<ref>In particolare Johann Friedrich Overbeck, Philip Veit, Joseph Anton Koch, Julius Schnorr e [[Joseph von Führich]]. Cfr. ''Six Hundred and Twenty-First Meeting. May 24, 1870. Annual Meeting'', Proceedings of the American Academy of Arts and Sciences, Vol. 8 (May, 1868 - May, 1873), p. 241.</ref> gli ''Episodi dell'Orlando Furioso'' (Stanza dell'Ariosto) da Julius Schnorr von Carolsfeld (1822-27), gli ''Episodi della Gerusalemme Liberata'' (Stanza del Tasso) da Johann Friedrich Overbeck con interventi del boemo Führich (1819-27); nella Stanza di Dante furono attivi [[Philipp Veit]] e [[Joseph Anton Koch]] (1818-28), autori della famosissima sintesi delle Tre Cantiche.
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'''Le Tre Cantiche di Veit e Koch nella Stanza di Dante'''
 
[[Philipp Veit]] dipinse il [[Paradiso (Divina Commedia)|''Paradiso'']] sulla volta, invece [[Joseph Anton Koch]] realizzò l'[[Inferno (Divina Commedia)|''Inferno'']] ede il [[Purgatorio (Divina Commedia)|''Purgatorio'']] sulle quattro pareti della stanza.
 
Il primo episodio è ''Dante nella Selva con le Fiere e Virgilio''. Sono rappresentate due scene: una a sinistra, in cui [[Dante Alighieri|Dante]] dorme, e l'altra nella parte centrale. In quest'ultima scena vediamo Dante, circondato dalle Tre Fiere (la Lonza, il Leone e la Lupa) mentre cerca di scappare, e l'anima del poeta romano [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] che lo saluta e lo invita a viaggiare nell'Oltretomba.
 
Segue l'''Inferno'', in cui vengono rappresentate diverse scene di tutta [[Inferno (Divina Commedia)|la cantica]]. A sinistra si vedono gli Ignavi (che corrono dietro una bandiera senza insegna) e [[Caronte (mitologia)|Caronte]] che sta traghettando gli Spiriti Dannati verso [[Minosse]], il Giudice Infernale. Minosse è proprio al centro della parete, con una coda di serpente, circondato da Spiriti Dannati terrorizzati. In basso a destra, i Diavoli trascinano i Dannati nei Gironi Infernali, di cui si vedono le fiamme. Poi, nuovamente a sinistra, c'è [[Cerbero]], il cane a tre teste: siamo quindi nel terzo Girone, quello dei Golosi. Il racconto prosegue in alto a destra con Dante e Virgilio che, per passare dal settimo all'ottavo Girone, cavalcano [[Gerione (Dante)|Gerione]] (il grande mostro con la testa umana). In basso a sinistra ci sono i Ladri (ottavo Girone) che vengono morsi da salamandre e serpenti. Infine, accanto ai Ladri, troviamo il [[Ugolino della Gherardesca|Conte Ugolino della Gherardesca]] che morde il cranio dell'[[ArcivescovoRuggieri degli Ubaldini|arcivescovo Ruggieri]], entrambi presenti nel nono e ultimo Girone.
 
La [[Purgatorio (Divina Commedia)|cantica del Purgatorio]] è rappresentata in due pareti. In quella accanto all'''Inferno'' c'è l'affresco chiamato ''La nave del Purgatorio''. La scena iniziale occupa la parte inferiore della parete, dove vediamo la barca traghettata da un [[Angeloangelo]] con gli Spiriti Penitenti (tra cui, con la cetra, [[Casella (Divina Commedia)|Casella]], grande amico di Dante). Poi, a destra, Koch dipinse il racconto del soldato [[Buonconte da Montefeltro]]: quando morì, un Angeloangelo e un Diavolodiavolo lottarono per la sua anima. Vinse l'Angeloangelo e il Diavolodiavolo gettò il corpo del soldato nel fiume. A sinistra, invece, c'è la Valletta dei Principi in cui due Angeliangeli stanno mandando via il serpente del [[Peccatopeccato originale]] con due spade. Al centro, vediamo Dante e Virgilio inginocchiati davanti a un Angeloangelo, con le chiavi della porta del Purgatorio.
 
Nell'affresco ''Il Purgatorio'' presente nella parete successiva, è rappresentato il [[Purgatorio|Purgatorio vero e proprio]]. Infatti, nell'affresco precedente, troviamo solo episodi avvenuti nell'Antipurgatorio. In questo affresco, ci sono tutti e sette i Gradoni del [[Purgatorio (Divina Commedia)|secondo Regno dell'Oltretomba]]. Il primo, quello dei Superbi, è in basso: uno spirito sta portando un macigno sulle sue spalle con su scritto ''[[Te Deum|TE DEUM LAUDAMUS]]''. Sempre nella parte inferiore, ma a destra, ci sono il secondo e il terzo Gradone, rispettivamente con gli Spiriti Invidiosi (che hanno gli occhi cuciti) e con gli Iracondi (immersi in una nebbia molto fitta, in cui sono raffigurati anche Dante e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]). Seguono, al centro, il quarto Gradone (con gli Accidiosi, a destra) e il quinto (con Avari e Prodighi, a sinistra). In quest'ultimo gradone si vedono un Papapapa e un re: il Papapapa è [[Adriano V]] mentre il re è [[Ugo Capeto]]. Poi, nel sesto Gradone, sono presenti i Golosi, magrissimi, che cercano di cogliere i frutti da un albero, e, nel settimo, i Lussuriosi avvolti dal fuoco. Il sesto e il settimo Gradone sono nella parte alta della parete, rispettivamente a sinistra e a destra.
 
Infine, sulla volta della Stanza di Dante, Veit affrescò il [[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]. Il nome dell'affresco è ''I Cieli dei Beati e l'Empireo''. I [[Cieli del Paradiso|Cieli]] sono raffigurati in senso antiorario e l'[[Empireo]] è al centro della volta. Guardando il primo Cielo, quello della Luna, notiamo che c'è una nuova guida al posto di Virgilio: è [[Beatrice Portinari|Beatrice]], la donna di cui Dante si era perdutamente innamorato morta prematuramente. Il Cielo della Luna ospita gli Spiriti mancanti ai Voti: sono qui rappresentate [[Piccarda Donati]], una donna [[Firenze|fiorentina]], e l'Imperatriceimperatrice [[Costanza d'Altavilla]], madre di [[Federico II di Svevia]]. Nel Cielo di Mercurio, il secondo, ci sono gli Spiriti attivi per la Gloria Terrena, tra cui [[Giustiniano I|Giustiniano]], l'Imperatore Bizantinobizantino che voleva ripristinare l'Impero Romanoromano; nel terzo Cielo, il Cielo di Venere, sono presenti gli Spiriti Amanti (tra cui [[Raab (Bibbia)|Raab]], la donna di [[Gerico]] che salvò i soldati di [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]]). Nel Cielo del Sole (il quarto), Dante e Beatrice sono raffigurati in mezzo agli Spiriti Sapienti, tra cui [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso d'Aquino]], all'estrema sinistra; il quinto Cielo è quello di Marte, con la Croce Latina formata dagli Spiriti Combattenti e Dante che dialoga con il suo antenato [[Cacciaguida degli Elisei|Cacciaguida]]. Nel sesto Cielo, quello di Giove con gli Spiriti Giudicanti, ci sono l'Imperatoreimperatore [[Traiano]] a sinistra e [[Davide|David]], [[re d'Israele]], a destra; il settimo Cielo è quello di Saturno, in cui ci sono gli Spiriti Contemplanti, tra cui [[Benedetto da Norcia|San Benedetto da Norcia]]. Infine, nel Cielo delle [[Stelle fisse|Stelle Fisse]], Dante è inginocchiato davanti a [[Pietro (apostolo)|San Pietro]], [[Giovanni (evangelista)|San Giovanni Evangelista]] e [[Adamo]]. Non c'è il nono Cielo, il [[Primo mobile|Primo Mobile]]. L'[[Empireo]] è al centro: ci sono Dante e [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo di Chiaravalle]] davanti a [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] e alla [[Trinità (cristianesimo)|Santissima Trinità]].
 
== Note ==