Guido Farina (compositore): differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Guido Luigi
|Cognome = Farina
|Sesso = M
|LuogoNascita = Pavia
|GiornoMeseNascita = 30 ottobre
|AnnoNascita = 1903
|NoteNascita = <ref name="familysearch">{{Cita web|url=https://www.familysearch.org/ark:/61903/3:1:3QSQ-G9WR-DY8V?view=explore&groupId=M99Y-K6B&lang=it|titolo=Atto di nascita di Guido Farina}}</ref>
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 10 dicembre
|AnnoMorte = 1999
|Epoca = 1900
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== Biografia ==
Nato a [[Pavia]] nel quartiere Borgo Ticino il 30 ottobre 1903 dal tabaccaio Edoardo e da Tranquilla Libuali, dopo i primi studi musicali condotti nella sua città con Franco Vittadini e Luigi Picchi, si iscrive nel 1920 al Conservatorio di Milano, nella classe di Vincenzo Ferroni (che si era formato con Savard e Massenet al Conservatorio di Parigi), diplomandosi in Composizione nel 1927 e successivamente anche in Pianoforte e in Musica Corale (studi con Guido Alberto Fano e Achille Schinelli).
 
Sulla sua formazione musicale, lungamente osteggiata dalla famiglia per motivi economici, grande peso hanno altresì le figure di Ettore Pozzoli e [[Ildebrando Pizzetti]]. Incomincia presto una intensa attività di didatta, direttore d'orchestra e animatore culturale a Pavia e a Milano e nascono in questi anni i suoi primi lavori cameristici e corali. L'esordio nel mondo del teatro avviene con l'opera ''La dodicesima notte o quel che volete'' su libretto di Eligio Possenti da [[William Shakespeare]], rappresentata la prima volta al [[Teatro dei Filodrammatici (Milano)|Teatro Filodrammatici di Milano]] nel 1929. Quella per l'opera comica diviene una vera e propria passione lungamente coltivata da Farina: alla ''Dodicesima notte'' seguiranno nel 1938 ''Tempo di Carnevale'' su libretto di Arturo Rossato da Matteo Bandello, nel 1940 ''La finta ammalata'' (libretto di Lina De Marchi da Carlo Goldoni) e infine negli anni ’50 ''Il bugiardo'' (libretto di Attilio Canilli da Goldoni), rimasta incompiuta. È nell’opera comica, come scrisse Giulio Confalonieri, che trovano spazio tutti i tratti «[…] di lirismo velato da garbata ironia, di desiderio di canto, di nostalgia per nobili forme del passato, di prontezza nel cogliere, delle cose e delle figure umane, il lato caratteristico […]».