Stalin e antisemitismo: differenze tra le versioni

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== Dopo la seconda guerra mondiale ==
L'[[Olocausto]] provocò l'uccisione di milioni di ebrei nell'Europa occupata dai nazisti, lasciò altri milioni di senzatetto e sfollati, fece crescere la preoccupazione internazionale per la situazione del popolo ebraico. Tuttavia, il trauma diede nuova vita al concetto di un popolo ebraico unito, diventando così il catalizzatore della rinascita dell'idea sionista di uno statoStato ebraico.
 
La Regione autonoma ebraica si rianimò quando il governo sovietico incentivò la migrazione di ben 10.000 ebrei dell'[[Europa orientale]] nel 1946-1948.<ref name="Weinberg 1998, 72-75">{{Cita|Weinberg|pp. 72-75|WR1998}}.</ref> All'inizio del 1946 il Consiglio dei ministri dell'URSS annunciò un piano per la costruzione di nuove infrastrutture e [[Michail Kalinin|Michaìl Kalìnin]] dichiarò di considerare ancora la regione come uno "stato nazionale ebraico" capace di rinascere attraverso la "fatica creativa".<ref name="Weinberg 1998, 72-75"/>
 
=== Israele ===
Dalla fine del 1944 in poi, Stalin adottò una politica estera filo-sionista, a quanto pare credendo che il nuovo paese avrebbe assunto uno stampo socialista così da accelerare il declino dell'influenza britannica in [[Medio Oriente]].<ref>{{Cita libro|nome=Paul|cognome=Johnson|titolo=A History of the Jews|url=https://archive.org/details/historyofjews0000john_g1i3|anno=1987|p=[https://archive.org/details/historyofjews0000john_g1i3/page/527 527]}}</ref> Pertanto nel novembre 1947 l'Unione Sovietica insieme agli altri paesi del blocco sovietico votò a favore del Piano di spartizione della Palestina delle Nazioni Unite,<ref>{{Cita web|url=http://www.mfa.gov.il/MFA/Peace%20Process/Guide%20to%20the%20Peace%20Process/UN%20General%20Assembly%20Resolution%20181|titolo=UN General Assembly Resolution 181|autore=Israel Ministry of Foreign Affairs}}</ref> piano che aprì la strada alla nascita dello Stato di Israele. Il 17 maggio 1948, tre giorni dopo che Israele dichiarò l'indipendenza, l'Unione Sovietica concesse all'Israele il riconoscimento ''de jure'',<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://www.jstor.org/pss/2193961|titolo=Recognition of Israel|editore=The American Journal of International Law|volume=4|numero=3|data=luglio 1948}}</ref> diventando il secondo Stato a riconoscere lo stato ebraico (preceduto solo dal riconoscimento ''de facto'' degli Stati Uniti) e il primo paese a riconoscere Israele ''de jure''. Durante il conflitto arabo-israeliano del 1948 l'URSS sostenne Israele con armi fornite attraverso la Cecoslovacchia.<ref>{{Cita web |titolo=Israel's Allies in 1948; The USSR, Czechoslovakia, American Mainline Churches and the Left |url=http://www.canadafreepress.com/index.php/article/27868 |data=20 settembre 2010 |autore=Norman Berdichevsky}}</ref>
 
Stalin iniziò una nuova epurazione reprimendo i suoi alleati dei tempi di guerra, il [[Comitato antifascistaAntifascista ebraicoEbraico]]. Nel gennaio 1948, per ordine personale di Stalin, a [[Minsk]] fu assassinato [[Solomon Michoėls]], omicidio camuffato da incidente d'auto. Mikhoels fu portato nella dacia dell'MGB e ucciso, insieme al suo collega non ebreo Gòlubov-Potàpov, sotto la supervisione del viceministro della sicurezza di stato Sergèi Ogoltsòv. I corpi furono poi scaricati sul ciglio di una strada.<ref name="reflections">{{Cita libro|autore=Robert Conquest|titolo=Reflections on a Ravaged Century|url=https://archive.org/details/reflectionsonra00conq|editore=Norton|anno=2000|ISBN=0-393-04818-7|p=[https://archive.org/details/reflectionsonra00conq/page/101 101]}}</ref><ref>{{Cita web|nome=Mark|cognome=Deutch|url=http://www.mk.ru/blogs/idmk/2005/09/06/mk-daily/60646/|titolo=Как убивали Mихоэлса|lingua=ru|sito=Moskovskij Komsomolets|data=6 settembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070527162142/http://www.mk.ru/blogs/idmk/2005/09/06/mk-daily/60646/}}</ref>
 
Nonostante l'iniziale disponibilità di Stalin a sostenere Israele, vari storici ipotizzano che l'antisemitismo alla fine degli [[anni Quarantaquaranta]] e all'inizio degli [[anni Cinquantacinquanta]] fosse motivato dalla possibile percezione di Stalin degli ebrei come una potenziale "quinta colonna" nella prospettiva di uno Stato israeliano di matrice filo-occidentale in Medio Oriente, come suggerito da [[Orlando Figes]]:
 
{{citazione|Dopo la fondazione di Israele nel maggio 1948 e il suo allineamento con gli USA durante la guerra fredda, i 2 milioni di ebrei sovietici, che erano sempre rimasti fedeli al sistema sovietico, furono descritti dal regime stalinista come una potenziale quinta colonna. Nonostante la sua personale antipatia per gli ebrei, Stalin era stato uno dei primi sostenitori di uno stato ebraico in Palestina, che aveva sperato di trasformare in un satellite sovietico in Medio Oriente, ma poiché la leadership dello stato emergente si era dimostrata ostile agli approcci dell'Unione Sovietica, Stalin ebbe sempre più paura del sentimento filo-israeliano tra gli ebrei sovietici. I suoi timori si rafforzarono dopo l'arrivo a Mosca nell'autunno 1948 di Golda Meir come prima ambasciatrice israeliana in URSS. In occasione della sua visita a una sinagoga di Mosca durante lo Yom Kippur (13 ottobre), per le strade sfilarono migliaia di persone, molte delle quali gridavano "Am Yisroel Chai!" - una tradizionale affermazione di rinnovamento nazionale per gli ebrei di tutto il mondo, ma per Stalin un pericoloso segno di "nazionalismo ebraico borghese" che sovvertiva l'autorità dello stato sovietico.<ref>{{Cita libro|cognome=Figes|nome=Orlando|anno=2008|titolo='The Whisperers: Private Life in Stalin's Russia'|città=New York|editore=Picador USA|p=493|ISBN=978-0-312-42803-7}}</ref>
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=== Purghe ===
Nel novembre 1948 le autorità sovietiche avviarono una nuova campagna per liquidare ciò che restava della cultura ebraica. I membri di spicco del [[Comitato Ebraico Antifascista]] furono arrestati ed accusati di tradimento, nazionalismo borghese e intenzione di creare una repubblica ebraica in [[Crimea]] per servire gli interessi americani. Il Museo della conoscenza ambientale dell'[[Oblast autonoma ebraica]]] (fondato nel novembre 1944) e il Museo ebraico di Vilnius (fondato alla fine della guerra) furono chiusi nel 1948.<ref name="Pinkus 1990, 205">{{Cita|Pinkus|p. 205|PB1990}}.</ref> Il Museo storico-etnografico dell'ebraismo georgiano, fondato nel 1933, fu chiuso alla fine del 1951.<ref name="Pinkus 1990, 205"/>
 
A [[Birobidzhan]] le varie istituzioni culturali ebraiche sorte con la precedente politica di sostegno di Stalin alla "cultura ebraica proletaria" negli [[anni '30]] furono chiuse tra la fine del 1948 e l'inizio del 1949; tra queste il teatro Kaganovich, una casa editrice yiddish, il quotidiano ''Birobidzhan'', la biblioteca di libri yiddish ed ebraici e le scuole ebraiche locali.<ref>{{Cita|Pinkus|p. 193|PB1990}}.</ref> Lo stesso accadde ai restanti teatri yiddish di tutta l'URSS.
 
Ai primi di febbraio del 1949 il microbiologo [[Nikolaj Gamaleja|Nikolàj Gamalèya]], vincitore del Premio Stalin, pioniere della batteriologia e membro dell'Accademia delle Scienze, scrisse una lettera indirizzata a Stalin protestando contro il crescente antisemitismo: "A giudicare dalle indicazioni assolutamente incontestabili ed evidenti, la ricomparsa dell'antisemitismo non viene dal basso né dalle masse... ma dall'alto, dalla mano invisibile di qualcuno".<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Nikolay Gamaleya|capitolo=Letter to J. V. Stalin|sito=Archive of the President of the Russian Federation|autore=Arkady Vaksberg|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref> Lo scienziato novantenne scrisse di nuovo a Stalin a metà febbraio menzionando ancora una volta il crescente antisemitismo. Morì a marzo senza aver ricevuto risposta.<ref name="Vaksberg 2003, 344-346">{{Cita libro|cognome=Vaksberg|nome=Arkady|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref>
 
Durante la notte tra il 12 e il 13 agosto 1952, ricordata come la "[[notte dei poeti assassinati]]", tredici dei più importanti scrittori [[yiddish]] dell'Unione Sovietica furono giustiziati per ordine di Stalin: tra le vittime ci furono [[Peretz Markish]], [[David Bergelson]] e [[Itzik Fefer]]. In una sessione del [[Politbüro]] del 1º dicembre 1952 Stalin annunciò: "Ogni nazionalista ebreo è un agente dei servizi segreti americani. I nazionalisti ebrei pensano che la loro nazione sia stata salvata dagli USA... Pensano di essere in debito con gli americani. Tra i medici ci sono molti nazionalisti ebrei".<ref>{{Cita libro|cognome=Lindemann|nome=Albert S.|cognome2=Richard|nome2=S. Levy|anno=2010|titolo=Antisemitism: A History|url=https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse|città=New York|editore=Oxford University Press|pp=[https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse/page/187 187]-188|ISBN=978-0-19-923503-2}}</ref>
 
Una forte campagna per rimuovere silenziosamente gli ebrei dalle posizioni di potere all'interno dei servizi di sicurezza dello stato fu condotta nel 1952-1953. Gli storici russi Zhores e Roy Medvedev scrivono che secondo il responsabile del [[Ministero degli affari interni (Russia)|ministeroMinistero degli interni]] [[Pavel Sudoplatov|Sudoplàtov]], "tutti gli ebrei sono stati rimossi contemporaneamente dalla guida dei servizi di sicurezza, anche quelli in posizioni molto elevate. A febbraio le espulsioni anti-ebraiche si estesero ai rami regionali del [[Ministero per la sicurezza dello Stato (Unione Sovietica)|MGB]]. Il 22 febbraio a tutte le direzioni regionali del MGB è stata inviata una direttiva segreta che ordinava il licenziamento immediato di tutti i dipendenti ebrei del MGB, indipendentemente dal grado, età o stato di servizio".<ref>{{Cita|Medvedev|p. 43|MM2006}}.</ref>
 
Il mondo esterno al regime non fu all'oscuro di questi sviluppi, e anche i membri di spicco del Partito Comunista USA si lamentarono della situazione. Nel libro di memorie ''Being Red'', lo scrittore americano e noto comunista [[Howard Fast]] ricorda un incontro con lo scrittore sovietico e delegato del Congresso mondiale per la pace [[Aleksandr Aleksandrovič Fadeev|Aleksàndr Fadèev]], durante il quale Fadeev ribadì che "non c'è antisemitismo nell'Unione Sovietica", nonostante le prove "che almeno otto figure ebraiche di spicco dell'Armata Rossa e del governo erano state arrestate con quelle che sembravano accuse inventate. I giornali in lingua yiddish erano soppressi e le scuole che insegnavano l'ebraico chiuse».<ref>{{Cita libro|cognome=Fast|nome=Howard|anno=1994|titolo=Being Red: A Memoir|url=https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast|città=Armon, New York|editore=M. E. Sharpe|pp=[https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast/page/217 217]–218|ISBN=978-1-56324-499-5}}</ref>