Teresa Gullace: differenze tra le versioni

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|Nome = Teresa
|Cognome = Gullace
|PostCognome = - da nubile '''Talotta''' -
|Sesso = F
|LuogoNascita = Cittanova
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|PostNazionalità =  uccisa dai soldati [[nazismo|nazisti]] durante l'[[Occupazione tedesca di Roma|occupazione di Roma]], freddata da un colpo di [[pistola]] mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi
}}
La sua morte ebbe una notevole eco nella città, e la sua figura divenne ben presto un simbolo della [[Resistenza italiana|resistenza]] romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista [[Roberto Rossellini]], che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della ''Sora Pina'', interpretata da [[Anna Magnani]] nel [[film]] ''[[Roma città aperta]]''.
 
==La vicenda==
Nata a Cittanova, in [[Calabria]], ma trasferitasi a Roma in gioventù, Teresa Gullace all'epoca dei fatti aveva 37 anni, cinque figli ed era [[gravidanza|incinta]] del sesto. Suo marito, Girolamo Gullace, venne arrestato dai nazisti il [[26 febbraio]] 1944 nel corso di un [[rastrellamento]] e portato nella caserma dell'81° di fanteria in Viale Giulio Cesare; qui la donna lo andò a trovare, insieme alle mogli di altri prigionieri, la mattina del 3 marzo. Secondo le testimonianze rilasciate, fra gli altri, dalla [[partigiano|partigiana]] [[Laura Lombardo Radice]], dopo aver scorto il marito alla finestra Teresa tentò di avvicinarsi a lui, forse per consegnargli del pane o solo per parlargli, incurante del divieto urlatole da un soldato tedesco che, vedendola avvicinarsi alla caserma, le sparò un colpo con la sua [[lugerLuger P08|Luger]], uccidendola. <br>Lo sdegno e la rabbia popolare che immediatamente seguirono la sua morte convinsero i tedeschi a rilasciare Girolamo Gullace; nei giorni e nelle settimane seguenti (segnati, fra l'altro, dalla [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|strage delle Fosse Ardeatine]]), la tragica storia devenne una delle icone della resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, dai [[Gruppi di azione patriottica]] allo stesso [[Comitato di Liberazione Nazionale]], resero la sfortunata donna uno dei simboli della loro lotta.
 
==La memoria==