Introdacqua: differenze tra le versioni
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→I d'Aquino (1318-1548): traduzione |
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Dopo il terremoto del 1349, il feudo passò a Tommaso d'Aquino, e successivamente a Francesco, personaggio di grande importanza durante la guerra tra [[Angioini]] e [[Corona d'Aragona|Aragonesi]]. Egli ospitò Giovanni Quatrario, Maestro razionale, umanista e poeta insigne di [[Sulmona]], cresciuto nella scuola di Marco Barbato, familiare di [[Francesco Petrarca|Petrarca]]. Quando, intorno al 1379, a Sulmona scoppiarono tumulti tra le nobili famiglie dei Merlini e dei Quatrario, Giovanni si diede alla fuga cercando rifugio nel Castello di Introdacqua presso Francesco D'Aquino. E il poeta da Roma esprime la sua riconoscenza nei confronti del Conte Francesco dedicandogli un [[carme (poesia)|carme]]:
{{citazione|''Quo vivit redeo morte revulsus atra rupta sinoneum pus vomuovere foras. Caritate tua nescio que mediter munere digna tuo.''|lingua2=Strappato via dalla nera morte, ritorno là dove vive la vita, dopo che il marciume del tradimento fu vomitato fuori. Per la tua benevolenza, non so cosa potrei concepire che sia degno del tuo dono}}
I D'Aquino non vessarono i loro sudditi con le tasse e i balzelli che adottarono gli altri feudatari, particolarmente i Trasmondi. Tuttavia, per mezzo di speciali riscuotitori riscossero le sole decime, cioè la decima parte di ciascun prodotto agrario, industriale e zootecnico. Tutto ciò sta a dimostrare che ci fu una profonda trasformazione, da una parte si formò una nuova classe di feudatari, dall'altra ci fu più ampio respiro per la nascente borghesia.
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