Contemporaneamente alle operazioni di guerriglia il MLN rendeva pubblici regolarmente i propri documenti politici (progressivamente numerati) mentre faceva circolare clandestinamente il periodico ''Mate amargo'' (Mate amaro) col quale rendeva nota la sua visione politica della realtà uruguaiana.
Parallelamente, il movimento cercava di battere il governo anche per via elettorale. Alcuni Tupamaros -– come il sindacalista bancario Kimal Amir e l'avvocato Washington Rodríguez Bellettiva -– avevano creato un braccio politico per affrontare le elezioni presidenziali del novembre 1971, denominato ''Movimiento de Independientes 26 de Marzo'' (uno dei suoi maggiori esponenti fu il noto poeta e scrittore ''[[Mario Benedetti]]''), aderente alla nascente coalizione di sinistra ''Frente Amplio''. Fondato nel febbraio di quell'anno, il Frente Amplio riuniva il Partito Socialista, il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana e alte formazioni minori di sinistra.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=7 febbraio 1971|titolo=DC, PC, PS in Uruguay uniti in un largo fronte|rivista=L'Unità|numero=|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1971/02/07/page_016.pdf}}</ref> Al Frente aderirono anche esponenti dei partiti Blanco e Colorado, delusi dalla svolta autoritaria.<ref>{{Cita libro|autore=Carlos Demasi|titolo=Blancos y colorados en la creación del Frente Amplio|url=http://fundacionviviantrias.org/sites/default/files/Cuaderno-33.pdf|editore=Fundacion Vivian Trias|lingua=es}}</ref> Presidente era [[Líber Seregni]], un generale dell'esercito che nel 1968 aveva deciso di congedarsi perché disgustato dagli abusi compiuti dalle forze armate. Alle elezioni di quell'anno il Frente Amplio ottenne il 18,3 %; la vittoria andò al Colorado che batté il Blanco con un margine molto stretto e si gridò alla frode.
==== Le evasioni di massa: operazioni ''Paloma'', ''Estrella'', ''El Abuso''. ====