Tupamaros: differenze tra le versioni

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=== Pacheco Areco e la soppressione delle libertà costituzionali (1968-71) ===
Diventato presidente il 6 dicembre 1967, [[Jorge Pacheco Areco]] si mostrò immediatamente nemico acerrimo di tutte le sinistre, e per questo non esitò ad aggirare la costituzione. Dopo soli sei giorni soppresse per decreto il giornale di sinistra "Epoca" e il settimanale socialista "El Sol", e sciolse diversi partiti di sinistra: MIR, MRO, Federazione Anarchica, Movimento di Azione Popolare, Gruppo Indipendente Epoca, Partito Socialista. Cercava pubblicamente di giustificarsi motivando questi provvedimenti addirittura come difesa della Costituzione, in quanto a suo parere quei partiti avevano in programma il rovesciamento della "società capitalista", quindi erano una minaccia per lo stato.<ref>Labrousse, op. cit., p. 71</ref> Simili provvedimenti erano a senso unico: giornali filo-governativi uscivano con appelli al colpo di Stato di destra senza avere problemi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Eugenio Baroffio|data=9 giugno 1969|titolo=Editoriale|rivista=El Diario|città=Montevideo|numero=}}</ref>[[File:Muerte_de_Liber_Arce.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Corteo all'[[Università di Montevideo]] per commemorare l'uccisione dello studente Liber Arce, 1968]]Il 10 maggio iniziò una serie di proteste studentesche partite con la protesta per l'aumento del prezzo degli abbonamenti per l'autobus. A loro si unirono giovani universitari con una propria rivendicazione di assegni di assistenza. Bloccarono alcune strade, occuparono diversi licei. A loro si unirono professori e settori di lavoratori, estendendo l'oggetto della protesta agli alti costi di tutti i trasporti pubblici. La risposta di Pacheco Areco fu durissima. Il 13 giugno 1968, col decreto ''Medidas Prontas de Seguridad'', proclamò lo stato di emergenza, e iniziò subito a imprigionare gli oppositori politici, consentì la tortura nel corso degli interrogatori di polizia e represse con brutalità le dimostrazioni di protesta.<ref>Labrousse, op. cit., p. 73</ref>
Il 6 luglio la polizia sparò contro un corteo di giovani ferendone gravemente sei. Il 24 luglio il governo "militarizzò" lavoratori bancari e operai che erano in una fase di agitazioni sindacali, effettuando arresti. Il 9 agosto la polizia - fatto inaudito nella storia del paese - fece irruzione nelle facoltà universitarie, e in qualche caso fece uso delle armi da fuoco, ferendo lo studente Mario Toyos. Il 14 agosto colpì alle spalle e uccise lo studente Liber Arce. L'episodio suscitò grande emozione nel paese, dove fatti simili mai erano accaduti. Dopo ulteriori proteste degli studenti, il 20 settembre la polizia sparò di nuovo contro di loro uccidendo Hugo del los Santos e Susanna Pintos (anch'essi, come Liber Arce, aderenti alla Gioventù Comunista) e ferendone una quarantina. I muri della città di Montevideo erano pieni della scritta "Liber Arce", che in [[lingua spagnola]] ha anche il significato "liberarsi".<ref>Labrousse, op. cit., pp. 82-85</ref>
 
=== Grandi offensive del MLN (1968-1971) ===