Vittorio Betteloni: differenze tra le versioni
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Alla notevole attività di versione poetica di Vittorio Betteloni è dedicato l'intero secondo volume dell'edizione Mondadori 1946, curata da [[Mario Bonfantini]]. Esso comprende il ''Don Giovanni'' di Byron, il ''Nerone'' di Hamerling e l'''Arminio e Dorotea'' di Goethe.
== Nota critica ==
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=== Il confronto con Olindo Guerrini ===
A chi lo mette a confronto come un minore a un [[Olindo Guerrini]] che sarebbe maggiore, nella prefazione a ''Crisantemi'' Betteloni risponde che la meritata fortuna di Guerrini (trentacinque edizioni in quindici anni dei ''Postuma'': "nessun libro poetico nel secolo decimonono ebbe un tal numero di stampe in così breve tempo") fu dovuta a tre cause diverse: "Prima e massima causa, l'argomento licenzioso. (...) Seconda causa, i bei versi. (...) Terza causa, l'accorta invenzione del Guerrini, che finse morto di tisi il giovane autore del ''Canzoniere'', pubblicato postumo dal pietoso cugino". Ma una differenza ben più sostanziale consiste nel fatto che i ''Postuma'' di Guerrini derivano da Byron, da Heine e da A. de Musset, mentre "le mie rime ''In primavera'' derivano direttamente dai classici".<ref>{{Cita libro|titolo=Bonfantini, I, pp. 441-443. Nella presentazione dell'edizione Mario Bonfantini parlò di evoluzione verso "un classicismo realista: stanco binomio dove l'aggettivo andava sempre più perdendo influenza sul sostantivo" (ivi, p. XXIII)}}</ref> E quanto a classicità (non classicismo), bisognerà piuttosto considerare Vittorio Betteloni un fratello scanzonato dell'austero [[Arturo Graf]].
=== Contro i decadenti e i simbolisti francesi ===
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