Frankenstein o il moderno Prometeo: differenze tra le versioni

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Le lunghe conversazioni degli uomini vertono sulla natura dei princìpi della vita, sul [[galvanismo]] (grazie anche alla presenza dell’amico Polidori, medico interessato al dibattito su tale argomento), sulla possibilità di assemblare una creatura da resti di altre creature morte ed infondere in essa la [[vita]]. Tali pensieri scatenano l'immaginazione di Mary e la portano ad avere un incubo che la spaventa molto e dà origine al grande mito gotico, facendole sognare uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato, la quale, grazie a una qualche forza, comincia a mostrare segni di vita.
 
Mary inizia il racconto decisa a ricreare quel terrore che lei stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato dal suo lavoro, sperando che, abbandonato a se stesso, l'essere sarebbe morto; la creatura invece rimane sconcertata dalla sua solitudine (“Satana aveva i demoni suoi compagni chead lo ammirasseroammirarlo e incoraggiasseroincoraggiarlo; ma io invece sono solo”solo e detestato”) e avrebbe voluto delle spiegazioni, similmente a quelle di [[Adamo]] del ''[[Paradiso perduto|Paradiso Perduto]]'' di [[John Milton]] che compaiono all'inizio del testo:
 
{{Citazione|TiChiuso chiesientro io,la Creatoremia creta, dallt'argillaho forse chiesto io,<br />
Fattore, di crearmidiventar uomo, ti chiesi io?<br />
dallT'oscuritàho forse chiesto io di promuovermi...trarmi dalle tenebre?|[[John Milton]], ''[[Paradiso perduto]]''|
Did I request thee, Maker, from my clay<br />
to mould me man, did I solicit thee<br />