Papa Gregorio VII: differenze tra le versioni

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Durante il suo pontificato, Gregorio VII si spese energicamente per combattere la [[simonia]], il [[nicolaismo]] e, soprattutto, nell'affermare il [[primato papale]] sul potere laico. Scrisse, probabilmente nel 1075, il celebre ''[[Dictatus papae]]'', una serie di 27 affermazioni riguardanti diritti e prerogative che nelle sue intenzioni dovevano essere attribuite al papa. La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di [[investitura]] lo condusse a uno scontro, passato alla storia come "[[lotta per le investiture]]", che lo vide contrapposto al re (e futuro [[imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]]) [[Enrico IV di Franconia]], quest'ultimo desideroso, invece, di ripristinare l'autorità imperiale. La lotta sfociò in eventi drammatici e inediti, con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere [[scomunica]]ndolo. Emblematica la cosiddetta "[[umiliazione di Canossa]]" con la quale il giovane imperatore intendeva chiedere il perdono del papa.
 
La lotta si concluse negativamente per Gregorio che fu costretto nel 1080 a fuggire da [[Roma]] e a mettersi in salvo a [[Salerno]] grazie alla protezione del [[normanni|normanno]] [[Roberto il Guiscardo]]. Gregorio sarebbe morto in esilio nel 1085, tuttavia la sua azione caparbia aveva oramai impattato profondamente sulla Chiesa e cambiato i rapporti di forza con il potere temporale. Considerato uno dei papi più importanti della storia, contribuì indiscutibilmente al formare l'assetto della Chiesa che, sostanzialmente, permane tutt'oggi, favorendo quel processo di trasformazione che la portò a configurarsi come una [[monarchia]] [[teocrazia|teocratica]] dal potere centralizzato. Il culto tributatogli sin dalla morte venne ratificato nel 1606 da [[papa Paolo V]], che ne proclamò la [[santità]]. La sua [[Memoria (liturgia)|memoria liturgica]] è il 25 maggio.
 
== Contesto storico ==