Lidia Menapace: differenze tra le versioni
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*Presidente della Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito dal 6 febbraio 2007 al 28 aprile 2008
|sito = http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00022719.htm
|partito = [[Democrazia Cristiana|DC]] <small>(fino al 1968)</small><br/>[[Manifesto (partito politico)|Manifesto]] <small>(1972-1974)</small><br/>[[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo|PdUP per il Comunismo]] <small>(1974-1984)</small><br/>Movimento Politico per l'Alternativa <small>(1984-?)</small><br/>[[Partito della Rifondazione Comunista|PRC]] <small>(2008-2020)</small>
|titolo di studio = Laurea in lettere
|alma mater = [[Università Cattolica del Sacro Cuore]]
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=== Anni Sessanta e Settanta: continuo dell'impegno culturale e attivistico nei comunisti ai tempi del 1968 ===
[[File:Lidia Menapace 60.jpg|thumb|sinistra|Lidia Menapace negli anni sessanta]]
All'inizio degli anni sessanta Menapace prese servizio presso l'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] con l'incarico di [[Lettorato (università)|lettore]] di Lingua italiana e metodologia degli studi letterari<ref name=autogenerato1 />, ma nel 1968 questo non le fu rinnovato a seguito della sua pubblicazione di un documento intitolato ''Per una scelta marxista''. Dopo essere uscita dalla Democrazia Cristiana nel 1968, simpatizzò per il [[Partito Comunista Italiano]] che la candidò alle [[Elezioni regionali in Trentino-Alto Adige del 1968|elezioni regionali del 1968]], ma nel 1969 venne chiamata dai fondatori del primo nucleo de ''[[il manifesto]]''.
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1972|elezioni politiche del 1972]] è candidata nelle liste del [[Manifesto (partito politico)|Manifesto]], che però non ottiene seggi.<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=07/05/1972&tpa=I&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&levsut1=1&es0=S&es1=S&ms=S&ne1=1&lev1=1|titolo=Camera 07/05/1972 Area ITALIA Circoscrizione TORINO-NOVARA-VERCELLI|accesso=1º agosto 2025}}</ref>
Nel 1973 la Menapace fu tra le promotrici del movimento [[Cristiani per il Socialismo]] ed entrò a far parte del [[Comitato per i diritti civili delle prostitute]] come membro laico.<ref>{{cita web|url = http://bottegapartigiana.org/lidia-menapace-discorso-di-una-partigiana-della-cultura-2/|sito = Bottega Partigiana|data = 8 maggio 2017|autore = Lidia Menapace|titolo = Discorso di una partigiana della cultura}} Il breve curriculum editoriale ne dice, tra altre cose: «Trasferitasi in Alto Adige nel 1952, fu – assieme a Waltraud Gebert Deeg – la prima donna eletta nel consiglio della Provincia autonoma di Bolzano nel 1964 e, in quella stessa legislatura, anche la prima donna a entrare nella Giunta provinciale. Considerata una delle voci più importanti del femminismo italiano, nel 1969 partecipa alla fondazione de “il manifesto”. Nel 1973 è tra le promotrici del movimento “Cristiani per il socialismo” ed entra a far parte del “Comitato per i diritti civili delle prostitute” come membro laico».</ref><ref>{{cita web|url = http://www.consiglio-bz.org/download/V-leg_it.pdf|titolo = Gli organi. V legislatura in Provincia di Bolzano|autore = Provincia di Bolzano|editore = Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige|anno = 2011|pp = 303, 307, 311, 314|accesso = 26 giugno 2017|dataarchivio = 8 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160308190123/http://www.consiglio-bz.org/download/V-leg_it.pdf|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{cita web|url = http://www.consiglio.regione.taa.it/downloads/DEF_gli_organi_legislativi_ita_web_colore.pdf|autore = Regione autonoma Trentino-Alto Agide e Province autonome di Trento e Bolzano|titolo = Gli organi legislativi e di governo dalla I alla XIV legislatura|editore = Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige|anno = 2011|p = 314}}</ref> Successivamente aderì al [[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo]]. Nel 1984 si oppose alla confluenza di quest'ultimo nel PCI e fondò il Movimento Politico per l'Alternativa.▼
▲Nel 1973 la Menapace fu tra le promotrici del movimento [[Cristiani per il Socialismo]] ed entrò a far parte del [[Comitato per i diritti civili delle prostitute]] come membro laico.<ref>{{cita web|url = http://bottegapartigiana.org/lidia-menapace-discorso-di-una-partigiana-della-cultura-2/|sito = Bottega Partigiana|data = 8 maggio 2017|autore = Lidia Menapace|titolo = Discorso di una partigiana della cultura}} Il breve curriculum editoriale ne dice, tra altre cose: «Trasferitasi in Alto Adige nel 1952, fu – assieme a Waltraud Gebert Deeg – la prima donna eletta nel consiglio della Provincia autonoma di Bolzano nel 1964 e, in quella stessa legislatura, anche la prima donna a entrare nella Giunta provinciale. Considerata una delle voci più importanti del femminismo italiano, nel 1969 partecipa alla fondazione de “il manifesto”. Nel 1973 è tra le promotrici del movimento “Cristiani per il socialismo” ed entra a far parte del “Comitato per i diritti civili delle prostitute” come membro laico».</ref><ref>{{cita web|url = http://www.consiglio-bz.org/download/V-leg_it.pdf|titolo = Gli organi. V legislatura in Provincia di Bolzano|autore = Provincia di Bolzano|editore = Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige|anno = 2011|pp = 303, 307, 311, 314|accesso = 26 giugno 2017|dataarchivio = 8 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160308190123/http://www.consiglio-bz.org/download/V-leg_it.pdf|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{cita web|url = http://www.consiglio.regione.taa.it/downloads/DEF_gli_organi_legislativi_ita_web_colore.pdf|autore = Regione autonoma Trentino-Alto Agide e Province autonome di Trento e Bolzano|titolo = Gli organi legislativi e di governo dalla I alla XIV legislatura|editore = Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige|anno = 2011|p = 314}}</ref>
Lidia Menapace rappresentò inoltre una delle voci più importanti del [[Femminismo in Italia|femminismo italiano]]<ref>{{cita news|url = http://www.noidonne.org/articoli/lidia-menapace-85-anni-di-lotta-e-non-sentirlia-00010.php|titolo = Lidia Menapace: 85 anni di lotta e non sentirli… "Una delle voci più importanti del femminismo italiano, simbolo di libertà ed impegno per tante donne"|rivista = [[Noi donne]]|data = 9 aprile 2009|accesso = 16 gennaio 2018}}</ref>.
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